VITTORIO AMBROSIO
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(Torino 1879 - Alassio 1958); già comandante durante la prima guerra mondiale, durante il secondo conflitto mondiale fu capo di stato maggiore dell'esercito italiano e quindi capo di stato maggiore generale dal febbraio al novembre del 1943.
L'esperienza maturata nelle operazioni militari condotte in Iugoslavia nel corso del 1942 lo aveva persuaso dell'impossibilità per l'Italia di proseguire nel conflitto: per questo motivo fu tra gli oppositori di Mussolini, sostenendone la destituzione da parte del re il 25 luglio 1943.
Caduto il regime fascista, Ambrosio, che aveva eseguito l'ordine di cattura del Duce, divenne responsabile della politica militare del governo presieduto da Pietro Badoglio. Si ritirò a vita privata nel novembre del 1943. Dopo la guerra fu messo sotto accusa insieme con i generali Mario Roatta e Giacomo Carboni per non avere difeso Roma dall'occupazione tedesca. Condannato, nel 1949 beneficiò del condono.