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L' XI° Secolo - Il 1000



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Dopo l'anno 1000 l'espansione europea non fu solo guerre e conquiste. Essa fu principalmente crescita economica, tecnica e culturale. Ciò vuol dire tre cose: nuove invenzioni; maggiori ricchezze; più tempo a disposizione ed una vita più comoda. E' questo un periodo di entusiasmo, di nuove imprese, di conquiste ed esplorazioni. La crisi dell'anno mille non poteva durare all'infinito, e infatti, pian piano passò: e se passò il merito fu anche di certe scoperte. Scoperte fatte non da scienziati, ma da contadini e marinai, pastori e falegnami come Il ferro di cavallo, Il collare da traino, L'aratro a ruote col versoio, Il timone centrale della nave, La ruota ad acqua.
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Guglielmo IX d'Aquitania, re e poeta trovatore

Battaglia di Hastings: Guglielmo il Conquistatore sconfigge il re dei sassoni Harold

I Cavalieri Teutonici

Guglielmo II d'Inghilterra

I Cavalieri Ospitalieri di San Giovanni in Gerusalemme

Zoe Imperatrice di Bisanzio

Ottone III di Sassonia (Kassel 980 - 23 o 24 gennaio Castel Paterno 1002)

Guglielmo il Conquistatore (1027 - 9 settembre 1087), duca di Normandia e Re d'Inghilterra

Aroldo II (1022-1066)

Ariberto di Intimiano

Basilio II, ultimo Imperatore dell'Epopea bizantina

Goffredo di Buglione

Lega dei Comuni

La venuta dei Normanni in Italia meridionale comincia con i primi passaggi di pellegrini, diretti in Terra Santa o a San Michele del Monte Gargano, agli inizi del sec. XI.
Ben presto, i pellegrini si fanno mercenari per le varie signorie locali in eterna lotta tra loro, acquisendo importanza sempre maggiore. Nel 1030 il duca di Napoli Sergio IV insignisce Rainolfo Drengot della contea di Aversa. E' il primo possedimento "ufficiale" normanno.
Nel 1059, papa Niccolò II riconoscerà Roberto d'Altavilla e Riccardo Drengot rispettivamente duca di Puglia e principe di Capua. La straordinaria serie di conquiste degli Altavilla prosegue con Ruggero Granconte, che strappa la Sicilia agli Arabi (1061-1091).
Nel 1130, la nascita del regno : Ruggero II (figlio del Granconte) riunisce tutta l'Italia meridionale sotto la sua corona.
La dinastia prosegue con Guglielmo I e Guglielmo II. Alla morte di costui, senza eredi (1189), dopo il breve regno di Tancredi di Lecce, Enrico VI di Svevia, conquista il regno, mettendo fine alla dinastia normanna (1195).

Arabi in Spagna e Sicilia

La conquista araba della Sicilia avviene nell'827 anche se l'isola aveva subito in tempi precedenti molte incursioni musulmane delle quali si ha notizia fin dalla metà del VII secolo. Gli Arabi del resto, erano molto vicini, in quanto installati sulla sponda africana del Mediterraneo. Ifriqiya (cioè l'Africa del Nord) ha ormai il volto musulmano, ed è governata da emiri locali in pratica autonomi come in Spagna. La Sicilia è inoltre bersaglio molto interessante, in quanto, sottraendo ai Bizantini le basi navali dislocate sulla costa meridionale dell'isola, gli Arabi avrebbero il pieno controllo sul traffico navale nel Mediterraneo centro-occidentale.
Lo sbarco avviene a Mazara del Vallo, al comando della spedizione vi è Assad Ibn al-Firat che punta su Siracusa, la capitale, che però resiste. Cade Gergenti (Agrigento) e dopo un anno di lotta si arrende Palermo, che diventerà capitale. Siamo nell'831. Successive sono la resa di Messina, Modica, Ragusa, passano dieci anni prima che si arrenda Castrogiovanni e venti prima che si arrenda Siracusa.
A questo punto gli Arabi vorrebbero invadere l'Italia Continentale, ma sono divisi da essa dallo Stretto di Messina. Per questo nuovo capitolo della storia ci vengono incontro le cronache latine del IX e dell' XI secolo. Si parla di Saraceni a Brindisi, a Taranto. Soggette a scorrerie saracene furono la Sardegna e la Corsica, ma maggiormente la Calabria, la Campagna e il Molise dove gli Arabi si insediarono per qualche tempo. Si ricordano il sacco del Monastero di Montecassino e quelli delle Basiliche di San Pietro e San Paolo a Roma e ancora, nel 935, erano in Liguria a Genova. Gli Arabi risalivano anche l'Adriatico verso Ancona, spingendosi fino a Cherso. Vanno considerati durevoli i due emirati di Taranto e Bari (dall' 847 all' 871).
Il primo emiro barese, al-Khal Fun rilasciò un diploma destinato a diventare un riferimento in tutti i secoli della conquista musulmana:

" Nel nome di Dio, clemente e misericordioso. Questa è sicurtà concessa dal servo di Dio, Omar, Principe dei Credenti, agli abitanti di Aclia. A tutti senza distinzioni, o malati o sani, egli garantisce la sicurtà per loro stessi, per i loro beni, per le loro chiese, per i loro crocefissi e per tutto ciò che riguarda il loro culto . . . Non saranno maltrattati per causa della loro fede, né alcuno fra essi sarà danneggiato . ".


La Sicilia, dopo la conquista, gode di un periodo lungo di pace e prosperità, viene inserita in un'area ricca, il mondo islamico, culturalmente ed economicamente. Il tutto viene favorito dalla facilità delle comunicazione, la disponibilità delle risorse produttivi, tecnologiche e ideologiche e dall'uso dell'arabo come lingua franca. Religiosamente la Sicilia occidentale fu intensamente islamizzata , quasi al 50%. I Cristiani rimasti nell'Isola erano tollerati e protetti generalmente, ma nella condizione di dhimmî (comportava il pagamento di una tassa dagli aderenti ad una religione rivelata viventi sotto la protezione dell'autorità musulmana). I Musulmani di Sicilia hanno contributo intensamente allo sviluppo delle scienze teologiche:
Muhammad ben Khurâsân e Ismâ'îl ben Khalaf nella raccolta e nell'approfondimento degli ahâdîth. Assad ben al-Fûrat e Yahyâ ben Umar nello studio di diritto o figh.
Abd Allâh, di origine siciliana, ha tradotto all'arabo un trattato greco di botanica di Dioscuride. Nelle scienze linguistiche ricordiamo Mûsâ ben Asbagh, Abû abd-Allâh Muhammad al-Kattâni (1035-1118) e Sa'îd ben Fat'hûn. Come poeti siculo-arabi ricordiamo Abd al-Rahmân ben Hassan, Ja'far ben yûssuf e Ibn al-Khayyât. A quel epoca era d'uso che i doti si spostassero frequentemente nell'Umma (mondo islamico) sia per frequentare altri dotti, sia per apprendere o per insegnare. Questo rendeva abbastanza vivace la circolazione delle idee.

Sono i Fatimiti di Ifriqiya che delegarono i fedeli Kalbiti a rappresentare la sovranità in Sicilia. Lo scenario è di discordie, rivolte di palazzo e delitti di Stato, incominciano a sorgere delle signorie locali e va anche fronteggiata la costante minaccia bizantina.
Nonostante l'arrivo di rinforzi dal Maghreb e l'eroica resistenza capeggiata da Ibn Abbâb (Benavet) Palermo cade nel 1072. La conquista normanna guidata da Ruggero il Guiscardo fu completata dopo 30 anni di guerra e fini nel 1091 con la caduta di Noto.
Finita la conquista Ruggero fece seguire una grande tolleranza per i Musulmani. Molti di loro furono arruolati come soldati in reparti speciali nel suo esercito. Nel 1111 viene incoronato Ruggero II, si faceva chiamare al-Mu'tazz bi-llâh e firmava spesso come al qiddîs (il re grande e venerabile), mantenne la Sicilia nella grande circolazione culturale e commerciale del mondo islamico. Per volere dello stesso re, il geografo al-Sharif al-Idrissî, figura rappresentativa della comunità islamica sicula, scrisse la famosa opera Al-Kitâb al-Rujâri (il libro di Ruggero), grande opera di geografia completata nel 1154. La sua corte era affidata anche ai funzionari di lingua e competenza araba; c'erano dei fityân (paggi), hâjib (ciambellani), Janîb (aiutanti di campo), Jâmadâr (addetti agli abiti)
La Sicilia ritorna cristiana con i Normanni, ma se furono lunghi i tempi della conquista, furono ancora più lunghi quelli della scomparsa della cultura musulmana dall'isola. Il periodo di maggior fioritura artistica e culturale della Sicilia musulmana ha coinciso con i tempi della terza dinastia Kalbita, Palermo fu capitale di arti, lettere e soprattutto poesia, questa Città divenne il faro di questa Civiltà che si propagò per tutta la Sicilia e giunse perfino a lambire il Mezzogiorno d'Italia. Non si contano gli influssi islamici nell'architettura, nella pittura, nella ceramica, nella decorazione per non parlare dei numerosi arabismi presenti nella nostra lingua (libeccio, scirocco, darsena, tariffa, fondaco, gabello, elisir, sofà, zenit ) e nei numerosi toponimi: Alcamo, Marsala, Caltagirone, Sciacca,

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