PATRIARCATO DI VENEZIA

PASTORALE SPOSI E FAMIGLIA

 

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IL MATRIMONIO CRISTIANO,

SFIDA E SPERANZA 

PER IL TERZO MILLENNIO

S. Em. Card. Patriarca MARCO CÈ 

alla XXI Festa diocesana della Famiglia

21 gennaio 2001

 

 

Neemia 8,2-4.5-6.8-10

1 Corinti 12, 12-31

Luca 1,14 ‑ 21

 

L’inaugurazione di un ministero

Carissimi sposi, voi sapete che questo incontro è sempre uno dei momenti più belli, più desiderati per la nostra Chiesa, per i presbiteri, per tutti voi, e per me costituisce uno dei momenti più importanti del mio servizio episcopale.

Quest'incontro, all'inizio dei millennio, assume un significato del tutto particolare: è il momento in cui il Signore vuole affidarvi una Parola che sia insieme la strada lungo la quale camminare, ma anche la promessa che non vi mancherà mai la grazia per vivere il Sacramento del Matrimonio che vi è stato donato e per superare le difficoltà che, inevitabilmente, voi incontrerete, com’è nelle vita di tutti.

Le Letture che oggi sono state proclamate contengono una luce straordinaria per il cammino che ci sta davanti: io credo che la Provvidenza le abbia preparate proprio per voi. Incominciamo con il Vangelo.

Siamo agli inizi della vita pubblica di Gesù: oggi assistiamo a quella che può essere considerata l'inaugurazione dei suo ministero. É sabato e Gesù va nella sinagoga del suo paese, Nazareth. Leggendo attentamente il testo e pochi versetti che lo precedono,  si constata che lo Spirito Santo è il grande protagonista di tutto l'evento, è lui che conduce Gesù a Nazareth.

Nella sinagoga, alla preghiera festiva, Gesù si alza a leggere. Gli tocca un testo dei profeta Isaia che dice così: «1o Spirito dei Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l'unzione e mi ha mandato ad annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi e predicare un anno di grazia dei Signore».

Poi - dice il Vangelo - Gesù arrotolò il volume e lo consegnò all'inserviente. Gli occhi di tutti stavano fissi sopra di lui. Ed egli disse: «Oggi si è adempiuta la Scrittura che voi avete udito con le vostre orecchie». C on queste parole Gesù ha proclamato la propria missione di Salvatore nella storia degli uomini, ma ha proclamato anche la vostra grazia e la vostra missione, oggi.  

La parola di Dio è un fuoco incandescente

A questo punto cerchiamo di ascoltarci a vicenda. Io cerco di parlare al vostro cuore e voi sforzatevi non soltanto di ascoltare quello che dico ma di pregare il Signore perché renda luminose ed efficaci le mie parole, perché la Parola del Signore non è come la parola umana, per capire la quale basta un vocabolario. Quando è Dio che ci parla, la sua Parola è come un fuoco incandescente, la sua Parola è più ricca del suono delle parole, quando entra nel cuore esplode e dice cose che l’intelligenza umana non capisce.

Noi dobbiamo pregare il Signore perché ci dia la grazia di intendere in questo modo quello che Lui oggi vuole dirci. Gesù annunzia la sua missione salvatrice; la annunzia e la compie nei trentatré anni della sua vita. Poi sappiamo che viene rifiutato, condannato, la sua morte si compie sulla croce; Gesù risorge e, dopo quaranta giorni, ascende al cielo. È finita la missione di Gesù?

Gesù dice ai suoi discepoli: «io non vi lascerò orfani, non dovete essere tristi se vi dico che vado via». Perché? Altre volte ce lo siamo detto, ma oggi ve lo vorrei ripetere con grande forza.

  É finita la missione di Gesù?

Ma c’è tutto il mondo che lo aspetta, che attende di essere salvato. Ci sono tante povertà nel mondo che aspettano la lieta notizia della salvezza; tante povertà, tante prigionie, tante cecità, tante malattie che attendono la parola della speranza che le apra, che le sciolga.

È finita la missione di Gesù? No, noi lo sappiamo che non è finita, che la missione di Gesù deve continuare fino agli ultimi confini della terra. Come? Oggi, (riprendo l’oggi che è risuonato nella Parola di Dio) grazie allo Spirito di Gesù che avete ricevuto sia nell'iniziazione Cristiana (nel Battesimo, nella Cresima e nell’Eucaristia), che nel Sacramento del Matrimonio, è attraverso voi che l’opera salvatrice di Gesù deve giungere fino agli ultimi confini della terra, è attraverso voi che si spande l’annunzio della lieta notizia che la salvezza è data ormai agli uomini.

All'inizio di questo nuovo millennio, per le particolari circostanze storiche che noi stiamo vivendo, voi sposi siete chiamati da Dio – era contenuto anche nell’orazione con cui abbiamo iniziato la messa – ad essere singolare strumento nelle mani di Gesù per il compimento della sua opera di salvezza, ed io prego lo Spirito Santo nel mio cuore perché vi aiuti a comprendere queste parole.

Associati al Cristo, strumenti nelle sue mani

La povertà che nel nostro tempo ha più bisogno della buona notizia di salvezza da parte di Gesù, è proprio la realtà dei matrimonio, voluto da Dio nel giorno della creazione come sua singolare immagine: realtà da cui nasce la famiglia e la società, e dove affondano le radici, tutti i beni di cui l'umanità ha bisogno.

Dio ha creato l’uomo a sua immagine, maschio e femmina, perché si riuniscano nell'amore fecondo. Questo è il progetto di Dio e la sua immagine sull’uomo. Oggi il progetto di Dio viene banalizzato e distorto, quando non viene esplicitamente negato, spessissimo misconosciuto e avvilito. Ma così facendo si tagliano le radici della speranza per l’umanità, si stravolgono i "fondamenti" dell'umanità stessa.

Coniugi carissimi, Gesù redentore è venuto a salvare l'uomo da tutte le sue povertà, ma non lo fa da solo: Egli ci associa a sé, come strumento nelle sue mani, in forza dello Spirito Santo affinché, nel suo nome, portiamo a compimento l'opera della redenzione. Oggi la grande sfida per il futuro della storia, è il matrimonio cristiano, come Dio lo ha voluto e lo ha stampato nell'uomo e nella donna, insieme sua immagine.

Sposi cristiani, il Signore vi ha consacrati nel matrimonio con lo Spirito Santo e vi manda nel mondo perché, vivendo il vostro matrimonio nella fatica d'ogni giorno, cioè nella croce di Gesù, voi salviate il progetto di Dio per tutta l'umanità e così, di fronte ad un mondo che nega il matrimonio, siate sfida e allo stesso tempo, vivendo nella grazia della fede, redenzione e speranza.

Vi affido questa consegna

Certo, farete fatica, anche perché tutto oggi è contro il matrimonio come la grande tradizione cristiana ce l’ha consegnato. Oggi il matrimonio è “croce” non soltanto perché, come ogni vita, come ogni responsabilità, è anche peso, ma anche perché non ha più intorno a sé il consenso sociale, di un’opinione pubblica fortemente condizionata da mezzi di comunicazione che riflettono il modo di pensare e di vivere di una società radicalmente secolarizzata, scristianizzata.

Del resto sappiamo che anche Gesù, nella sua proposta evangelica del matrimonio, si è trovato molto solo: anche gli stessi apostoli non lo hanno capito. Capiranno dopo la sua risurrezione, ma quando lui ne ha parlato, non hanno capito. «Se è così il matrimonio - hanno detto - non vale la pena di sposarsi». (cfr Mt 19, 10‑12). Dovete avere la coscienza che vivendo il matrimonio come Dio lo ha voluto, realizzate la sua volontà, e quindi avete la certezza che il Signore cammina con voi: «non sarete soli, io sarò con voi».

Farete fatica, conoscerete la debolezza e talora anche la caduta, ma non perdetevi d'animo. Le braccia misericordiose dei Padre ci aspettano per accoglierci e infonderci coraggio, e Gesù, il nostro buon samaritano, ci raccoglierà e sanerà le nostre ferite.

Se vivrete il vostro matrimonio, voi sarete la speranza dei deboli, di chi sbaglia, di chi si è messo su una strada dalla quale non riesce più a ritornare. Gesù, da solo, salva tutti. Due sposi che nella fatica, nella croce, vivono il loro matrimonio secondo Dio, ricuperandosi ogni giorno dalle loro debolezze e forse dalle loro cadute, sono la salvezza di molti.

Sposi carissimi, all'inizio di questo millennio vi affido questa consegna. Ve l'affido per la fede che ho nella grazia e nell'azione potente dello Spirito Santo. Ve l'affido pur sapendo che siete deboli, come lo sono io: ma la nostra debolezza non deve farci paura se abbiamo fiducia nell'amore tenero del Padre e nell'azione potente dello Spirito Santo.

 

Goccioline illuminate

La seconda lettura conferma quanto vi ho già detto: Dio ci fa dei doni perché li mettiamo a servizio degli altri. Obietterete dicendo di sentirvi come una gocciolina nell'oceano, ininfluente nell'immenso mondo che ha con sé la potenza dei mezzi della comunicazione sociale e potreste aver ragione se non riflettessimo sul fatto che se in quella gocciolina si riflette la luce di Dio, tutto il mondo ne è illuminato.

Nella prima lettura, tratta dal libro di Neemia, in cui Esdra, sacerdote e scriba, legge in mezzo alla Comunità il libro della Parola di Dio, il Signore vi dice quanto è bella e importante la scelta di fare della Bibbia la luce della vostra vita. Io la consegnerò a ottantadue coppie di sposi. Sono felice di farlo continuando così una tradizione che diffonde la Bibbia in tante famiglie e ritengo questa una grazia grande che il Signore fa alla nostra Chiesa.

So che vi siete preparati nella riflessione e nella preghiera; so anche che questa è una scelta di vita, perché esprime la vostra volontà di essere fedeli al Signore. Il chiedere la Bibbia prima di rinnovare le promesse sponsali, è come chiedere il libro su cui rinnovare queste promesse; cioè con la fermezza della Parola del Vangelo, ma anche con la speranza della grazia del Vangelo. Gesù è cresciuto alla scuola della Bibbia dove lui stesso ha imparato quale fosse la volontà dei Padre. Rendetevi ad essa familiari, in particolare ai Vangeli: con dolcezza e con continuità.

Apprezzo il fatto che molti di voi partecipino ai Gruppi di Ascolto: è una scuola per crescere nella fede e un prezioso servizio alla comunità. l Vangeli, letti insieme, marito e moglie, o letti ai bambini o fatti leggere dai figli che ne sono in grado, trasformano la famiglia ad immagine della Santa Famiglia di Nazareth.

Andate! È Dio che vi manda

La mia ultima parola è un invito alla fiducia. Io non credo di essere pessimista se paragono il matrimonio e la famiglia cristiana, oggi, alla barca degli apostoli sul mare il tempesta. Nelle nostre paure e nei nostri scoraggiamenti mi pare di sentire il grido di sgomento degli apostoli che si rivolgono a Gesù e gli dicono: «Signore, non te ne importa che noi periamo? Signore, non vedi le nostre fatiche? Ti rendi conto che le nostre resistenze al mondo stanno per cedere?». E Gesù che pacato e dolce risponde: «Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?» (Cfr. Mc 4, 35‑41).

Sposi carissimi, li mondo ha bisogno di voi. La legge dei Vangelo è che uno salva tutti: vale per Gesù, ma vale anche per ciascuno di voi. Un cristiano, fedele nella fatica, nella croce, un cristiano fedele come Gesù, salva tutti. Abbiate fede, imparate a pregare nel modo più semplice: parlate con Dio come i vostri figli parlano con voi, e credete che Dio opererà in voi non sulla misura delle vostre forze o capacità, ma sulla misura dei suo amore e della sua potenza.

La Chiesa nasce da questa fede e cresce su di essa. Voi siete chiamati ad essere la speranza degli uomini, vincendo la sfida del mondo. Andate! É Dio che vi manda.  

Omelia tenuta alla XXI Festa diocesana della Famiglia . Trascrizione, non rivista dall’autore , dalla registrazione, revisione del testo e titolazioni a cura della Segreteria della Commissione.

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