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Baia dei Porci
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Aprile 1961: il 35° presidente degli Stati Uniti, John Fitzgerald Kennedy, appoggia un piano segreto da 50 milioni di dollari elaborato dalla CIA durante la presidenza Eisenhower. È il primo atto importante in politica estera della nuova Amministrazione democratica, instauratasi tre mesi prima, in seguito alla vittoria elettorale del novembre ‘60.
L'operazione Pluto prevedeva lo sbarco di alcuni fuoriusciti dell’isola di Cuba dove Fidel Castro, un ex avvocato di 35 anni, ha rovesciato il precedente regime militare di Fulgencio Batista.
Dal 1952 al '59, colonnello dell'esercito ed ex presidente cubano (1940-44), Batista impugnò le redini dell'isola soffocando le libertà politiche e lasciando l'economia del Paese in mano agli interessi stranieri, americani in testa, creando le condizioni per la rivoluzione castrista che l'avrebbe spodestato.

La svolta castrista

Inizialmente ben visto dagli ambienti liberali, il governo di Castro iniziò a preoccupare dopo la massiccia ondata di nazionalizzazioni che coinvolsero banche, società petrolifere, zuccherifici e piantagioni di zucchero, della cui maggioranza gli Stati Uniti erano proprietari tramite le loro multinazionali. I rapporti s’incrinarono ulteriormente quando, in risposta alla politica castrista, gli USA ridussero l’importazione dello zucchero dall’isola: l’URSS colse al volo l’opportunità, e propose a Castro lo scambio di zucchero per petrolio russo, rifiutato dalle raffinerie americane a Cuba, in seguito nazionalizzate.
Dalla riforma agraria fino alle nazionalizzazioni, l'isola dava evidenti segni di avvicinamento alle dottrine marxiste-leniniste ed al regime sovietico, tanto che nel 1961 si dichiarò repubblica democratica socialista. Per gli Stati Uniti era venuto il tempo di reagire

La spedizione

Alle ore 2.00 ora locale del 17 aprile 1961, uomini-rana addestrati dalla CIA posizionano sulla spiaggia di Playa Giron fanali schermati e luci di posizione: sono solo l'avanguardia di un gruppo di spedizione più massiccio.
Attingendo dalla folta schiera di esuli cubani della Florida che, dalla rivoluzione castrista, cercarono rifugio sulle coste americane, la CIA selezionò ed addestrò 1500 uomini, organizzati in una brigata. La base delle operazioni il Guatemala, paese satellite degli USA.
La brigata è divisa in sei battaglioni, sotto il comando di Josè Perez San Roman e del vice-comandante Ernando Oliva. La formazione dei soldati è varia: contadini, pescatori, studenti, possidenti espropriati, medici ed avvocati fra gli altri, di cui solo 135 vantano una minima preparazione militare antecedente all'operazione.
Il 10 aprile il piccolo esercito si trasferisce a Porto Cabezas, in Nicaragua, dove la dittatura di Luis Somoza concede il pieno appoggio al piano statunitense.
A bordo delle sette imbarcazioni concesse loro, la brigata lascia il 14 aprile il porto, con la benedizione del dittatore nicaraguese, salutante in banchina.
Il piano prevede lo sbarco in tre punti (Playa Giron e Playa Larga, al centro della baia, i più importanti) della Bahia de Cochinos (in it. Baia dei Porci) allo scopo di impiantare delle solide teste di ponte per raggiungere l'Avana, l'obiettivo principale. Gli strateghi ipotizzano un tangibile appoggio popolare all'impresa degli esuli, a causa al malcontento di alcune componenti del Paese alla rivoluzione, grazie al quale sarà possibile l'avanzata verso la capitale e l'insediamento del governo provvisorio. Altro componente indispensabile all'operazione è la sorpresa.

17 aprile 1961

Quando la mattina del 15 aprile il quartier generale dell'esercito cubano e tre aereoporti finiscono sotto il tiro di otto bombardieri che portano i colori dell'aviazione cubana, Castro e il suo staff non cadono nell'inganno. Gli aerei che avrebbe dovuto classificare come disertori si scopriranno, infatti, B-26 americani partiti dal Nicaragua con il compito di fiaccare le difese cubane in vista dello sbarco imminente. Ai funerali delle vittime del bombardamento, sette in tutto, fallito nell'indebolimento dell'esercito cubano che mostra pochi danni alle proprie infrastrutture, Castro denuncia un'imminente "aggressione di mercenari" stranieri.
Insieme all'effetto sorpresa, la spedizione perde la seppur minima speranza di appoggio da parte degli oppositori, incarcerati in massa da Castro ai primi sentori dello sbarco.
La sera del 16 aprile la flotta d'invasione prende contatto con i mezzi da sbarco che la CIA ha fatto arrivare dal porto di Vieques, in Portorico.
Dopo l'operazione degli uomini-rana, la mattina del 17, inizia lo sbarco, mentre già emergono le prime difficoltà. L'esercito cubano in stato d'allerta sorprende la brigata nello sbarco mentre una barriera corallina non segnalata ne ostacola ulteriormente la presa del terreno.
L'aviazione cubana, sette aerei in tutto, scampata in gran parte al bombardamento del 15, affonda poi la Houston ed il Rio Escondido, l'ultima delle quali con a bordo una buona parte delle munizioni e delle armi per l'invasione. Le forze sotto il comando di Ernando Oliva riescono comunque a formare, insieme ad altri gruppi di invasione, alcune teste di ponte sull'isola.

Il fallimento e l'allineamento all'URSS

Il 18 aprile l'esercito fedele a Castro contrattacca gli invasori mentre Kennedy rifiuta l'appoggio dell'aviazione statunitense agli invasori, per evitare di compromettere ulteriormente la propria posizione.
Il 19 gli ultimi uomini della brigata di Josè Perez San Roman si disperdono, distruggendo il proprio equipaggiamento pesante: 1214 verranno catturati, imprigionati e sottoposti ad un trionfale processo di fronte alla televisione cubana.
Gli Stati Uniti meditano sul fallimento, Kennedy incassa la sconfitta. La figura di Castro ne uscirà più solida che mai mentre gli ultimi ideali democratici lasceranno spazio all'allineamento definitivo con la politica di Mosca, seppur mantenendo una sempre marcata indipendenza ideologica dal PCUS della via cubana al marxismo-leninismo.
A 200 km dalle coste della Florida, Cuba non finirà di preoccupare il gigante americano, preoccupazioni che sfocieranno quasi in guerra un anno dopo, quando i missili di Cuba rischieranno di trascinare definitivamente il mondo nell'apocalisse atomica.



Tratto da http://web.tiscali.it/echoweb/coldwar/