PATRIARCATO DI VENEZIA

PASTORALE SPOSI E FAMIGLIA

 

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CHIAMATI ALLA SANTITÀ  PER SALVARE IL MONDO

S. Em. Card. Patriarca MARCO CÈ 

alla XXII Festa diocesana della Famiglia

20 gennaio 2002

 

   

Carissimi Sposi

Siete convenuti in San Marco per la Festa della Famiglia, e con voi ci sono anche tanti piccoli. Con gioia vedo che sono presenti anche parecchi sacerdoti e diaconi. Vi saluto tutti e con voi tutte le famiglie del nostro territorio, in particolare quelle in difficoltà o provate dalla sofferenza. In questo momento le abbraccio tutte e le presento al Signore pregando ed intercedendo per loro assieme a voi.
Voi lo sapete: è l’ultima volta che presiedo la celebrazione della Festa della Famiglia. Essa è sempre stata per me un momento di grande consolazione. L’impegno a favore del matrimonio cristiano e della famiglia, come il Creatore ce li ha consegnati, è stato un assillo costante del mio lungo ministero. Oggi io benedico il Signore, perché, grazie all’impegno di molti, in particolare della Commissione per la Pastorale degli Sposi e della Famiglia e del suo direttore don Silvio, la sensibilità della nostra Chiesa su questo grande dono di Dio è maturata ed è largamente condivisa. Una strada ormai è aperta; attraverso di essa il Signore viene nel mondo e noi dobbiamo fiduciosamente andargli incontro.  
Due Figure Di Fronte
Vorrei però, pur avendo poco tempo a disposizione, meditare con voi sulla Parola di Dio che abbiamo appena ascoltato. Vedo infatti alla mia destra una quantità di Bibbie a significare che per l’ottava volta consegnerò la Sacra Scrittura ad un gruppo di famiglie: ciò sta a ricordare a me e a tutti voi che la Parola di Dio deve essere sempre al centro della nostra vita. Indugiamo quindi un attimo per farla entrare nel nostro cuore, dopo averla ascoltata in questa proclamazione.
Il vangelo di oggi ci mette di fronte a due figure: Gesù all’inizio del suo ministero e Giovanni Battista che gli rende la sua testimonianza. Gesù si è già fatto battezzare da Giovanni e con quel gesto ha voluto esprimere la missione ricevuta dal Padre di farsi solidale con l’umanità peccatrice, prendendola sulle proprie spalle; Lui l’innocente che non conosceva il peccato.
Giovanni rende testimonianza a Gesù avendo visto scendere su di Lui lo Spirito Santo e avendo udito le parole del Padre che lo ha proclamato suo figlio: «Questo è il mio figlio, il prediletto». Ora Giovanni lo vede di nuovo e non può trattenersi dall’esclamare: «Ecco l’Agnello di Dio, che toglie il peccato dal mondo». Vorrei soffermarmi su questa testimonianza per sottolinearne la potenza. In queste parole c’è tutto il mistero e la missione di Gesù: solidarizzare con l’umanità peccatrice, portarne il peccato davanti al Padre per espiarlo e cancellarlo. Gesù è l’Agnello, cioè la Pasqua del mondo, il passaggio dal peccato a Dio, dalla lontananza alla filiazione adottiva. Guardando all’Agnello che porta il nostro peccato, il Padre ci salva.  
Due Riflessioni
Cari sposi, io vi domando: Gesù è presente nella vostra vita? Ditemi: si può vivere oggi da sposi cristiani senza la grazia di Gesù, senza porre con totale fiducia il nostro sguardo su di lui, senza tendergli la mano come gli apostoli sul lago in tempesta: «Signore sei tu che ci salvi, senza di te noi affondiamo»?.
Ripeto: si può, oggi, vivere da sposi cristiani? Nella vita di uno sposo e di una sposa, di me Vescovo, dei presbiteri che sono qui, la fede nella divina persona di Gesù “vivo davanti a me”, nostro fratello, nostro buon samaritano, nostro compagno di fatica, è tutto. Ma ce ne ricordiamo? Lo preghiamo ogni giorno? La domenica, alla messa, andiamo con la voglia di incontrarlo in quel modo assolutamente unico e singolare che è l’Eucaristia?
 
Un Forte Contrasto
Il vangelo mi suggerisce un’altra riflessione. Abbiamo percepito una forte contrapposizione tra l’Agnello - umile, mite, debole - e il peccato, il dramma del male presente nel mondo. Due mondi in un contrasto assolutamente irriducibile. Di fronte allo strapotere del male, Dio pone l’Agnello, cioè Gesù crocifisso. Ma questo Crocifisso, questo sconfitto porta su di sé tutto il peccato e tutto il dolore del mondo in virtù del comando ricevuto dall’amore del Padre, al quale risponde con la totalità del suo essere. È l’amore che vince, perché l’amore viene da Dio: l’amore è vita divina, Dio è amore.
Pensiamo, coniugi carissimi, a quanto male c’è nel mondo: alla guerra, alla violenza, alle gravissime ingiustizie, al divario scandaloso tra popoli poveri e popoli ricchi. Pensiamo al male morale che dilaga come un fiume limaccioso; pensiamo alle violenze contro le vite innocenti, talora ancora nel grembo materno; pensiamo a quanti muoiono a causa di attentati terroristici e delle guerre. Ma il mondo è sfuggito dalle mani di Dio? No. Il mondo non è sfuggito dalle mani di Dio! Se la libertà dell’uomo impazzisce nel rifiuto di Dio, l’Agnello ama e porta su di sé questa umanità peccatrice. Dio in Gesù-Agnello ama questo mondo folle e bussa alla porta della nostra libertà, perché noi ci lasciamo salvare.  
Gli Sposi Partecipi Del Mistero Dell’agnello
Cari sposi, voi partecipate a questo mistero dell’Agnello, voi siete, nel mondo, il segno dell’amore che ama ostinatamente, guai se non ci fosse! Il mondo sarebbe spaventosamente povero. Guai se non ci fosse questo segno dell’amore che ama sempre, nei giorni gioiosi e nei giorni tristi, nella salute e nella malattia, come vi siete impegnati nel giorno delle vostre nozze. Guai se non ci fosse questo segno dell’amore incondizionato e gratuito: il mondo soccomberebbe. Invece l’Agnello, che porta il peccato, è presente nella storia dell’uomo.
Per questo contrasto che c’è fra il peccato e l’amore, fra la presenza del male e l’Agnello, anche voi talora sentite nella vostra stessa vita la violenza dello scontro. Tuttavia dovete credere che in voi c’è la grazia dell’Agnello immolato: Lui vi vuole salvi e vincitori per cui, nelle difficoltà e nelle crisi che necessariamente il vostro amore attraversa, non abbiate paura. Credete, lasciate vivere l’Agnello di Dio nella vostra vita, lasciate che Cristo crocifisso vinca in voi il male e consegnatevi a Lui.
Grazie al vostro matrimonio anche voi - assieme a Gesù - siete nel mondo, l’Agnello che porta la debolezza dei vostri figli, la sofferenza di tante coppie in difficoltà o gravate dal dolore, talora anche le difficoltà dell’altro coniuge. Ricordatevi: o il mondo si lascia salvare dal matrimonio come Dio l’ha voluto o il mondo si dissolve. Nel matrimonio e nella famiglia il mondo si salva o si rovina.  
Una Eucaristia Dilatata
Cari sposi, il Signore vi chiama alla missione di portare su di voi, nell’amore vicendevole, la debolezza, il peccato del mondo. Questo vostro amore è il vostro servizio, il vostro ministero di salvezza nella storia degli uomini. Amandovi, donandovi l’un l’altro, amando la vostra famiglia, voi celebrate nella vita quotidiana quella Pasqua di Gesù che salva il mondo. La celebrate non in gesti straordinari, ma nella vita di tutti i giorni, la più umile e nascosta. In tal modo dilatate l’Eucaristia della domenica a tutta la settimana e fate di voi stessi, della vostra vita, dei vostri impegni, un sacrificio spirituale a Dio gradito, una lode vivente, una messa che continua tutta la settimana. In questo vi aiuterà il calendarietto liturgico che vi verrà consegnato: in esso troverete le indicazioni delle letture che vengono proclamate e potrete leggerne qualche versetto durante la settimana, in famiglia.  
Chiamati Tutti Alla Santità Nell’ordinario
Ed ora, congedandomi da voi, vi dico due cose in cui credo profondamente. Con il matrimonio, voi siete tutti chiamati alla santità. Ma non cercatela in grandi cose. Dio lo incontrate e lo onorate nella vita di tutti i giorni. Anzi, Gesù abita nella vostra stessa vita. Alla domenica voi andate a trovare Lui, durante la settimana è Lui che abita nei vostri gesti umili, nei vostri piccoli servizi, nel vostro lavoro e nelle vostre fatiche. Come in Gesù, anche quando era solo un bambino, c’era Dio, così nella vostra vita - che è la vita ordinaria di due sposi, con le vostre gioie e le vostre croci, la vostra esuberanza e la vostra stanchezza, le vostre consolazioni, le vostre arrabbiature, i vostri temperamenti - lì abita Dio. Sappiate che Dio stesso vi aiuterà a vivere distaccati dal peccato.
Credete che tutti voi, senza nessuna eccezione, siete chiamati alla santità. Anche dopo una caduta, anche dopo un peccato, Dio vi chiama alla santità ed è pronto ad avvolgervi col suo perdono, perché questa chiamata grandissima non si è mai cancellata e non si cancellerà mai. Fino all’ultimo istante Dio vi chiama alla santità più grande, la santità della vita quotidiana. O incontrate Dio nella vita di tutti i giorni o non lo incontrerete in nessun altro luogo.
Il secondo impegno che voglio lasciarvi è una missione: di fronte alla famiglia così bistrattata dal mondo di oggi, di fronte ai coniugi in difficoltà (e quanti sono! Noi li pensiamo, li amiamo e li abbracciamo), nel silenzio del mistero della Chiesa, voi siete l’Agnello che porta il peccato del mondo. In Gesù e con Lui, la vostra fedeltà alla vita quotidiana intercede per tutti e salva. Ripeto: non facendo chissà quali cose, ma vivendo la vostra vita di coniugi, di genitori, di cittadini. Recuperando ogni giorno la vostra santità nella preghiera e, quando è necessario, nel sacramento della penitenza, nutrendola di Eucaristia e di Parola di Dio.
Cari sposi, il vostro Patriarca, in nome di Dio vi chiama alla santità e alla missione, cioè all’amore, a questo dono che Dio vi ha dato nel sacramento del matrimonio e che dovete conservare per il mondo. Vi scongiura di avere fiducia nella grazia che vi è stata data.. Dio è con voi ogni giorno per darvi forza, per perdonarvi, per darvi la forza del perdono reciproco, per spingervi al dono del vostro amore santo agli altri, perché anche i più lontani, vedendovi, credano che l’amore cristiano è bello ed è possibile e così diano lode a Dio.  
Il Più Bel Dono Al Patriarca Angelo[1]
Ringrazio, infine, la Commissione della pastorale degli sposi e della famiglia – e don Silvio in particolare - che ha preparato questa splendida e numerosa assemblea di sposi, tanto che la basilica non riesce più a contenervi. È una grande gioia per il mio cuore. Questo momento è un bellissimo punto di arrivo, ma anche di partenza, del quale ringrazio il Signore.
Vi confesso che temevo di non farcela a trattenere la commozione ed invece sono stato anche bravetto; quando si diventa vecchi ci si commuove di più e non si riesce sempre a controllare le proprie emozioni. Un grazie anche agli amici di Chirignago che hanno animato splendidamente, con il canto, la celebrazione ed un grazie anche a tutti voi per il dono[2] che terrò caro.
Mi preme tuttavia dirvi un’altra cosa. Desidererei che, in questo momento, monsignor Scola ci sentisse. Purtroppo non lo starà facendo, ma chissà che qualche angioletto non gli tocchi il cuore. Vorrei proprio consegnargli questa bellissima assemblea come il dono più bello che questa Chiesa gli può fare, cioè l’impegno di tante famiglie a continuare una testimonianza cristiana nel senso profondo della grazia che Dio ha donato loro: un dono prezioso non soltanto per loro, ma per la nostra chiesa e per tutto il mondo, per tutte le persone che credono e per quelle che non credono.
Questo impegno delle famiglie cristiane a tener vivo e integro il senso cristiano del matrimonio e della famiglia come l’ha voluto il Signore cambia il mondo e voi dovete aver fiducia in voi stessi, e non pensare solo ai vostri difetti ma soprattutto a questa grande grazia che Dio vi ha dato. È il più grande messaggio di pace che noi possiamo lanciare al mondo.
Credo sia un bel dono che la Chiesa di Venezia fa al suo Patriarca Angelo ed io glielo offro consegnandogli spiritualmente questa realtà di sposi, e su questo dono invoco l’effusione dello Spirito Santo, l’intercessione della Santa Madre di Gesù e di San Marco e di tutti i nostri Santi.  

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Omelia tenuta alla XXII Festa diocesana della Famiglia . Trascrizione, non rivista dall’autore , dalla registrazione, revisione del testo e titolazioni a cura della Segreteria della Commissione.
ALL'ELENCO DELLE FESTE DELLA FAMIGLIA

[1] Il breve discorso che segue è stato pronunciato dal Patriarca al termine della celebrazione
[2] La Commissione ha donato al Patriarca un’incisione del maestro Giorgio Di Venere, raffigurante “L’adorazione della Sacra Famiglia”