PATRIARCATO DI VENEZIA

PASTORALE SPOSI E FAMIGLIA

 

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GIUBILEO, ANNO DI GRAZIA 

DELLA FAMIGLIA

S. Em. Card. Patriarca 

MARCO CÈ

alla XX Festa diocesana 

della Famiglia 

23 gennaio 2000

 

Giona 3,1-5.10

Sal 24

1Corinti 7,29-31

Marco 1, 14-2

 

Vi accolgo con gioia

Cari fratelli presbiteri, diacono e ministri, carissimi sposi, cari ragazzi è con grande gioia che oggi vi accolgo, nella nostra basilica di San Marco che si presenta a voi in tutto lo splendore dei suoi mosaici, per farvi festa e per dirvi che, in questo tempio, voi siete a casa. Questa è la chiesa madre di tutte le nostre chiese; essa vi accoglie da tutte le comunità e fa di tutti noi un’unica famiglia, la santa Chiesa che è in Venezia.

Vi saluto tutti e sappiate che la vostra presenza, così numerosa, per il Vescovo è certamente motivo di grande gioia e consolazione, di cui ringrazio il Signore. Penso anche a tutte le famiglie e a coloro che non sono con noi perché hanno degli impedimenti: bambini troppo piccoli, ammalati in casa, situazioni di difficoltà all’interno della famiglia. In questo momento non ci occupiamo soltanto di noi stessi ma, proprio perché ci incontriamo nel Signore, il nostro cuore si allarga, si spalanca a tutti e concede un pensiero particolare a coloro che soffrono. Li presentiamo al Signore e chiediamo per loro la sua consolazione e la sua grazia. Quest’anno siamo richiamati qui da un motivo particolarissimo: è l’anno di grazia del Signore, il bimillenario della nascita di Gesù. Noi vogliamo ricordare questo grande evento benedicendo e ringraziando Dio Padre: duemila anni fa, nella sua infinita bontà, Dio ci ha donato il Signore Nostro Gesù Cristo.

 

Dio ci vuole salvare tutti

Abbiamo ascoltato nel Vangelo che, dopo il dramma della cattura di Giovanni Battista – un momento, cioè, in cui il bene sembra sconfitto ed il male vittorioso -, sulla scena del mondo compare una figura: Gesù di Nazareth. Egli dice che il tempo è compiuto , il tempo dei profeti, il tempo dell’attesa, il tempo in cui l’umanità invoca un salvatore senza conoscerne il volto, è compiuto. Il Regno di Dio è vicino , nel senso che è ormai presente; il Regno di Dio, cioè il Salvatore promesso dal Padre, è talmente vicino da essere presente, perciò convertitevi - ascoltatelo, apritegli il cuore, seguitelo - e credete al Vangelo . Ciò significa che Dio non ci ha lasciati soli nei nostri patimenti, nel male del mondo: Dio ha avuto pietà di noi e ci ha mandato il Salvatore.

La prima lettura, tratta dal libro di Giona, ci ha parlato di una grande città che si era consegnata alla corruzione e al peccato. Ma Dio, padre di tutti (credenti e non credenti), ha pietà di questa città e manda un profeta: “Va’ nella grande città e invitala alla conversione, perché Dio la vuol salvare”. Dio ha pietà dei suoi abitanti, della loro miseria, del loro peccato, della loro sicura rovina; Dio non vuole che nessuno si perda perché egli è il Padre di tutti e li vuole sottrarre alla morte.

Fratelli e sorelle carissimi, Dio ha pietà di noi e ci vuole salvare. E lo fa in colui che è presente qui in mezzo a noi, che presiede questa nostra eucaristia. Io sono soltanto il povero e pallido segno di un’altra grande presenza, quella del Signore Gesù il Risorto. È Lui che parla al vostro cuore, che interpella le vostre coscienze e vi dice che questo tempo di salvezza è offerto a tutti. Gesù, di cui stiamo celebrando il bimillenario dalla nascita, è il dono che il Padre ci fa affinché siamo tutti redenti e abbiamo speranza.

Probabilmente c’è qualcuno, in mezzo a noi, che ha il cuore chiuso e non ha speranza. Oggi Dio vi invita a spalancare il cuore e a credere che è Padre, che ci ama e che suo figlio Gesù ci vuol salvare. Ma Dio Padre vuol salvare tutti, non soltanto noi, ma anche quelli che lo hanno rifiutato, che sono nella grande difficoltà della lontananza da Dio.

 

Gli sposi : prolungamento di Cristo

Voi sapete in quali disagi si trovi l’istituto matrimoniale. La realtà che il cristianesimo ha consegnato alla nostra storia, oggi è in grandi difficoltà, rischia di essere infranta e svuotata del suo contenuto. Ebbene, Dio vuol salvare il nostro mondo, tutte le famiglie. A Ninive Dio ha mandato Giona, nella pienezza dei tempi Dio ha mandato Gesù, che vuol salvare i nostri fratelli, ma li vuole salvare attraverso voi, sposi e spose che siete qui. Voi siete gli strumenti dell’umanità santa di Gesù per salvare i nostri fratelli.

La famiglia per le famiglie è ormai una sigla che contraddistingue la nostra pastorale familiare diocesana, è un motto che siete andati approfondendo in questi anni e che ormai vi è caro, il cui senso sta nella promozione della solidarietà verso le famiglie povere, diseredate. Ma il suo significato più profondo risiede soprattutto nell’invito per ciascuno di voi a vivere la grazia, il proprio servizio ai fratelli, alla Chiesa, al mondo (con una parola difficile: la propria ministerialità), sia per i fratelli che credono che per quelli che non credono, rendendosi strumento di Gesù, strumento di grazia per salvare la famiglia oggi. Solo Gesù ci salva, ma egli ha bisogno di noi.

Come la divina Persona del Figlio ha voluto salvare il mondo attraverso l’umanità di Gesù, così Gesù, figlio di Dio fatto uomo, vuol salvare la famiglia attraverso voi che siete il prolungamento di quella umanità. Riformulando oggi le promesse matrimoniali, voi rinnoverete in qualche modo la grazia del sacramento che avete ricevuto un giorno. Non è una grazia lontana consegnata in quel momento, ma è una grazia sempre viva nella vostra vita, sempre attuale, in forza della quale, con la testimonianza del vostro amore, potete salvare anche le famiglie che stanno accanto a voi, le famiglie della vostra comunità.

 

Grandi cose per mezzo vostro

Il Vangelo della liturgia odierna ci propone l’immagine di Gesù che fa le prime chiamate. Egli vede Pietro e Andrea che rassettano le reti, poi Giacomo e Giovanni e li chiama dicendo: Venite, vi farò pescatori di uomini. Questi apostoli, in forza della chiamata di Gesù, diventano il prolungamento della sua umanità e della sua opera nella storia degli uomini.

Le parole che Gesù ha detto a Pietro ed Andrea, a Giacomo e Giovanni oggi le dice a voi: “Venite, seguitemi, apritemi la vostra vita ed io entrerò nelle vostre difficoltà; vi darò luce e forza. Nei giorni facili ma anche in quelli difficili, vivete con intensità il sacramento che avete ricevuto, vivete la vostra vita matrimoniale per la grazia che vi ho donato e la vostra vita diventerà il luogo attraverso il quale io salverò le famiglie che soffrono, le famiglie che non credono, le famiglie che sono in difficoltà”.

Coniugi carissimi, dilatate il cuore a queste grandi prospettive. So che la vostra vita conosce la fatica, a volte la grande sofferenza. Chi non conosce l’infelicità di tante famiglie, le preoccupazioni per le malattie, per il lavoro, per le discordie, per le strade sbagliate dei figli? Ebbene, attraverso tutte queste situazioni, per mezzo vostro Gesù è capace di operare delle grandi cose, ma solo se aprite il vostro cuore alla fede in lui, che santifica la vostra pena anche nei momenti di più grande desolazione.

 

Spezzate il pane della Parola

Fra poco consegnerò la Bibbia ad un centinaio di famiglie. La Bibbia è un luogo privilegiatissimo da cui Dio ci parla. Ve la do per voi, per i vostri figli, perché la viviate, ma anche perché, nutrendovi della parola di Dio, diventiate parola di Dio ai vostri fratelli, vivendo la vostra vita pur se il percorso, qualche giorno, è appesantito da passi impegnativi.

Anche Gesù ha faticato nell’adempiere alla volontà del Padre, ma, accostandovi alla parola di Dio, sul suo esempio, imparerete come compiere la volontà del Padre pure nello sforzo ed allora la Bibbia diventerà non solo un pane spezzato per voi, ma anche un pane che voi spezzerete e darete ai vostri fratelli affinché diventi vita anche per loro.

 

Ricordiamoci di coloro che soffrono

Ricordiamoci, in conclusione, di coloro che soffrono. Mentre godiamo di questa nostra celebrazione, mi pare tanto bello che abbiamo viva in cuore la preghiera, l’invocazione per tutti coloro che soffrono, per tutte le realtà che ci stanno a cuore. Avete nominato già alcune situazioni come “Casa Famiglia” – sia benedetta! - e i tanti ammalati del “Gris” – siano benedetti! -, mandiamo un pensiero anche alle carcerate che, avendo la possibilità di un po’ di tempo di libertà o avendo espiato la pena, potremo accogliere in quella piccola struttura che costruiremo a Santa Chiara.

Ricordiamoci, dunque, di tutte le circostanze di sofferenza. Quanto più preghiamo per gli altri, quanto più ci facciamo carico della tribolazione dei fratelli, tanto più il Padre ci osserva con amore, come voi, papà e mamme, guardate con amore i vostri bimbi più grandi che si prendono cura dei più piccoli.

 

Omelia tenuta alla XX Festa diocesana della Famiglia . Trascrizione, non rivista dall’autore, dalla registrazione, revisione del testo e titolazioni a cura della Segreteria della Commissione.

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