PATRIARCATO DI VENEZIA

PASTORALE SPOSI E FAMIGLIA

 

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LA XIV ASSEMBLEA DEI FIDANZATI

a San Marco

Il manifesto:

I commenti della stampa:

AVVENIRE

Il patriarca di Venezia Angelo Scola ha spiegato a 400 fidanzati i fondamenti autentici dell’amore coniugale: “Eterosessuale, indissolubile, aperto alla vita ” di Maria Laura Conte

 

C’era chi ha già fissato la data del matrimonio, chi temporeggia in un fidanzamento prolungato e chi già vive l’esperienza della convivenza, ma tutte le 400 coppie di fidanzati che si sposano entro l’anno - presenti domenica pomeriggio al dialogo ormai tradizionale con il cardinale Angelo Scola, patriarca di Venezia, nella Basilica di San Marco - erano accomunati dalla stessa curiosità, declinata in domande diverse: ha un profilo preciso e oggettivo” l’amore su cui si decide di fondare una nuova famiglia? Oppure ognuno lo può definire a suo modo, avviare e sciogliere sull’onda delle circostanze che pone la vita? E davvero realistico che l’amore promesso all’altare sia “per sempre”, quando intorno decine di matrimoni d’amici finiscono sgretolati sotto il peso della vita di ogni giorno, di incontri apparentemente più interessanti e del fascino - vero o presunto - di un nuovo innamoramento? Incalzato dalle testimonianze vive e spontanee dei giovani presenti, sollecitati anche dal dibattito sulla famiglia in atto nel nostro Paese, il patriarca Scola ha puntato dritto al cuore del tema con parole chiare. L’amore ha un profilo oggettivo, ha un’essenza chiara e precisa: «Ama solo chi ama per primo e senza chiedere nulla in cambio -ha sottolineato il Patriarca - e ama solo colui che ama in ogni istante come se fosse l’ultimo istante: queste sono le due prime caratteristiche dell’amore. Se queste vengono meno, non c’è amore”. Ma questo amore non e frutto di teorie, ha raccontato il patriarca dì Venezia: è la verità che vede scritta sul volto delle coppie di nonni che lo accostano durante la sua visita pastorale e che gli raccontano della loro festa per 65 anni di matrimonio traboccando di felicità piena. «Chi non ha capito questo -sono parole de I Patriarca - non ha capito nulla del bell’amore. Questo è l’amore che Gesù ha voluto indicare all’uomo e alla donna: fedele ed esclusivo, cioè indissolubile. Vi sfido a non desiderare un amore così». Ma oggi si paria di tante forme d’amore — hanno rilanciato i fidanzati presenti — ponendole tutte sullo stesso piano, accomunate dall’idea che in tutte si avverte la nostalgia dell’amato o dell’amata. «L’amore coniugale è sempre unità inscindibile di tre fattori: —ha precisato allora Scola — la differenza sessuale (uomo-donna), l’amore come dono definitivo di sé (stabilità) e la fecondità (apertura alla vita). Per questo l’amore coniugale è imparagonabile ad ogni altro tipo di legame affettivo e questa sua singolarità va tutelata e promossa dal punto di vista pubblico e legislativo anche evitando ogni altro genere di proposta, come i Dico, che rischi di scimmiottare il matrimonio o di concedere statuti familiari a rapporti che non sono obiettivamente coniugali. Non è giusto dar adito a pseudomatrimoni o parafamiglie dove non si danno in unita i tre fattori dell’amore coniugale». E chi è omosessuale — hanno incalzato a quel punto alcuni dei presenti nella Basilica — non ha diritto a un riconoscimento del suo legame affettivo? «La posizione della Chiesa — ha risposto il cardinale Scola — non è contro nessuno, né può essere tacciata di omofobia. Pieno rispetto, quindi, per le persone che si dichiarano omosessuali; ma non possono esigere che eventuali loro legami siano considerati espressione di amore coniugale che per essere tale deve sempre realizzare i tre fattori richiamati: se è necessario garantire diritti individuali lo si potrà fare quali diritti civili privati». «Ogni uomo e ogni donna, che sia etero o omosessuale — ha spiegato ancora il patriarca di Venezia — deve compiere lungo tutta l’esistenza il proprio cammino di maturazione nell’esperienza dell’amore. Deve imparare l’amore nella sua verità. Dobbiamo accompagnarci a vicenda nella lotta per vivere con verità la sessualità in una prospettiva di vero amore. L’errore grave della nostra società è credere che il dovere annulli il libero volere; mentre è il sacrificio a strutturare il desiderio, a renderlo vero, a purificano E questo vale per ogni uomo e per ogni donna. Anche per coloro che si dichiarano omosessuali Nella mia vita ho accompagnato decine di persone che si trovavano in questa situazione a compiere un simile percorso”.

 

IL GAZZETTINO

Scola ai fidanzati: “L’amore è un dialogo continuo” di Gioia Tiozzo

Quasi 600 fidanzati nella basilica di San Marco per ascoltare il patriarca Angelo Scola. Ieri pomeriggio si è tenuta la XIV assemblea dei fidanzati del patriarcato di Venezia che ha raccolto coppie in maggioranza dalla terraferma. Un'occasione per i giovani per provare a pensare al futuro matrimonio, mettendosi a confronto con i propri coetanei per condividere gioie e preoccupazioni. Una tappa importante l'incontro di ieri, in chiusura di un percorso in preparazione alla vita di coppia. Giovani fidanzati che hanno scelto di farsi aiutare partecipando a corsi formativi che da anni accompagnano le coppie al matrimonio cristiano. Un percorso di consapevolezza, necessario a chi vuole vivere con impegno le future responsabilità familiari. Un'occasione per il patriarca per incontrare la comunità e per ribadire i principi cardine della chiesa. E il patriarca Scola si è così espresso : «Il matrimonio deve essere per sempre e per matrimonio intendo l'unione di una donna con un uomo, e niente altro». È poi seguito un lungo discorso per parlare dell'amore di coppia. «Il vostro amore - ha detto Scola - deve essere un dialogo continuo, un scambio dove non deve mai venir meno il rispetto dell'altro. Ma il dialogo richiede una consapevolezza, richiede ad entrambe le parti di riconoscere l'altro. Consapevolezza che porta il fedele a capire che l'amore è più grande di ogni uomo, tanto grande che si sente la necessità di affidare questo amore a Dio». Un richiamo ai giovani a farsi aiutare e a trovare nella chiesa e nella sua dottrina la riposta a tante domande. Senza mai dire la parola aborto, Scola ha voluto richiamare l'assemblea ad una riflessione sulla vita. «Dico no alla contraccezione meccanica e chimica. I metodi contraccettivi naturali sono sicuri quanto quelli professati dalle industrie farmaceutiche il cui interesse è solo quello di vendere molte pillole. Non è vero che la contraccezione naturale non sia sicura. La procreazione deve essere un atto consapevole e valutato in una comunione di giudizio». Consapevolezza e responsabilità che portano alla naturale conseguenza dell'amore di coppia: i figli. Figli che devono crescere all'interno di una coppia sposata, senza bisogno di passare per la convivenza. Un no secco alle relazioni usa e getta e al tradimento: segno tangibile di una mancanza d'amore. E qualora ci si trovi davanti all'impossibilità di avere figli naturali, il patriarca Angelo Scola vede come unica soluzione l'adozione di bambini. Ai giovani, infine, è andato un monito: «Ragazzi, non camminate da soli. La coppia chiusa in solitudine ha davanti a sé solo guai. La vita di comunità è essenziale».