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Federico I Barbarossa (imperatore del Sacro Romano Impero)
Il consolidamento del potere: le Assise di Ariano
Innocenzo IV, Sinibaldo de Fieschi (ca. 1180/90 - 7 dicembre 1254)
Nascita degli Ordini Mendicanti
L'Ordine dei Cavalieri di Malta
San Francesco d'Assisi ( 1182 ca. - 1226 )
Ibn Rushd (Averroè) 1126 - 1198
Pace di Venezia - Congresso di Venezia
Saladino I,sultano d' Egitto (1171-1193) e di Siria (1174-1193)
Gengis Khan (Asia) 1196 - capo mongolo
La lotta per le investiture progredisce le lotte politico religiose dal 1000 al 1200
L'università si diffonde in Europa
Pontefici che regnarono in epoca sveva
Affermazione dei signori di Svevia
La famiglia, durante il tardo medioevo, continuava ad essere la cellula fondamentale della società. Dominata dalla ferrea disciplina dettata dal padre, serviva a proteggere e sostentare i figli, ma anche a reprimerli e punirli.
La struttura familiare era fondamentalmente patriarcale. Il padre aveva autorità ed esercitava un potere effettivo su tutta la famiglia, che cresceva e si allargava intorno a lui.
Non vi era più la potestas patria romana, che prevedeva un'autorità praticamente senza limiti del padre sugli altri membri della famiglia, compreso il diritto di vita e di morte. Ma vi era comunque una tutela ininterrotta del padre sui figli. Per i maschi sino alla maturità fisica ed intellettuale, oppure fino all'abbandono del tetto paterno, e per le femmine fino al matrimonio, momento in cui la ragazza passava dall'autorità paterna a quella del coniuge. Era comunque il padre a decidere se e con chi sposare le sue figlie, oppure se mandarle a servizio o in convento, a seconda della convenienza economica. Era sempre il padre a scegliere il mestiere del figlio.
Bisogna però notare che gli uomini d'affari erano, come oggi, molto spesso in viaggio e che, in loro assenza, era la madre a governare la casa ed i figli, spesso addolcendo le ferree direttive paterne.
L'educazione dei ragazzi era affidata, fino alla pre-adolescenza, alle donne della casa: madri, nonne e zie. I bimbi crescevano infatti nel cosiddetto gineceo, dove i maschi restavano solo fino a sei, sette anni, momento in cui venivano mandati a scuola, o se ricchi, passavano alle cure di un tutore. A quattordici anni iniziava l'emancipazione dei figli maschi, poiché cominciavano l'apprendistato di un'arte o un mestiere, e intraprendevano l'educazione sessuale, grazie alle serve del padre. A diciotto anni, infine, i maschi erano legalmente emancipati, ma non come lo intendiamo oggi. Dopo il diciottesimo anno di età, i padri potevano decidere se continuare a mantenere i propri figli, oppure mandarli via da casa.
L'autorità paterna era comunque indiscutibile e cessava solo con la sua morte. A quel punto erano i figli maschi ad ereditare il potere, e non le mogli dei defunti. I figli vigilavano sull'onore della madre e delle sorelle, ed erano spesso più implacabili del loro genitore.
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