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La chitarra: un po' di storia

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In questa pagina, troverete una serie di informazioni relative alla storia della chitarra acustica e classica nonché della chitarraelettrica.

Si tratta naturalmente di informazioni abbastanza sintetiche ma che, sono convinto, potranno interessare tutti coloro che vogliono saperne di più sullo strumento che hanno acquistato e che suonano.

La chitarra acustica

Le origini della chitarra si perdono, come per molti strumenti, nella "notte dei tempi".

Le informazioni più accreditate affermano che abbia origini afro-asiatiche ed, alla sua nascita, hanno probabilmente contribuito molteplici strumenti a corda dotati o meno di cassa armonica di risonanza.

A conferma di ciò, esistono molte raffigurazioni che, grazie all'archeologia, oggi siamo in grado di ammirare e che mostrano come già presso civiltà molto antiche e progredite come quelle Egiziane, esistessero strumenti a corda formati da una cassa di risonanza alla quale era attaccato un manico e che "raffigurano" quella che può essere definita una antenata della nostra attuale chitarra.

Verso la prima metà del secondo millennio, l'Europa è sconvolta dalle invasioni arabe che, partendo dalla penisola Iberica si spingono fino alla Francia.

La colonizzazione araba porta nel continente Europeo usi e costumi e, conseguentemente, anche la musica ed i suoi strumenti vengono influenzati da essi. Nel panorama allora presente compaiono due nuovi strumenti a corde montate su di una cassa armonica dotata di manico: il liuto, con il fondo ricurvo, e la chitarra con il fondo piatto.

Intorno al periodo compreso fra il 1200 e il 1300 lo strumento inizia ad affermarsi essenzialmente nei suoi due modelli una a forma di otto, comunemente denominata latina ed una di forma ovale denominata moresca.

Le corde dello strumento sono quattro, di budello di animale e doppie (per garantire una maggiore sonorità); e la loro accordatura è simile a quella delle attuali quattro corde più acute della chitarra.

La sua diffusione, inizialmente è soprattutto di carattere popolare come accompagnamento del canto e del ballo anche perché le sole quattro corde, non consentono di avere un'estensione musicale tale da suscitare l'interesse dei "musicisti seri" dell'epoca.

La Spagna è il paese europeo che fa conoscere allo strumento un grandissimo sviluppo sia per quello che riguarda la tecnica suonata (il tocco appoggiato ed il rasqueado che consistono il primo nel colpire le corde stoppandole subito dopo con il palmo della mano ed il secondo sfregando le corde con le unghie delle quattro dita, accompagnamenti molto caratteristici del flamenco) sia per quello che riguarda le innovazioni "tecniche" apportate sullo strumento: l'aumento del volume della cassa armonica per potenziarne il suono, l'aggiunta della quinta corda bassa per aumentare l'estensione musicale senza parlare poi della cura nelle rifiniture.

Non è un caso che in questo paese nasca la prima e più importante scuola chitarristica del secondo millennio alla quale si rifanno molti paesi europei Italia compresa.

La bellezza e la virtuosità, portano piano piano a lo strumento a comparire anche negli ambienti aristocratici ed addirittura reali, ma sino agli inizi del settecento la sua forma e le sue caratteristiche rimangono praticamente invariate.

E' solo alla fine di questo secolo e durante il periodo del romanticismo che numerose innovazioni tecniche portano lo strumento ad assumere le caratteristiche che ha ancora oggi:

  • le cinque corde non sono più doppie; la perdita di sonorità conseguente viene "bilanciata" ancora dall'aumento delle dimensioni della cassa armonica il cui fondo diviene completamente piatto e dalla eliminazione delle decorazioni che inizialmente erano poste in corrispondenza del foro sulla stessa;
  • viene aggiunta la sesta corda bassa e la tastiera viene allungata con l'aggiunta di nuovi tasti: in questo modo viene ampliata ulteriormente l'estensione musicale verso le note basse e verso quelle acute;
  • compaiono le meccaniche sulla paletta: in questo modo accordare lo strumento diviene più rapido ed agevole rispetto a come veniva fatto prima con i piroli (simili a quelli ancora utilizzati nella "paletta" del violino);
  • le barrette dei tasti vengono sostituite da quelle di metallo e divengono fisse invece che mobili.

L'ultima variazione nella standardizzazione dello strumento si registra intorno alla meta degli anni 40 di questo secolo: sulla chitarra vengono montate le corde di nylon.

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La chitarra elettrica

Se la storia della chitarra acustica è relativamente lunga, lo stesso non si può dire della "sorellastra" elettrica.

Fino agli inizi del '900, la chitarra è fondamentalmente uno strumento di carattere prevalentemente popolare, anche se non mancano "utilizzazioni" di questo strumento nella musica classica: grandi compositori, (solo per citarne uno Beethoven) rivolgono ad essa la loro attenzione con composizioni di particolare bellezza.

Purtroppo, la sua limitata amplificazione del suono, rispetto agli altri componenti dell'orchestra sinfonica, non le consente di "far sentire la sua voce" in maniera adeguata.

La necessità di aumentare la sua amplificazione, cresce soprattutto con le nascita delle "orchestre moderne leggere" (in particolare blues o jazz) dove fondamentalmente viene suonata ritmicamente insieme ad altri strumenti come la batteria ed il contrabbasso.

Per incontrare il primo esemplare di chitarra elettrica, bisogna tornare indietro ai primi decenni del 1900 e precisamente al 1924 quando un progettista della Gibson applica il primo pick-up ad una chitarra acustica.

Anche se il primo vero modello di chitarra elettrica viene creato nel 1931 da una ditta americana (la Rickenbacker), uno dei primi modelli di chitarra elettrica che sino ad oggi rappresenta uno degli standard di questo strumento, è il modello ES 150 della Gibson.

Tale modello è caratterizzato da una grande somiglianza con la chitarra acustica dalla quale eredita la cassa armonica di risonanza e sulla quale, in prossimità dell'attaccatura del manico, è applicato un rilevatore magnetico (pick-up): l'amplificazione della cassa (nella quale il foro centrale è sostituito da due aperture laterali ad "effe") unita a quella del pick-up conferisce a questo modello un suono particolarmente caldo e pastoso.

Da questo momento la chitarra può non solo far sentire con chiarezza la sua voce nella sezione ritmica delle orchestre, ma grazie alla sua "nuova potenza", può competere alla pari degli altri strumenti negli assoli e nelle improvvisazioni.

A tale rivoluzione, si accompagnano però dei problemi legati alla risonanza della cassa che, per certe frequenze di suoni ad alti volumi, produce degli effetti di risonanza incontrollabili.

A questi problemi pone rimedio un signore, tale Leo Fender, che alla fine degli anni 40 propone un modello di chitarra con la cassa armonica in legno massiccio (solid body): la Broadcaster e qualche anno più tardi la Telecaster.

Il modello della Fender

Con questi modelli (che senza dubbio possono essere considerati i progenitori dell'attuale Stratocaster e di tutte le chitarre elettrice "solid body" oggi esistenti), grazie alla cassa in legno massiccio, ed all'aggiunta di un altro pick-up rispetto al primo modello Gibson, non solo vengono eliminati gli effetti indesiderati di risonanza, ma viene addirittura migliorato il suono della stessa che risulta essere più nitido, pulito e durevole.

Il successo di questi modelli, sembra far nascere fra i produttori di chitarre elettriche (Gibson e Fender) una sorta di "competizione" che viene combattuta a colpi di modelli ognuno dei quali presenta sempre innovazioni rivoluzionarie e miglioramenti importantissimi.

In risposta alla solid body Fender, la Gibson produce una chitarra "semi solid", la cui caratteristica principale è quella di avere una cassa di risonanza di spessore ridotto ed un blocco interno centrale di legno massicco dove vengono applicati i pick-up sulla base di un prototipo ideato da Les Paul per la Epiphone.

Il modello Les Paul della Gibson

In questo modo, si riesce ad mantenere la particolare sonorità determinata dalla presenza di una (seppur ridotta) cassa armonica eliminando, grazie alla presenza del corpo massiccio interno, gli effetti di risonanza indesiderati, dando al suono stesso una maggiore durata e forza.

Possiamo dire che qui si conclude la breve storia dello strumento elettrico anche se, nella realtà, continuamente sono stati, e vengono apportati miglioramenti alla funzionalità dello strumento.

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