Storia del vetro di Murano


I fondenti dei vetrai muranesi. II parte: il fondente negli scritti dei secoli XV, XVI, XVII

The fluxing agents of Muranese glassmakers. Part 2: Fluxes in the manuscripts of the XVth, XVIth and XVIIth centuries



Il III ricettario del manoscritto 797 all'Archivio di Stato di Firenze, attribuibile ai tre quarti del Quattrocento, toscano nella forma ma di ispirazione veneziana, indicava come fondenti "allume catino" e "soda di Soria" (cioè cenere di piante litoranee provenienti dalle coste del Mediterraneo orientale), ma anche cenere provenzale. Insegnava a fare il "cristallino" con soda accuratamente depurata, "gromma ben calcinata e bianca" (tartaro delle botti calcinato fino ad ottenere un carbonato di potassio quasi puro), ciottoli del Ticino e un po' di manganese. Il naturalista senese P.A. Mattioli in un'opera pubblicata a Venezia nel 1544 scriveva che l'erba "kali" si poteva trovare anche sui lidi vicino a Venezia e Bernardo Cesio nel 1636 sosteneva che l'"allume catino" si poteva ottenere da una pianta che cresceva sulle rive vicino a Comacchio. Verso la fine del Cinquecento i muranesi cominciarono ad usare cenere di Spagna, che gli spagnoli chiamavano "barilla" ed era ricavata da un arbusto con bacche di colore blu-verde e che Antonio Neri consigliava con qualche riserva, perchè dava al vetro un leggera colorazione azzurra.



The 3rd recipe of the munuscript 797 in the State Archives in Florence mentions "allume catino" and "soda di Soria" togeter with Provençal ash used as fluxes to make "cristallino". Half century later, Vannuccio Biringuccio wrote thet ground pebbles and "cali" weed ash (of different origins) should be used to make glass. In 1544 the Senese naturalist P.A.Mattioli wrote that the "kali" weed could be found also on Venetian shores and Bernardo Cesio stated in 1636 that "allume catino" could be obtained from a plant growing o coastal areas near Comacchio. Towards the ed of the Cinquecento the Muranese glassmakers began to use the Spanish "barilla", even if it gave the glass a light blue colour, as pointed out by Antonio Neri

Paolo Zecchin Via Cappuccina 13 Mestre Venezia