PATRIARCATO DI VENEZIA

PASTORALE SPOSI E FAMIGLIA

 

Home ] Su ] PROGRAMMA ] Gli Uffici ] La Commissione ] Formazione al Matrimonio ] Le Assemblee ] Casa Famiglia Pio X ] Assemblea animatori ] I  Fidanzati a S. Marco ] Ass. Centro S. Maria M. Domini ]

 

 

EUCARISTIA, 

PANE DONATO PER LA VITA

DI OGNI CASA

S. Em. Card. Patriarca MARCO CÈ 

alla XI Festa diocesana della Famiglia  

27 gennaio 1991

 GENESI 3,1-5.10   1CORINTI 7,29-31    MARCO 1,14-20

 

1. Carissimi.

anche quest'anno molte famiglie della nostra Chiesa si ritrovano in San Marco, il simbolo del nostro battesimo, per ringraziare il Signore del grande dono della fede, per rinnovare le promesse di fedeltà all'al­leanza con Dio, radicate nella grazia battesimale e venute a frutto nel dono del vostro matrimonio.

Un appuntamento importante, questo, per il quale siamo chiamati a benedire il Signore e godere. Proprio perché è un momento significa­tivo che, di anno in anno, segna la nostra storia, noi non possiamo di­menticare gli assenti: questi posti vuoti alla tavola della nostra festa non possono rimanere inosservati: il nostro pensiero e la nostra pre­ghiera si innalzano al Signore per tutti, con grande affetto.

2. Oggi però la nostra festa si realizza in una situazione da cui non si può prescindere: il dramma della guerra pesa sulla nostra storia, se­gnandola per oggi e per domani.

Dopo la rovinosa caduta — almeno così sembrava — dei regimi totalitari dell'est e la fine della contrapposizione dei due blocchi in cui era praticamente diviso il mondo, noi ci eravamo illusi che fosse iniziato un ordine nuovo, nel quale era ormai impossibile la guerra.

Oggi l'illusione è caduta creando uno shock che sta scuotendo le nostre coscienze. La situazione che si è creata è grave e difficilissima a tutti i livelli. La guerra, forse più di quanto si era previsto, ha messo in moto dinamismi fuori di ogni controllo.

Se ci muovessero solo sentimenti umani, noi dovremmo consegnar­ci a una grande amarezza.

Noi però siamo credenti. Noi crediamo che anche la storia di oggi, se è fuori del controllo dell'uomo, come sembra, non è fuori della prov­videnza di Dio.

Siccome la guerra coinvolge soprattutto le famiglie, io voglio invi­tarvi a viverla nella fede, offrendovi due motivi, fra loro legati.

3. Il primo ci viene dalla parola di Dio ascoltata oggi. A Ninive c'e­ra una umanità infedele a Dio: aveva in sé il principio e la potenza del­l'autodistruzione. Dio però ne ha avuto pietà e le ha mandato un profe­ta; la gente ha ascoltato la parola di Dio e ha cambiato il cuore e la vita, ha innalzato suppliche e Dio ha avuto pietà di loro. Ninive è stata ri­sparmiata.

Il vangelo ci presenta Gesù che si affaccia sulla scena della storia — la pagina di oggi proclama l'inizio della predicazione di Gesù — e nonostante tutto quello che vede, dice: «Il regno di Dio è vicino», cioè è presente in mezzo a voi; «convertitevi e credete» (Me 1,15), cioè ritorna­te a Dio, che perdona e salva.

Cari coniugi, in questo momento così grave della nostra storia è ne­cessario che noi crediamo che in Gesù, Dio è presente nella storia, e preghiamo molto per la pace: fatelo ogni giorno, con grande fiducia, nella vostra famiglia. Solo il Signore può aprire in questo momento, al­le menti accecate degli uomini, strade nuove, strade che portino alla pace. Nel mare in tempesta, il Signore Gesù, crocifisso e risorto, è pre­sente nella barca dell'uomo: destiamolo con le nostre preghiere. Gesù dice: credete!

Si levi in tutte le famiglie una grande coralità di fede nella potenza del Signore nostro Gesù Cristo, vincitore del male, e una preghiera: «Dio dei nostri padri, grande e misericordioso, Padre di tutti, Signore della pace e della vita: abbi pietà di noi».

La sofferenza e la preoccupazione di questi giorni diventino un'oc­casione per riportare la preghiera in famiglia: pensando a chi è lontano, e non può sedersi in pace intorno alla mensa o sta soffrendo.

4. Il Signore però ci invita, oltre che alla fede, anche alla conver­sione. E questo il secondo motivo che io oggi vorrei offrirvi.

Nelle tenebre della guerra voi famiglie siete un segno profetico di speranza. Il vostro amore, fermo e fedele anche nella fatica, la vostra apertura responsabile, ma anche generosa alla vita, dono e mistero da Dio a voi consegnato, la vostra cura per i deboli, gli anziani, i malati di casa vostra e non solo, la gratuità perseverante del vostro amore, spes­so, come quello di Dio, non corrisposto, la vostra disponibilità al per­dono... sono profezia vivente di quella «novità» di cui ci parla la secon­da lettura, che il mondo cerca e oggi non trova, e che voi presentate, nella vostra vita quotidiana, come possibile e reale.

In una drammatica stagione di guerra la famiglia cristiana, nel suo vivere quotidiano, così carico di valori, di vita nuova nell'amore e nella pace, incarnati in piccoli gesti possibili a tutti — gesti che fanno la vita e la storia più vere — può e deve essere un segno di pace.

5. E lo può perché voi fate il pane eucaristico che poi, consacrato, distribuito e mangiato, rende possibile quella «famiglia-segno di pace» di cui stiamo parlando.

Cosa vuol dire: voi fate il pane e il vino eucaristico? Quel pane e quel vino frutto della terra e del lavoro dell'uomo sono il simbolo della vita quotidiana, fatta di lavoro, di fatica per tirar fuori, dal creato, tutto ciò che deve far bella e vivibile la vita umana.

Coniugi, papà e mamme che siete qui: il pane e il vino che fra poco saranno portati all'altare sono il segno di voi: di voi aperti a Dio, che vi amate nel Signore e che, nel servizio alla vita, ai figli, nel compimento del vostro dovere di ogni giorno, riconciliate la storia con Dio.

L'eucaristia infatti è proprio questo: è il sacramento della pasqua di Gesù, della vittoria di Dio sul male, della vita nuova e della riconcilia­zione. Nutrendovi dell'eucaristia, voi diventate capaci di vivere in mo­do da essere nel mondo il grande segno dell'amore e della riconciliazio­ne di cui esso ha bisogno.

C'è un legame intrinseco fra la pasqua di Cristo, di cui l'eucaristia è il sacramento nella Chiesa, e il matrimonio. Il matrimonio e la famiglia cristiana dilatano la grazia dell'eucaristia, la fondono nella vita quoti­diana, e ne fanno il vero culto gradito a Dio.

Ma la sostanza di questa vita quotidiana è l'amore, è la riconcilia­zione, è il perdono, è la pace. Per questo uno dei grandi doni che la Chiesa può fare al mondo in questo momento, oltre alla preghiera, che apre le strade a Dio, è la famiglia: come segno e fermento di pace. Una famiglia veramente eucaristica.

6. Cari coniugi, abbiate fede nella vostra grazia e nella vostra voca­zione: vivete eucaristicamente il vostro matrimonio. E credete che Dio potrà fare cose grandi per mezzo vostro. Vivere l'amore. La famiglia è il luogo dell'amore, sacramento dell'amore di Dio per l'umanità, luogo dove l'amore si apre alla vita: una vita che è dono e stupendo mistero...

Fate della vostra famiglia una scuola dove l'amore viene insegnato e una palestra dove viene esercitato: fra voi coniugi, anche nelle ore della fatica, che non mancheranno mai; fra voi e i figli; nei confronti dei vostri anziani, specialmente quando diventano pesanti; e poi, secondo il prudente giudizio, illuminato dalla fede, nei confronti dei bambini che non hanno famiglia, e di tanti fratelli e sorelle che vivono ai margi­ni, ai quali non è dato sedere alla tavola del benessere e della felicità di tutti.

7. Vivere la gratuità: l'amore discendente, misericordioso, che non si aspetta nessun ricambio e nessuna risposta, è solo di Dio. L'amore che è puro amore, gratuità, gioia di donare, che trova risposta, soddi­sfazione e felicità nel rendere felici gli altri.

Sì, questo è solo di Dio. Ma a noi è dato di parteciparvi proprio gra­zie all'eucaristia: l'eucaristia è il pane che ci dà lo Spirito perché noi viviamo nei gesti quotidiani l'amore gratuito di Dio. Dovete insegnarvelo l'un l'altro, dovrete darne il gusto ai figli: lo impareranno per la sua con­naturalità col battesimo e con l'eucaristia, cioè con la croce di Cristo.

E infine vivete il perdono: il perdono di Cristo in croce ai suoi croci­fissori è il vertice della rivelazione, dell'amore e della gratuità. Il per­dono è sempre sacramento di Dio, azione sua nel nostro cuore. E la giornata di due coniugi, di una famiglia, è piena di occasioni di perdo­no: il perdono dei nemici, di chi in qualunque modo è contro di noi e ci contrasta... Dio vince il male con il bene e vince tutto con l'amore. Amore, gratuità, perdono, trovano solo nell'eucaristia la loro sorgente e la forza per essere vissuti.

Il Signore radichi nel nostro cuore questa verità, il Signore ci aiuti a vivere questo momento della storia tanto difficile e delicato; il Signore ci aiuti a vivere nella speranza per poterla comunicare anche ai nostri fratelli.