PATRIARCATO DI VENEZIA

PASTORALE SPOSI E FAMIGLIA

 

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IL RITORNO DELLA BIBBIA 

NELLE FAMIGLIE 

 RINNOVERÀ LA VITA 

DEGLI UOMINI

S. Em. Card. Patriarca MARCO CÈ 

alla XIII Festa diocesana della Famiglia  

24 gennaio 1993

 ISAIA 8,23-9,3   1CORINTI 1,10-13.17    MATTEO 4,12-23

 

1. Ca rissimi.

eccoci di nuovo per la Festa della famiglia: io vi saluto e vi accolgo con gioia. La nostra Chiesa vi abbraccia e vi offre al Signore per i tanti coniugi che non sono qui, credenti e non credenti. Noi li ricordiamo con affetto.

2. L'incontro eucaristico in S. Marco è il punto d'arrivo di un cam­mino che voi state facendo.

Ora, nell'eucaristia, il Risorto ci svela in modo singolare il suo mi­stero: lui è il Signore di questa assemblea. E noi gli diciamo: «Vieni, Si­gnore Gesù, spezza il pane della tua Parola, nutrici col pane del tuo cor­po e versa in noi il tuo Spirito, perché, rientrando nella vita quotidiana — in famiglia, al lavoro, sulle faticose strade della nostra storia — ti ren­diamo testimonianza».

Cosa significa «rendere testimonianza»? Ne abbiamo parlato altre volte, ma vi ritorniamo, perché la testimonianza è una delle «chiavi» per capire la vita cristiana. Significa che voi dovete lasciare trasparire Gesù in quello che fate, che dite e che siete, come Gesù in quello che faceva, che diceva e che era, lasciava trasparire il Padre.

Questa infatti è la grazia del battesimo: in forza della Parola, del­l'eucaristia e dello Spirito Santo, la nostra storia personale diventa tra­sparenza del Risorto oggi. E tutto quello che faccio io, è lui che lo fa: noi diventiamo come un vangelo vivente, scritto dallo Spirito Santo, che narra il mistero di Gesù presente nella storia degli uomini.

3. Mettiamoci nella luce del vangelo di oggi e lasciamoci illumina­re. Gesù, dopo il suo battesimo e l’imprigionamento di Giovanni Batti­sta, si ritira in Gallica e si stabilisce a Cafarnao: in mezzo alla gente, ai poveri e ai peccatori. E lì diventa un punto luce. Dice infatti il profeta Isaia: «Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce» (Is 9,1).

Sentendo parlare d'una «grande luce», non pensate a cose straordi­narie. La grandezza di Gesù non era nella spettacolarità. Ricordate quante volte Gesù, dopo aver fatto un miracolo, comandava ai suoi che non dicessero niente a nessuno. In un mondo dominato dal peccato — sotto le conseguenze dell'infedeltà di Adamo — la grandezza di Gesù sta tutta nella sua fedeltà al Padre, di cui ascoltava e faceva con amore scrupoloso ogni parola; era la totalità del suo dono ai fratelli. Questa era «la gloria» vera di Gesù, l'incomparabile misura di santità con cui salvava il mondo. Gesù si affaccia sulla storia, da Cafarnao, e subito ci ammonisce:

«Convertitevi» È un'offerta di salvezza, è l'invito a lasciarsi riconciliare con Dio e ad aprirgli la vita; perché Dio ormai è vicino. Con Gesù, Dio è dentro la storia dell'uomo e la salva. «Il Regno dei cieli è vicino» (Mt 4,17) significa: Dio è presente, Dio ci salva in Gesù.

Per questo Gesù può passare accanto a degli uomini che stanno la­vorando — erano dei pescatori — e può rivolgere loro quell'invito sconvolgente: «Seguitemi, vi farò pescatori di uomini» (Mt 4,19). E la chiamata a lasciarsi cambiare radicalmente la vita per il fatto che Dio, in Gesù, ormai è presente nella storia e ne cambia il senso. E ancora: grazie alla Parola, all'eucaristia e allo Spirito, Cristo vive in noi e porta avanti la storia della salvezza mediante noi. Anche una vocazione di consacrazione per il Regno, risuonata in famiglia, va letta in questa chiave: come il Padre manda il Figlio per la salvezza dei fratelli, così i genitori sono chiamati «a mandare il figlio» per la salvezza degli uomi­ni. E quindi partecipano alla grazia con la quale il Padre ha mandato Gesù.

4. Mi accontento di queste briciole. Prendete voi, ora, in mano questa pagina — Gesù che entra nella vostra vita, che vi invita a con­versione, che chiama, che pone i suoi segni — e sforzatevi di leggerla come parola di Gesù per voi. Sforzatevi di fondere in essa la vostra vi­ta, di lasciarvi lievitare da questa pagina. Lo potete fare perché avete lo Spirito Santo e vi nutrite dell'eucaristia che ci connaturalizza con la Pa­rola.

Domandatevi: come tradurre in termini di fedeltà a Dio e di amore ai fratelli la luce di Gesù, perché della nostra presenza nel mondo — che è la nostra Galilea, dove siamo in mezzo a tanto rifiuto di Dio, a tante violenze e ingiustizie, a fronte di tanta povertà e sofferenza — si possa dire: «Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce»

Come esprimere la nostra apertura a Dio, la nostra sequela di Cri­sto, in modo che dalla nostra vita si manifestino i segni che il regno di Dio ormai è presente? I segni di Gesù erano i gesti della sua misericor­dia verso i poveri, i sofferenti, i peccatori. Come testimoniamo nella nostra vita questi segni?

5. In questa lettura del vangelo come parola di Dio per me, prende senso anche il segno che molti di noi oggi hanno deciso di porre rice­vendo dalle mani della Chiesa, che vi ha battezzati e vi raccoglie nell'eucaristia, la Bibbia, il libro che contiene la parola di Dio. La ricevo­no per intronizzarla in famiglia, cioè per metterla al centro della loro vita: a significare che Gesù è il Signore e che la sua parola ci salva. Un segno al quale vi siete preparati con un cammino serio di riflessione.

Ma perché farlo? Non basta l'ascolto della parola di Dio nella mes­sa? Certo: l'ascolto della parola di Dio, trasmessa a noi dalla Chiesa, durante l'eucaristia, rimane sempre il punto più alto della rivelazione della Parola. E però importante che la Bibbia, che contiene la Parola di Dio, abbia il suo posto onorato anche nella famiglia, perché la famiglia non è soltanto cellula viva della Chiesa ma è, essa stessa, piccola Chiesa — «domus ecclesia» — Chiesa domestica.

È importante che la parola di Dio risuoni in essa, a indicare, anche con questo segno, che la famiglia vuole mettersi alla scuola di Gesù, diventare famiglia di discepoli del Signore. Ricevere la Bibbia significa anche impegno a leggerla ogni giorno e possibilmente insieme, per lasciarsi evangelizzare: insieme sforzandosi di capirla e di incarnarla nei pensieri, nelle parole e nei gesti di ogni giorno, e dirla! «Insieme»: come vediamo nell'immagine che vi verrà consegnata, dove Maria e Giuseppe insegnano a Gesù a leggere la Bibbia, che poi diventerà il suo riferimento continuo per compiere la volontà del Padre e la sua mis­sione.

Il gesto che oggi compiamo, vissuto nella fede, può diventare una pentecoste, un nuovo inizio per la storia della famiglia cristiana nella nostra Chiesa. A condizione che non sia semplicemente un episodio — certo di grande qualità — ma l'espressione della volontà di aprirsi alle parole di Gesù: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino» (Mt 4,17).

O Padre, infinitamente buono, noi ti ringraziamo perché tu, oggi, fai conoscere a noi, che siamo piccoli, i misteri del tuo amore: chiaman­doci ad essere ascoltatori della Parola e facitori di essa, tu ci chiami a prolungare nella nostra vita la presenza di Gesù, il Figlio che ti ascolta e ti obbedisce. Tu ci chiami a vivere nelle cose di ogni giorno, anche le più umili, il mistero del tuo amore: per questo ci doni il tuo Spirito.

O Signore, tu hai guardato la piccolezza dei tuoi servi e ha operato in noi grandi cose: noi ti ringraziamo. Che la misericordia con cui ci hai amato, discenda anche su tutti i nostri fratelli perché il tuo Regno ven­ga, o Padre, e Cristo sia veramente il Signore: a tua gloria. Amen.