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Nacque a Forlì il 13 ottobre 1819. Si laureò all'università di Ferrara
nel 1841.
In seguito si trasferì a Roma per compiervi la pratica
forense; tornato a Forlì fu eletto consigliere comunale e segretario
provinciale.
Verso la metà degli anni '40 del secolo, Saffi era
forte dei sui studi storici che lo avevano emancipato dall'ambiente
religioso e politico nel quale era cresciuto; all'arrivo nella sua terra
dei legati, monsignori Janni e Ruffini, stese una rimostranza che valse
come requisitoria contro il malgoverno della Romagna.
Ben presto gli
entusiasmi che aveva manifestato dopo le concessioni costituzionali ad
opera di Pio IX, vennero in lui diminuendo, e Saffi si accostò alla fede
mazziniana, alla quale rimase fedele fino alla morte. Nel 1848 invocò le
necessità di un'assemblea costituente italiana, necessità già proclamata
da Montanelli ma, prima ancora, da Mazzini.
Fu eletto deputato
alla Costituente per Forlì; andò a Roma. All'interno della Repubblica
romana fu nominato ministro dell'Interno; in seguito acclamato triumviro
con Mazzini e Armellini.
Caduta la Repubblica, l'11 luglio 1849, prese
la via dell'esilio. Dopo un periodo trascorso in Liguria, riparò a
Ginevra, poi a Losanna, dove visse con Mazzini, anch'egli rifugiato da
Roma.
In esilio scrisse una Storia di Roma (incompiuta) e collaborò
all'Italia del popolo. Nel 1851 è costretto a lasciare la Svizzera per
Londra, dove si era trasferito anche Mazzini.
Partecipò ai
preparativi del moto milanese del 6 febbraio 1853, che comprendeva
insurrezioni in altre zone della penisola. Fallito il moto, e condannato
in contumacia a venti anni di carcere, ripara ancora in Inghilterra.
Tornerà in Italia nel 1860, raggiungendo Mazzini a Napoli. L'anno dopo
fu eletto deputato per il collegio di Acerenza; dopo i fatti di Aspromonte
decise di dimettersi.
Nel suo continuo vagare per l'Europa, tornò a
Londra, ma nel 1867 fu di nuovo in Italia. Dal 1872, morto Mazzini, attese
alla continuazione della pubblicazione degli scritti dello scomparso
(fermi all'ottavo volume), giungendo al volume quattordicesimo.
Dal 1877 aveva tenuto lezioni all'Università di Bologna.
Morì a
San Varano presso Forlì il 10 aprile 1890.