POLITICA COLONIALE

Nel periodo del governo della Sinistra ha inizio la politica coloniale italiana. Nel 1882 l'Inghilterra occupò l'Egitto, chiedendo anche all'Italia di prendere parte all'impresa, ma Depretis preferì evitare disagi internazionali. Nel 1885, però, occupò Massaua, sul Mar Rosso, per facilitare l'occupazione del territorio verso l'interno, e bloccare l'avanzata degli Inglesi. Ostile all'espansione italiana era il negus di Abissinia, che a Dogali, nel 1887, arrestò un esercito di 500 Italiani. Quando, nel 1881, la Francia occupò la Tunisia, Depretis decise di uscire dall'isolamento in cui si trovava l'Italia, e stipulò il trattato della Triplice Alleanza (1882) con Austria e Germania. Il trattato obbligava le potenze a difendersi a vicenda, nel caso in cui una di esse fosse attaccata. Ciò fu di rilevante importanza per l'Italia, poiché occupò il posto di Grande Potenza nelle vicende internazionali. La politica coloniale fu ripresa da Crispi. Il governo italiano appoggiò il ras Menelik per la successione al trono dell'Abissinia. Nel 1889 con il trattato di Uccialli Menelik si assicurava con l'Italia un'alleanza politica e commerciale, accettando il protettorato sull'Abissinia. Successivamente il nostro Paese ottenne un protettorato in Somalia, sull'Oceano Indiano (1889 ).