SS-Polizeiregimenter

Con l’avvento al potere del nazismo si diede inizio a un deciso processo di militarizzazione della polizia, in vista dei “futuri nuovi e maggiori compiti” ai quali la polizia
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I militari del Polizeiregiment
Bozen in pattugliamento
stessa sarebbe stata chiamata. A tal fine furono creati due appositi centri di addestramento a Berlino e altri nelle città di Magdeburgo, Francoforte sull’Oder, Essen, Colonia, Monaco, Furstelfeldbruck, Dresda e Amburgo. È chiaro che i “nuovi e futuri compiti” sottendevano i progetti di espansione territoriale che da subito fecero parte del programma politico di Hitler. Nei nuovi territori che il Reich avrebbe conquistato, sarebbe stato necessario disporre di forze di polizia con marcato addestramento militare, perché esse avrebbero avuto anche a combattere, come ebbero, contro i movimenti di resistenza interni ai paesi occupati.
Inoltre è importate ricordare che Heinrich Himmler, ricoprendo contemporaneamente le cariche di capo della polizia e di Reichsfuhrer (comandante generale) delle SS effettuò sovente trasferimenti coatti di volontari di polizia nelle SS, dando logo in taluni casi anche a vivaci proteste. Con decreto del 9 luglio 1942 Himmler ordinava la riorganizzazione in reggimenti di tutti i battaglioni di polizia; successivamente (23 febbraio 1943) i reggimenti di polizia dovettero assumere la nuova denominazione di SS-Polizeiregimenter, per sottolineare anche formalmente l’adesione ideologica al nazismo delle forze di polizia. Questa nuova denominazione darà spesso luogo all’erronea identificazione tra i due corpi, mentre, come vedremo più avanti, non mancarono le occasioni in cui le forze di polizia dimostrarono la loro scarsa o nulla propensione per il nazismo.

All’epoca di queste trasformazioni, le forze di polizia tedesche si trovarono inquadrate in 27 reggimenti motorizzati che crebbero di numero fino a divenire, col gennaio 1945, 50 unità. In alcuni di questi reggimenti erano inclusi anche collaborazionisti provenienti dai territori occupati. La composizione dei reggimenti di polizia prevedeva una compagnia motorizzata, un plotone pionieri, una compagnia con carro armato e una compagnia corazzieri. L’armamento era lo stesso della fanteria, con la rinuncia alle armi pesanti.
Nella numerazione che riportavamo sopra, di 50 reggimenti operativi al gennaio 1945, non rientravano i reggimenti di polizia sudtirolesi, la cui formazione dipese dal generale Karl Wolff, comandante della polizia e delle SS in Italia, in collaborazione con Franz Hofer, commissario per l’Alpenvorland.

Tratto interamente
(Lorenzo Baratter, Dall'Alpenvorland a via Rasella, Publilux, Trento, 2003)