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Al secolo Giovanni Battista Montini. Nel 1924 era già aiutante nella Segreteria di Stato e
parallelamente ebbe l'incarico di assistente sociale della F.U.C.I.
Nel 1937 fu nominato sostituto della Segreteria di Stato; nel 1944
divenne con monsignor Tardini il collaboratore più stretto di Pio
XII. Il successivo ventennio di collaborazione con papa Pacelli
caratterizzò senza dubbio la formazione, la mentalità e l'azione del
futuro cardinale e pontefice. La sua epoca sarà segnata dal
passaggio dall'era pacelliana a quella giovannea, dalla svolta
mondiale dalla "guerra fredda" e dal successivo "disgelo", dal nuovo
porsi della Chiesa Cattolica di fronte al mondo, dalla problematica
sollevata dal Concilio Vaticano II e dal periodo
post-conciliare. Quando papa Giovanni XXIII indisse il
Concilio, il cardinale Montini collaborò attivamente (Lettera
pastorale: Pensiamo al concilio, della quaresima del
1962). Alla morte di Giovanni
XXIII, Montini gli succedette il 21 giugno 1963. Primo
compito del nuovo papa fu la conduzione del Concilio compito
tutt'altro che semplice e che seppe portare a compimento
manifestando una statura spirituale e culturale
straordinaria. La sua azione si caratterizzò subito per
la volontà di portare a termine il discorso innovatore ormai
iniziato, anche se essa non poteva prescindere dalla prudenza
di un temperamento e di una personalità per molti aspetti
diversi da quelli di Giovanni XXIII. Uomo di grande carità e
mitezza non riuscì ad inserirsi in pieno nel mondo dei mass
media, spesso poco ben disposto nei confronti della sua
figura. Il Concilio Vaticano terminava l'8
dicembre 1965; cominciava quella che molti – forse
impulsivamente – consideravano una nuova era della storia
della Chiesa Cattolica e del mondo intero. Papa Montini fu da
una parte prudente in talune aperture d'ordine disciplinare o
ecumenico e fu dall'altra molto sensibile ai problemi del
Terzo Mondo e della pace mondiale. Basti considerare la lettera
enciclica Populorum Progressio del 26 marzo 1967 che
ben si colloca accanto a quel coraggioso documento conciliare
che è la Gaudium et Spes (7 dicembre 1965). La lettera
apostolica Octogesima Adveniens (1971) rivela
ulteriormente la condanna dell'ideologia marxista e del
liberalismo capitalistico, ma anche la sua sensibilità
sociale. Particolare coraggio e spirito pastorale animerà poi
Paolo VI nella questione della regolamentazione delle nascite
(enciclica Uno dei momenti forti del suo
pontificato fu l'anno giubilare (1975), caratterizzato dal
massiccio concorso di 8 milioni di pellegrini. L'anno santo si
chiuse l'8 dicembre con la pubblicazione dell'esortazione
apostolica Evangelii nuntiandi, il più lungo documento
papale del suo pontificato. Dal 1975 al 1978 perseguì con
determinazione, fino alla sua morte, sia la politica ecumenica
sia quella verso i Paesi dell'Est europeo.
Nato a Concesio
(Brescia) nel 1897, morto a Castel Gandolfo nel 1978. Figlio di
Giorgio Montini, deputato del Partito Popolare per tre legislature;
appartenente a una cospicua famiglia borghese di forti tradizioni
cattoliche, G. B. Montini, compiuti gli studi presso il collegio
Arici, entrò nel seminario di Brescia dove fu ordinato sacerdote il
29 maggio 1920.