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Le battaglie napoleoniche

La Campagna d'Italia del 1796-97

La prima campagna d'Italia fu la prova, straordinaria, delle qualità militari del giovane generale Napoleone Bonaparte. Egli seppe fare di 38.000 uomini indisciplinati, male armati e male equipaggiati. uno strumento bellico efficace che in un anno conquistò tutta l'Italia settentrionale, sconfiggendo numerosi eserciti superiori per numero e addestramento. Si delinearono qui per la prima volta le caratteristiche delle concezioni tattiche e strategiche di Napoleone: versatilità e rapidità di manovra (basata sulla velocità di spostamento delle truppe di 60-70 km al giorno); la decisione nel colpire concentrando il massimo delle forze nel punto debole del nemico, senza lasciarsi fuorviare dai canoni precedenti nell'arte militare tradizionale; la capacità di comunicare con le truppe e di esaltarne il morale, facendo leva sullo spirito patriottico; l'abilità di circondarsi di comandanti capaci e coraggiosi.

La battaglia di Marengo (14 giugno 1800)

Gli austriaci al comando di von Melas si erano acquartierati ad Alessandria. Napoleone, male informato dalla ricognizione e convinto che si trattasse solo di una parte delle forze nemiche, giunse alla conclusione che von Melas intendeva ritirasi ulteriormente, per cui non si preoccupò di concentrare le proprie truppe e anzi inviò in esplorazione due importanti contingenti agli ordini di Lapoype e di Desaix. Gli austriaci poterono cosi cogliere in contropiede i francesi con un attacco in massa e costringerli alla ritirata. Si misero qui in luce le doti di tenacia e di sangue freddo di Napolenone, che seppe mantenere il controllo della situazione anche quando la sconfitta sembrava ormai certa e approfittare della lentezza della manovra nemica per richiamare Desaix e gettarlo nella mischia con tempestività, rovesciando il risultato della giornata (von Melas aveva già inviato a Vienna messi per annunciare la vittoria).

La battaglia di Austerlitz (2 dicembre 1805)

Austerlitz può essere considerata una delle più alte prove del genio tattico di Napoleone: in questa battaglia egli mostrò pienamente la sua capacità di imporre al nemico il terreno dello scontro e l'abilità di radunare al momento decisivo le proprie forze. Dopo l'occupazione di Vienna, Napoleone si era addentrato in Moravia per inseguire l'esercito austo-russo che si ritirava in attesa di rinforzi. Esponendo solo una parte dei suoi uomini e tenendo arretrato il corpo d'armata di Davout, indusse ad attaccare battaglia gli austo-russi, che erano convinti di avere una superiorità numerica di 2 a 1. In realtà Napoleone aveva compiuto un'accurata ricognizione del terreno ed era riuscito a richiamare in tempo Davout (che compì 145 Km in due giorni), perciò quando gli austo-russi attaccarono si trovarono di fronte ad un nemico quasi pari numericamente e con il vantaggio dell'iniziativa tattica.

La battaglia di Waterloo (18 giugno 1815)

Il piano strategico di Napoleone per battere gli eserciti coalizzati anglo-olandese e prussiano attestatesi in Belgio prevedeva di manovrare per le linee interne con la massima celerità per affrontarli separatamente, prima che si potessero congiungere. Tuttavia l'esecuzione mancò della necessaria lucidità tattica. Battuti, ma non neutralizzati, i prussiani a Ligny il 16 giugno, Napoleone lasciò a controllarli la sua ala destra al comando di Grouchy (che però perse ben presto il contatto con il nemico) e si rivolse contro gli anglo-olandesi di Wellington. Ma l'operazione fu ritardata dalla stanchezza dei soldati: lo scontro si accese solo nella tarda mattinata del 18 giugno. Nonostante la superiorità numerica i francesi non riuscirono a superare la strenua difesa di Wellington, mentre Napoleone esitava a far intervenire la riserva; quando si decise il suo fianco destro fu colto di sorpresa dalle colonne prussiane sfuggite a Grouchy.

Battaglia di Trafalgar 21 ottobre 1805

La battaglia di Trafalgar fu una celebre battaglia navale combattuta il 21 ottobre 1805 dalla flotta dei francesi di Napoleone, assieme a quella dell'alleata Spagna, comandate dall'ammiraglio Pierre Charles Silvestre de Villeneuve, contro la flotta britannica comandata dall'ammiraglio Horatio Nelson (che morì nel corso della battaglia al comando della sua nave, la HMS Victory).
L'intento della Spagna era di risollevarsi dal suo declino e iniziare una nuova fase di espansione, perciò si era alleata con Napoleone. Ma nella preparazione della propria flotta fece un grande errore: la scelta del tipo di navi. Le navi inglesi erano piccole e veloci, adatte agli stretti spazi della Manica e la superiorità numerica delle navi spagnole non servì.
A seguito della sconfitta di Napoleone, la flotta inglese prese il controllo assoluto dei mari.