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Maria Stuart
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Maria Stuart (1542 - 1587), regina di Scozia Amata, odiata, ammirata, disprezzata, invidiata, compatita...regina bambina di un paese senza pace, delfina e regina di Francia, vedova, regina di Scozia, prigioniera per quasi venti anni, decapitata.
La vita di Maria Stuart fu quasi sempre tumultuosa e dolorosa, sempre in lotta con il destino e con i nobili scozzesi, beffata dalla sua fiducia negli altri troppo spesso mal riposta.
Diventata regina di Scozia a sei giorni dalla nascita (avvenuta l’8 dicembre del 1542) alla morte del padre, fu mandata in Francia a sei anni, sotto la protezione dei parenti della madre Maria, i potenti Guisa. Qui visse un’infanzia e un’adolescenza felici e spensierate (di fatto, l’unico periodo sereno della sua vita), in compagnia dei figli del re Enrico II di Francia, tra cui il suo promesso sposo Francesco II.
Sposato Francesco a sedici anni, Maria è per un anno regina di Francia. Alla morte del malaticcio marito, ritorna nella natia Scozia di cui ha un ricordo vago, alimentato in Francia solo dalla presenza del suo entourage scozzese, comprendente anche le quattro Marie: Mary Fleming, Mary Seton, Mary Beaton e Mary Livingstone, romantiche figure che riappariranno sempre, insieme o da sole, nella vita della loro omonima. Il rientro in patria significa per Maria, educata alla raffinata corte rinascimentale di Francia, entrare in contatto con un mondo rozzo, freddo, arretrato socialmente e culturalmente rispetto all’Europa continentale. Inoltre la Scozia soffriva di una cronica mancanza di autorità centrale, dovuta per lo più al fatto che negli ultimi duecento anni aveva avuto solo re bambini che, diventati adulti, morivano presto (come il padre di Maria, Giacomo V, morto in battaglia). I grandi nobili scozzesi approfittavano della debolezza del regno per usurpare ricchezze e poteri. Si creò così un circolo vizioso per cui più i nobili diventavano potenti, più riuscivano ad indebolire l’autorità centrale, più accumulavano poteri.

In questo contesto così delicato e insicuro, sarebbe stato impossibile per qualsiasi re migliorare in maniera decisiva la situazione: inoltre la giovane età di Maria e la sua inesperienza, unite ad una tendenza a fidarsi troppo dei suoi nobili davvero non meritevoli di tanto affidamento, resero il compito ancora più difficile. Nei primi anni di regno (1561-1565) Maria riuscì a mantenere, più o meno, il controllo della situazione, pur con tensioni e scaramucce con gli aristocratici ribelli, fino al suo primo (e forse unico) passo falso...il suo matrimonio con Henry Darnley, nobile scozzese mediocre e bizzoso, per nulla d’aiuto nel difficile compito di reggere il governo della nazione, anzi d’intralcio, tanto che la stessa Maria, che lo aveva sposato impulsivamente in preda ad un amore più carnale che spirituale, già dopo pochi mesi si era pentita della scelta. L’unica gioia del matrimonio era l’essere rimasta incinta (il figlio sarà l’erede Giacomo VI/I, sotto cui Scozia e Inghilterra saranno unite).

Da qui gli eventi incalzano: l’uccisione del segretario italiano di Maria, Riccio, da parte di Darnley e di alcuni nobili, l’assassinio di Darnley compiuto da altri nobili tra cui Bothwell, futuro terzo marito di Maria (che pare sia stata costretta alle nozze), la riprovazione dell’intera Europa per questo matrimonio con il presunto assassino del marito...tutto ciò portò Maria alla rovina. Ostacolata in ogni modo nella sua difesa dai nobili scozzesi, che avevano tutto da guadagnare dall’abdicazione forzata della regina e dalla lunga reggenza per il piccolo Giacomo, e da Elisabetta I, che vedeva in lei una pericolosa pretendente al trono inglese, Maria fuggì in Inghilterra pensando che Elisabetta l’avrebbe protetta ma così non fu. Dopo un processo farsa, senza alcuna base legale (in quanto, all’epoca, un processo ad un re non era giuridicamente contemplato) Maria, dopo quasi venti anni di prigionia inglese, fu condannata a morte con la falsa accusa di aver ordito un attentato contro Elisabetta. Fu giustiziata l’8 febbraio del 1587, a quarantacinque anni.


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