Premi il tasto "H" della tastiera per tornare in Home Page
Le scoperte geografiche del 1400
Translation
this page in english:
via Google

Nel frattempo l’Europa, totalmente priva di miniere di oro, si trovò costretta a cercare nuovi sbocchi per permettere alle proprie zecche di riprendere l’attività. Quasi tutti gli Stati si trovarono a dover affrontare questo problema, ma fu soprattutto la Penisola Iberica, suddivisa nei Regni di Portogallo, di Castiglia e di Aragona, a cercare nuove fonti per il rifornimento d’oro. Il primo grande fautore della navigazione e della scoperta geografica fu Enrico il Navigatore, prima infante e poi re del Portogallo; fondò una vera e propria officina nautica nell’Algarve, la regione meridionale del paese, e spese tutte le risorse economiche per dotare la propria flotta di caracche e caravelle.

Questa sete di scoperta del sovrano portoghese attirò marinai provenienti da tutta Europa pronti a salpare con l’obiettivo di raggiungere le Indie, tutte le terre dell’Estremo Oriente, percorrendo l’unica via possibile senza imbattersi in popolazioni ostili, ovvero navigando intorno all’Africa per raggiungere l’Oceano Indiano. Dopo molti tentativi, durante i quali i portoghesi riuscirono ad accaparrarsi numerose basi commerciali lungo le coste dell’Africa, nel 1498, fu Vasco de Gama ad approdare a Calicut.

L’esperimento di Enrico il Navigatore non portò in patria molto oro, ma vi furono molti guadagni dal commercio di schiavi e soprattutto da quello di spezie, talmente tanto fruttuoso da permettere a Lisbona di detronizzare Venezia.

L’unico sistema possibile per raggiungere le Indie senza circumnavigare l’Africa era quello di navigare verso ovest. Di questa teoria erano convinti molti marinai, ma secondo i calcoli fatti, questa nuova strada, avrebbe previsto cinque mesi di navigazione senza trovare la terra, con la conseguenza di dover rinunciare a gran parte dell’equipaggio per caricare le provviste.

Il navigatore genovese Cristoforo Colombo, convinto di poter raggiungere l’Estremo Oriente senza passare dall’Africa, nel 1485 cercò di convincere Giovanni II, nuovo re del Portogallo, ed il sovrano di Inghilterra ad affidargli una flotta, ma questi gliela negarono. Solamente nel 1492 riuscì ad avere la fiducia della regina Isabella di Castiglia e il 3 agosto dello stesso anno salpò da Palos, un piccolo porto del sud della Spagna, con tre caravelle e meno di cento uomini. La navigazione continuò per circa due mesi fino al 12 ottobre del 1492 quando vennero avvistate le coste del nuovo continente.

Solamente dopo due anni dal viaggio di Colombo, il sovrano portoghese si rese conto del proprio errore nella rinuncia delle rotte atlantiche tanto che, grazie all’aiuto del papa Alessandro VI, nel 1494 riuscì a sottoscrivere il Trattato di Tordesillas con il quale si stabiliva la suddivisione dell’Oceano Atlantico: tutte le terre a ovest del meridiano, detto raya, situato a 600 km da Capo Verde sarebbero appartenute alla Spagna, quelle ad est al Portogallo.

I viaggi sulle rotte intraprese da Colombo continuarono: nel 1499 il fiorentino Amerigo Vespucci salpò con una flotta portoghese per raggiungere le coste dell’America Meridionale e, nel 1502, certo di aver scoperto un nuovo continente, fece ritorno in Portogallo con un prezioso carico di perle; nel frattempo le isole dei Caraibi fruttavano zucchero, rame e schiavi.

Tali esplorazioni proseguirono anche nel corso del Cinquecento e nuove terre vennero scoperte: approdarono nell’America Settentrionale, per conto dell’Inghilterra, i veneziani Giovanni e Sebastiano Caboto e il portoghese Ferdinando Magellano, a capo di una spedizione spagnola, con un viaggio durato dal 1519 al 1522 riuscì a compiere la prima circumnavigazione del globo terrestre.


Vedi il Quindicesimo Secolo