Storia del vetro di Murano


La vetreria Salviati a Murano: Cronaca dei primi passi

The Salviati Glassworks at Murano: An account of its Origins


L'avvocato vicentino Antonio Salviati non aveva alcuna esperienza vetraria, quando nel 1859, assieme al tecnico muranese Lorenzo Radi, fondò a Venezia una società per la produzione di mosaici, ma era dotato di spirito d'iniziativa e capacità imprenditoriale. Il sindaco di Murano Antonio Colleoni e l'abate Vincenzo Zanetti, infaticabile promotore della rinascita della vetraria muranese nella seconda metà dell'Ottocento, videro in lui la persona adatta "a creare una fornace dove raccogliere le più adatte capacità artistiche muranesi e ripetere gli oggetti dei secoli XV e XVI che tanto affascinavano le più colti nazioni d'Europa". All'inizio del 1866 Salviati assunse i maestri Antonio Seguso e Giovanni Barovier e, come coordinatore l'anziano Angelo Ongaro che aveva lavorato alla produzione di vetri in filigrana nella fornace di Domenico Bussolin. Con la vetreria dei Fratelli Toso si accordò per la produzione di oggetti pregiati, ma soprattutto si garantì che rinunciassero a questa produzione, limitandosi agli oggetti di uso comune. Ai primi di febbraio Salviati partì per Londra per studiare il mercato, mostrando un campionario di una quarantina di oggetti realizzati sotto il controllo dell'abate Zanetti. Lasciò agli amici muranesi, in particolare al sindaco, l'incarico di avviare una produzione sperimentale di 6 settimane con i maestri accordati. Durante il soggiorno londinese Salviati inviò molte lettere alla moglie e a Colleoni, dalle quali emerge il rigore con il quale diresse personalmente la scelta degli oggetti da mettere in produzione e delle loro forme, anche nei minimi dettagli. Le sue osservazioni sono relative ad oggetti individuati con certi numeri, molti dei quali si ritrovano nei disegni del più antico catalogo conosciuto della ditta "Salviati & Company Limited", stampato a Londra probabilmente nel 1867. Le osservazioni, che ben si adattano ai disegni, e ciò indica che i numeri del catalogo hanno rappresentato gli oggetti fatti fin dalle prime lavorazioni del 1866, danno un aiuto importante alla comprensione dei pezzi e delle difficoltà che si sono presentate nelle prime realizzazioni. Il 16 aprile 1866 Salviati ritornò, "munito di un tesoro di campioni, di disegni di campioni di vetro antico e moderno, di modelli in legno", e soddisfatto dei risultati ottenuti. A Murano era già cominciata la produzione, ma non era ancora soddisfacente. Salviati nell'estate 1866 ebbe un momento di scoraggiamento e comunicò che voleva abbandonare l'impresa, ma l'abate Zanetti e il sindaco Colleoni lo persuasero a cambiare idea.



The lawyer of Vicenza Antonio Salviati hadn't any glass experience, when in 1859, together with the muranese technician Lorenzo Radi founded in Venice a workshop for the production of mosaics, but he was talented of sense of initiative and entrepreneurial. The Mayor of Murano Antonio Colleoni and the Abbot Vincenzo Zanetti, indefatigable promoters of the revival of Murano glassmaking in the 2nd half of the 19th century, saw him as the person fit for founding a factory where gather up the artistic abilities and reproduce the 15th and 16th century objects that appealed the most cultured European States. In February 1866 Salviati went to London to study the market. During his stay he sent several letters to his wife and to Colleoni. From these letters we know that he chose himself with accuracy the objects to produce and their shape, in the least details. His observations help us to know how the pieces were born and which were the difficulties of the first productions.

Paolo Zecchin Via Cappuccina 13 Mestre Venezia