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Alessandro Volta nacque a Como il 18 febbraio 1745 da Filippo e
Maddalena. La sua famiglia era aristocratica.
Dal 1758 al 1760
frequentò la scuola presso i gesuiti. In quel periodo scriveva versi in latino
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Iniziò gli studi filosofici (Ginnasio) dove si mise in luce per la sua
intelligenza e abilità nello studio di molte discipline. Continuò gli studi al
Seminario Benzi.
Finito il Ginnasio incominciò ad interessarsi ai fenomeni
elettrici. Studiò i testi di Musschenbroek, di Nollet e di Beccaria, i tre
maggiori scienziati dell'epoca nel campo dell’elettricità.
Nel 1769,
ad appena ventiquattro anni, pubblicò il suo primo lavoro sull'elettricità.
Titolo dell'opera: De vi attractiva ignis electrici ac phaenomenis inde
pendentibus.
Nel 1774, fu nominato Soprintendente e Reggente alle R. Scuole di
Como.
Nel giugno del 1775 comunicò a Priestley l'invenzione di un
sorprendente strumento, che chiamò "elettroforo perpetuo. Questa apparecchiatura
era in grado di fornire elettricità senza bisogno di un continuo strofinio, come
nelle macchine elettrostatiche di quel tempo. Per la prima volta l'induzione
veniva applicata alla produzione sistematica, abbondante e durevole di
elettricità e venne subito utilizzato in tutti i laboratori
europei.
Nell’ottobre del 1775 il conte Firmian gli attribuì la
cattedra di Fisica Sperimentale presso il Regio Ginnasio di Como.
Nel
1776 durante le vacanze estive sul Lago Maggiore, mentre era in barca
presso Angera, vide salire a galla molte bollicine gassose. Dopo averle raccolte
scoprì che era un gas infiammabile e lo chiamò "aria infiammabile nativa delle
paludi". Si trattava del gas metano.
Studiando il metano notò che era possibile
provocare un’esplosione di una miscela di gas mediante una scintilla (come
avviene per la miscela di aria e benzina nei cilindri dei motori delle nostre
auto) e costruì un dispositivo chiamato "pistola di Volta". Successivamente
studiando la sua pistola scoprì che poteva essere impiegata per misurare la
forza di esplosione dei gas infiammabili. Utilizzandola in questo modo, la
pistola diventava un eudiometro, cioè uno strumento adatto a misurare la
quantità di ossigeno presente nell’aria. Inoltre progettò e costruì una lampada
perpetua a gas infiammabile.
In quello stesso anno progettò di trasmettere
da Como a Milano un segnale elettrico mediante un lungo filo metallico. Il filo
doveva essere tenuto isolato dal terreno mediante pali di legno. Il segnale
elettrico doveva essere generato a Como, mediante una scarica di una bottiglia
di Leyda e doveva essere ricevuto a Milano, attraverso l’esplosione della
pistola a gas. Si trattava di un’idea che anticipava l'invenzione del
telegrafo.
Nel novembre del 1778, il conte Firmian lo nominò
Professore di Fisica Particolare all’Università di Pavia.
In questi anni
Alessandro Volta studiò il condensatore ed arrivò alla realizzazione di uno
strumento che era in grado di misurare cariche elettriche debolissime, al quale
diede il nome di "elettroscopio condensatore".
Nel 1780 andò a Firenze
per visitare il Regio Museo di Fisica e Storia Naturale. Nel 1781 visitò
la Svizzera, la Germania centroccidentale, l'Olanda e il Belgio e, verso la fine
di dicembre, arrivò a Parigi. Qui soggiornò per quattro mesi e lavorò con
Laplace e Lavoisier. Nel 1782 arrivò a Londra, dove si fermò sino a
giugno. Il 14 marzo 1782, viene letta alla Royal Society una sua memoria
sul condensatore. In questa memoria Volta formulò in modo corretto i concetti di
quantità di elettricità (Q), capacità (C) e tensione (T) ed enunciò la
relazione fondamentale del condensatore Q = C*T. Questa legge è ancora
presente in tutti i testi di fisica.
Nel 1783 fu nominato rettore
dell'Università di Pavia.
Negli anni che vanno dal 1786 al 1792 si
occupò di meteorologia elettrica e studiando le proprietà fisico-chimiche degli
aeriformi, arrivò a determinare, la legge di dilatazione uniforme dell’aria.
Le ricerche compiute in quegli anni in elettrologia, meteorologia elettrica,
calorimetria, geologia e chimica dei gas, gli consentirono di affermarsi come
uno dei più illustri scienziati d'Europa.
Nel 1792 Volta venne a
conoscenza degli esperimenti di Galvani, che studiava la possibile elettricità
animale. Incomiciò
a ripetere gli esperimenti di Galvani e dopo approfonditi studi, arrivò alla
cloncusione che escludeva che le contrazioni della rana fosssero dovute ad una
elettricità di origine animale. Secondo Alessndro Volta l'elettricità ancora
presente nella rana morta era esterna al corpo dell’animale ed era provocata dal
contatto dei due metalli e la rana assumeva il ruolo di un sensibilissimo
elettroscopio. L’idea di Volta non venne accettata da Galvani e dai sostenitori
dell’elettricità animale.
Iniziò una disputa che investì tutto il mondo
scientifico europeo e lo divise in galvaniani e voltiani.
La disputa si
sviluppò fino agli ultimi mesi del 700, quando Volta, sfruttando la differenza
di potenziale dovuta al contatto di due metalli diversi, riuscì a realizzare, introducendo un terzo
conduttore umido, un collegamento in serie in grado comporre i contributi dei
singoli elementi, realizzando così la pila. Il 20 marzo del 1800, Volta
comunica al presidente della Royal Society, sir Joseph Banks, l'invenzione
della Pila, che inizialmente chiamerà "organo elettrico
artificiale".
L’importanza dell’invenzione e le applicazioni che si
realizzano in pochi mesi, sembrarono dare ragione ad Alessandro Volta, la cui
fama conquistò il mondo. Ma l’idea di una elettricità di origine animale non si
dimostrò sbagliata. Così dall’invenzione di Volta è nata l’elettrochimica e
l’elettromagnetismo con le applicazioni moderne dell’elettricità, mentre dalle
ricerche di Galvani è nata l’elettrofisiologia e la moderna biologia.
Nel
1801 Volta presentò la Pila all’Institut de France, alla presenza del
primo Console Napoleone Buonaparte, che gli consegnò una medaglia d’oro.
Nel
1805 Napoleone gli fece assegnare una pensione annua e lo nominò
Cavaliere della Legione d'Onore. Nel 1806 diventò Cavaliere dell'Ordine
Reale Italiano della Corona di Ferro; nel 1809, senatore del Regno
d'Italia, e infine, nel 1810, conte del Regno d'Italia. Inoltre in quegli
anni, cioè dal 1801 al 1812 Volta rivestì incarichi pubblici quali
Presidente del Consiglio generale del dipartimento del Lario, Presidente del
Magistrato d'Acque, revisore delle stampe e membro dell'Ufficio Centrale della
libertà di stampa, Presidente del Consiglio elettorale del dipartimento del
Lario.
Nonostante l'enorme successo rimase una persona modesta e con i piedi
per terra, infatti in una lettera scrisse:" io non m'invanisco a segno di
credermi di più di quel che sono; e alla vita agitata da una vana gloria
preferisco la tranquillità e dolcezza della vita domestica" (Epistolario,
vol.IV, p.86).
Volta si sposò nel 1794, con Maria Teresa Peregrini, ed
ebbe tre figli maschi. Dopo l’invenzione della pila, a causa degli impegni
politici e dell’attaccamento alla famiglia, Volta abbandonò praticamente
l’attività di ricerca e in gran parte l’insegnamento.
Nonostante la caduta
del regime napoleonico e la conseguente restaurazione austriaca, il governo di
Vienna lo chiamò a Pavia e lo nominò Direttore della Facoltà di
Filosofia.
Nel 1819 si ritirò a vita privata nella casa di campagna a
Camnago.
Morì il 5 marzo 1827 a 82 anni.