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Filippo d'Angiò
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Il successore di Carlo II al trono di Spagna è, per designazione testamentaria, Filippo d'Angiò, nipote di Luigi XIV di Francia.

Condizione fondamentale del testamento di Carlo II è la separazione del regno spagnolo da quello francese.

Tale designazione non è ben vista dalle altre nobili casate europee ed è per questo che scoppia la guerra di successione spagnola che vede la Francia e la Spagna (hanno come alleati la Baviera, il Portogallo e la Savoia) da una parte e dall'altra la coalizione europea (l'antica Alleanza dell'Aia ricostituita; essa include l'Impero, l'Inghilterra e l'Olanda ed ha come maggiore esponente Leopoldo I d'Asburgo d'Austria che tra l'altro si fregiava di particolari diritti per la successione al trono spagnolo).

La guerra ha una svolta decisiva alla morte di Leopoldo I.

L'imperatore era uno degli esponenti della Lega di Augusta, accordo formato nel 1686 che includeva alcuni principi tedeschi, la Spagna e la Svezia e che aveva lo scopo di frenare lo strapotere francese.

In effetti, il successore di Leopoldo I è suo figlio Carlo VI che si era precedentemente proclamato successore di Carlo II di Asburgo-Spagna e che era anche imperatore del Sacro Romano Impero.

L'assegnazione del trono spagnolo al borbone Filippo o al suo avversario avrebbe cambiato radicalmente l'assetto politico e territoriale di tutta l'Europa. Gli alleati riescono ad avere la meglio: Vittorio Amedeo II di Savoia ed il re del Portogallo passano dalla parte anti-francese e la Baviera è sconfitta nella battaglia di Methuen del 1703.

Filippo ristabilisce in parte le sorti della guerra durante la battaglia di Villaviciosa nel 1710 sconfiggendo gli austro-inglesi. Il corso della battaglia cambia con l'ascesa al trono imperiale di Carlo VI al posto del deceduto Giuseppe I. Carlo VI desiderava la corona spagnola.

Si arriva alla Pace di Utrecht (marzo del 1713) che favorisce l'Austria (riceve come domini i Paesi Bassi, il ducato di Milano e quello di Mantova, lo Stato dei Presidi, il Regno di Napoli e la Sardegna).

Carlo VI sigla la pace l'anno seguente con il trattato di Rastdt.

La corona spagnola passa alla dinastia dei Borbone.

Il nuovo sovrano spagnolo deve rinunciare ai suoi diritti sul trono francese e perde numerosi domini, ma il suo prestigio è mantenuto perché la Spagna mantiene l'impero coloniale.

La Sicilia fu assegnata a Vittorio Amedeo II duca di Savoia che si era distinto durante la guerra di successione spagnola e che si stabilì in Piemonte. La questione spagnola non è risolta del tutto con il trattato di Utrecht.

In effetti, il vescovo Giulio Alberoni, governatore del regno in Spagna, tenta di riportare il dominio spagnolo in Italia preparando una flotta ed un esercito che riescono ad occupare la Sardegna nel 1717 e la Sicilia l'anno seguente.

La situazione cambia con il formarsi della Quadruplice Alleanza (tra Inghilterra, Francia, Olanda ed Austria) che riesce a bloccare l'avanzata spagnola in Sicilia nelle battaglie di Pachino (agosto del 1718) e di Francavilla ( giugno 1719).

La guerra termina con la pace dell'Aja del 1720 che consente il passaggio della Sicilia a Carlo VI d'Asburgo mentre Vittorio Amedeo II di Savoia mantiene il suo dominio sulla Sardegna.

Durante il Regno di Filippo la Sicilia è amministrata dai Viceré tra i quali si distinge il Cardinale Francesco Del Giudice. Egli è esponente di una nobile famiglia italiana d'origine napoletana che si trapiantata a Messina grazie a "Giovannuzzo", cavaliere napolitano e cameriere del Re Alfonso e della Regina Giovanna II; tra gli altri esponenti di tale famiglia vanno ricordati: Giovanni (maestro della R. Zecca), Giacomo (barone di Solazzo e giudice della corte straticotiale di Messina) e Gianfrancesco, senatore.

Anche durante il dominio di Vittorio Amedeo di Savoia la Sicilia fu amministrata dai viceré, ed esattamente da Annibale Maffei (1713-1718).

Durante il regno di Sicilia di Carlo VI d'Asburgo ci furono vari Viceré tra i quali si distinsero:
· Niccolò Pignatelli (1719-1722); la famiglia ha origini napoletane antichissime e vanta membri illustri come Ettore, conte di Monteleone e Borrello, che ne trasferisce un ramo in Sicilia al tempo dell'imperatore Carlo V;
tra i rappresentanti illustri di tale famiglia si ricordano:
1. Andrea Fabrizio; rappresenta, per conto della madre Giovanna d'Aragona, le case d'Aragona, Tagliavia, Cortes ed i territori di Castelvetrano e Terranova in Sicilia;
2. Ettore II; fu principe del Sacro Romano Impero e titolare di numerosi possedimenti.