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La Dieta di Roncaglia
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Eletto imperatore nel marzo 1152, Federico Barbarossa già nell'ottobre decise di scendere in Italia, non soltanto per celebrarvi l'incoronazione Imperiale, necessaria ad esercitare molte prerogative connesse col titolo, ma anche per collaudare la propria forza nel confronti del papato, dei Normanni, di Bisanzio.
Nell'autunno 1154 egli si incamminò alla volta della penisola per la via del Brennero e nei dicembre, a Roncaglia, presso Piacenza, celebrò una dieta nella quale vietò l'alienazione dei feudi senza il consenso del signore e dichiarò invalide tutte quelle avvenute contro il diritto imperiale, in spregio dei diritti del sovrano. L'invocazione alla sua giustizia da parte dei Comuni che temevano l'espansione di Milano, gli aveva fornito alleati ed egli aveva distrutto Tortona.

Quattro anni più tardi, nella seconda discesa, condotta con una accurata preparazione e realizzata nell'estate, l'obiettivo fu l'abbattimento della potenza milanese e il ristabilimento della pace in Italia, pace di cui il Barbarossa si presentava come vindice e tutore. Nella seconda dieta di Roncaglia (11 novembre 1158) tale funzione del potere imperiale venne solennemente riaffermata con l'intervento di alcuni maestri dello studio di Bologna (Martino, Bulgaro, Jacopo e Ugone} che diedero all'imperatore l'apporto dottrinale per una precisa definizione delleregalie, cioè dei diritti di pertinenza del sovrano, che nessuno avrebbe potuto esercitare, salvo che dimostrasse di averli ottenuti in concessione legittima o non versasse un censo in denaro all’erario imperiale.
Assieme alla defìnizione delle regalie, contenuta nella Constitutio de regalibus, a Roncaglia venne anche emanata una Constitutio pacis con la quale si proibiva, fra l'altro, la stipulazione di leghe entro le città e tra Comune e Comune. Con ciò, “sembravano posti i pilastri del nuovo assetto italiano, in una collaborazione effettiva dei principi del diritto romano con la restaurazione delle antiche regole dell'amministrazione del regno d'ltalia.

Certo solo dal punto di vista finanziario col recupero di antichi diritti, Federico veniva a trarre notevoli benefici: anche se la cifra di 30.000 libbre d'argento... non è sicura, accurati studi moderni hanno dimostrato che effettivamente il reddito in moneta per l'esercizio delle regalie, prima usurpate, portava un notevole contributo alle esigenze del Barbarossa per la sua grande politica.
Ma è anche evidente che un regolamento di questo genere, che opponeva un diritto in fondo astratto a delle consuetudini da lungo stabilite, non poteva reggersi se non con la forza puramente esteriore imposta dalle truppe di Federico o con la collaborazione d'un sistema di potenze locali, il che veniva a diminuire di molto le pretese di legge e di giustizia generale affermate dall'imperatore... L'Imperatore cercò anche di imporre, dove gli riuscì, suoi funzionari come podestà o reggitori, tentando di dar corpo non solo alla restaurazione dell'antico ordine del regno feudale con il fermo mantenimento dei diritti regi, ma ad un nuovo tipo di organizzazione statale centralizzata. Questo tentativo, però, che non ebbe certo fortuna ovunque, finì per accrescere e non per togliere le diversità e i conflitti tra le varie situazioni locali.


Vedi il Dodicesimo Secolo