I fratelli ATTILIO ed EMILIO BANDIERA

(Venezia, rispettivamente 1810 e 1819 - Vallone di Rovito, Cosenza, 1844)

Patrioti italiani. Figli del contrammiraglio della marina austriaca barone Francesco Bandiera (Venezia 1785 - Carpeneto di Mestre 1847), già ufficiale del Regno Italico e responsabile della cattura dei patrioti fuggiti da Ancona nel 1831, intrapresero la carriera militare nella marina absburgica.
Imbarcati nel 1840 sulla squadra navale austriaca, l'anno seguente fondarono la società segreta 'Esperia', collegatasi alla 'Giovine Italia', nel 1842, ispirata agli ideali unitari e repubblicani, che fece proseliti tra gli ufficiali austriaci.
Il tradimento di uno degli affiliati, Tito Vespasiano Micciarelli, fece conoscere al comando austriaco l'esistenza della società segreta e causò la denuncia dei fratelli che fuggirono a Corfù. Un'informazione, rivelatasi poi inesatta, convinse i Bandiera a sbarcare in Calabria con pochi compagni, quando già la rivolta era stata domata e l'impresa segnalata all'autorità borbonica. Catturati dopo un breve e sanguinoso scontro a San Giovanni in Fiore, furono fucilati dopo un mese di prigionia e un processo sommario, morendo con grande coraggio.