Torna alla Home Page Scuola

Scuola di Musica on Line

Come si suona la fisarmonica

Clicka sul pulsante per 
	eplodere la pagina e vedere le illustrazioni e tutto il contenuto comodamente !!!!!

************************

N.B.: anche se nelle varie pagine trovere molte informazioni che sono valide e possono essere tranquillamente utilizzate per ogni tipo fisarmonica indipendentemente dal sitema utilizzato (a pianoforte o cromatico), vi ricordo che in questo corso il riferimento principale è in generale fatto per una fisarmonica tradizionale con sistema a piano o pianoforte.

************************

La fisarmonica è uno sturmento straordinariamente completo che è in grado di poter creare una base ritmico armonica sulla quale, il musicista, può suonare una melodia.

Questo indubbiamente, abbinato al fatto di essere uno strumento di origini prettamente popolari e di annoverare fra i suoi musicisti grandi virtuosi della tecnica, la pone sullo stesso gradino prestigioso alla stessa stregua di altri strumenti "più nobili" ed antichi quali, ad esempio, l'organo, il pianoforte ecc.

Ma vediamo ora in dettaglio che cosa dobbiamo sapere per suonare la nostra fisarmonica.

Per prima cosa esaminiamo lo strumento scomponendolo nelle sue tre parti principali analizzando attentamente ognuma di esse e precisamente:

  • la cassa armonica sinistra: contiene i bassi e la sua funzione è di carattere ritmico ed armonico;
  • il mantice: situato al centro dello strumento e che è il polmone dello stesso (e l'uso di questo termine non è casuale e successivamente vedremo perchè) il cui compito è quello di produrre l'aria necessaria a far vibrare le ance;
  • la cassa armonica destra: nella quale si trova la tastiera che si utilizza per eseguire il canto melodico.

Per seconda cosa, possiamo vedere che per suonare lo strumento dobbiamo utilizzare tutte e tre le sue parti; nel caso in cui decidiamo di fare a meno della parte ritmico/armonica (lato bassi), dobbiamo utilizzare almeno due parti (mantice e lato destro canto).

A differenza di alcuni strumenti come la chitarra, il pianoforte, l'organo o la tastiera elettronica che possono essere utilizzati (da soli o insieme ad altri strumenti musicali) esclusivamente per la formazione di una base ritmico-armonica necessaria per accompagnare il canto (melodia suonata o cantata dalla voce umana), la fisarmonica molto raramente viene utilizzata per questo scopo.

Essa, infatti, appartiene a quella categoria di strumenti che, nell'ambito musicale, si definiscono solisti: cioè quelli che tramite la loro voce arricchiscono una melodia o il più delle volte, la eseguono direttamente.

Vediamo ora cosa fare per utilizzare le tre parti dello strumento.

Il mantice

Nella pagina relativa al mantice abbiamo visto come esso è costituito ed abbiamo anche potuto sapere a che cosa serve (cosa che abbiamo ripetuto spesso, anche in questa pagina).

Anche se abbiamo già ampiamente parlato anche di come esso deve essere azionato, e cioè dal braccio sinistro mediante movimenti di apertura e chiusura ed abbiamo anche detto che il suo lavoro, la produzione di aria, consente di far vibrare le ance e produrre i suoni, non abbiamo ancora affrontato alcuni aspetti importantissimi relativi alle modalità della sua utilizzazione.

Precedentemente lo abbiamo definito, non a caso, come il "polmone" dello strumento e questo perchè esso può proprio essere paragonato all'organo collocato all'interno del nostro torace; il mantice della fisarmonica deve far "respirare" lo strumento e non solo, banalmente, produrre aria. Infatti:

  • il mantice deve mantenere sempre, dentro di se, una giusta pressione dell'aria e questo, in primo luogo, deve essere garantito dalla sua integrità: ecco perchè se si nota una perdita di pressione dovuta a imperfezioni dello stesso, dobbiamo subito correre "ai ripari";
  • durante la vita quotidiana, difficilmente notiamo e facciamo caso al lavoro inconciamente svolto dai nostri polmoni (ricambio dell'aria fatto e che, notoriamente, serve all'ossigenazione del nostro sangue). Ci accorgiamo dell'esistenza di questi organi solo.....in momenti particolari: ad esempio quando abbiamo la necessità di fare cose come, quella di trattenere il fiato oppure quella di immettere un maggiore quantitativo di aria negli stessi. La stesso vale per il mantice. Se infatti esso "inconsciamente" viene azionato per far suonare la fisarmonica, è necessario che il suo "respiro" sia regolare: la sua apertura in espansione ("respiro - fase inalatoria") deve essere possibilmente sempre "normale" senza eccessi, (cioè aprire il mantice fino al massimo delle sue possibilità od oltre una certa normalità), così come la chiusura deve sempre portare all'eliminazione dell'aria comunque evitando che i lati delle casse armoniche si avvicinino troppo fino quasi a combaciare chiudendo conseguentemente lo strumento. Naturalmente queste indicazioni che sono di base devono essere rapportate al fisarmonicista ed al brano che si sta suonando. Per cercare di fare un esempio, in una situazione di normalità quando le note da suonare sono di media durata, oppure la battuta non risulta essere particolarmente difficile o veloce, la sua "respirazione" (apertura - chiusura) può essere normale; quando il fraseggio musicale presenta in un punto qualunque una difficoltà media rappresentata ad esempio da sequenze di note o abbondanti, o molto lunghe oppure particolarmente veloci, può essere consigliabile "prendere fiato" facendo un bel "respirone" (tirando cioè il mantice leggermente oltre quello che viene fatto normalmente). Cercate inoltre anche di imparare a non aprire e chiudere il mantice in modo "piatto" cioè perpendicolarmente, ma di aprirlo e chiuderlo "a vu" cioè, in apertura, cercando di aprire maggiormente la parte superiore e in compressione, di chiderla. Il piccolo filmato che ho realizzato dovrebbe chiarirvi le idee.

I bassi

Molti dei concetti e delle informazioni relative ai bassi, sono presenti nella pagina Il lato sinistro dove sono affrontati molti argomenti di tipo prettamente tecnico ed altri relativi all'impostazione della mano sinistra.

Ricapitolando velocemente i concetti "più necessari" all'interno di questo contesto, relativamente ad una fisarmonica di tipo tradizionale, ricordiamo che:

  • in una fisarmonica con 120 bassi, questi sono organizzati in sei file verticali di venti bottoni ciascuna; preso come riferimento qualunqe bottone, quello a lui sottostante produrrà un suono con un intervallo di quarta (sottodominate), quello a lui superiore, un suono con un intervallo di quinta (dominante) (ad esempio DO (bottone di riferimento) FA (sottostante) SOL (soprastante));
  • essi, ancora, trovano una loro organizzazione di tipo "orizzontale" leggermente inclinata partendo dal basso (lato mantice) verso l'alto (lato esterno);
  • che le prime quattro file, partendo dal lato mantice, contengono le "informazioni più importanti" per il fisarmonicista (e non solo all'inizio del percorso di erudizione); in esse infatti troviamo: contrabbassi (prima fila, cioè quella vicina al mantice), bassi (seconda fila), accordi maggiori (terza fila) e accordi minori (quarta fila);
  • essendo suonati completamente alla cieca e dovendo quindi trasferire "le capacità e le qualità visive" in parti del corpo diverse dagli occhi, e cioè alle dita della mano sinistra ed agli orecchi, il suo studio dovrà essere continuo, costante, singolo (cioè inizialmente non abbinato allo studio del canto con la mano destra o comunque abbinato gradatamente ed in un secondo tempo);

Il mio consiglio "spassionato", è quello di cominciare a studiare il lato dei bassi separatamente da quello del canto cercando di far assimilare il più possibile alla mano sinistra ed alle dita, la dislocazione dei tasti e la loro collocazione nelle file abbinando, al tempo stesso, i movimenti del mantice.

Inizialmente, per facilitare l'apprendimento che è ampiamente illustrato nella parte pratica, suddividete lo studio in due parti:

- quello armonico il cui scopo è fondamentalmente indirizzato all'apprendimento della esatta dislocazione dei bottoni nei due ordini di file; in questo contesto, vi sembrerà talvolta si suonare un po' come i pastori o i montanari che udiamo sotto le feste natalizie per le strade: siate umili, tenaci e soprattutto, ricordate, che il vostro bagaglio tecnico per ampliarsi ed arricchirsi, ha bisogno anche di questo;

- quello ritmico fondamentalmente indirizzato alla creazione di una base ritmico/ armonica costituita dai bassi e dagli accordi sulla quale, in futuro, suonare. Per quello che riguarda questo aspetto, inizialmente vi consiglio di procedere solo con un basso, quello fondamentale in "battere" e solo successivamente, di alternarlo con il contrabbasso.

Per quello che riguarda sempre il lato ritmico dovete imparare ad accompagnare fondamentalmente usando un tempo ternario , che vi permetterà di accompagnare ritmi come il valzer, la mazurka, il valzer lento ecc, il quaternario che vi permetterà di accompagnare ritmi come il fox trot, la beguine ecc. ed il binario che dei tempi e dei ritmi pari, è senz'altro il più semplice.

Per quello che riguarda il lato armonico, ricordate che molte musiche di carattere popolare o da ballo, si muovono su "linee armoniche" molto semplici caratterizzate non solo da pochi accordi ma addirittura da "alcuni accordi" in particolare.

Per esempio, molte famose arie o canzoni, si muovono e si sviluppqno, partendo da un accordo della scala fondamentale (maggiore o minore che sia) tipo il DO MAGGIORE, sull'accordo dominante, sul sottodominate e sull'accordo dominate di settima (per fare un eesmpio concreto: DO - FA - SOL - SOL7) della scala della tonalità stessa.

Ancora, per quello che riguarda la parte armonica, vi renderete conto che molto spesso, fare "solo" gli accordi maggiori o minori può essere sufficiente in quanto determinate gradazioni (settima, quarta, quinta aumentata ecc.) vengono semplicemente e spontaneamente inserite dalla melodia che si sviluppa.

Il canto

Rispetto alle altre sezioni relative al mantice ed ai bassi, la parte del canto è suddivista in tante piccole "sottosezioni" e più precisamente:

- la soggettività;
- le scale;
- il riposizionamento delle dita
- il salto
- l'accavallamento delle dita
- la diteggiatura e la memorizzazione
- l'uso del pollice e del mignolo
- gli abbellimenti

La soggettività

Una delle cose che, rispetto ad altri strumenti contraddistingue la fisarmonica, è la soggettività che consiste, come dice la parola stessa, nel modo fortemente "soggettivo" di suonare lo strumento in tutte le sue parti componenti e, in particolar modo, nella parte destra del canto.

Infatti, nonostante che dal punto di vista teorico si ricevano molte indicazioni sul come fare una cosa, in moltissimi casi è possibile che quella stessa cosa, possa venir fatta in una maniera particolare "caratteristicamente soggettiva" strettamente legata al fisarmonicista ed alle sue caratteristiche. Un esempio pratico di ciò, è costituito dalle scale.

Per l'esecuzione della scala diatonica di DO maggiore, da parte di molti manuali viene indicata la seguente diteggiatura: 1, 2, 3, 4, 1, 2, 3, 4 (in alcuni manuali vengono addirittura sconsigliate altre diteggiature).

Non esiste però nessun divieto che consenta di eseguirla nel modo in cui si esegue in un altro strumento a tastiera e cioè: 1, 2, 3, 1, 2, 3, 4, 5 (vi confesso che molte volte utilizzo questo modo per eseguire la scala di DO maggiore).

Torna al sotto elenco

Le scale

Le scale rappresentano un punto fermo nello studio, anche autodidattico, di qualunque strumento. Nella fisarmonica sono importantissime in quanto, molto spesso, sulla loro esecuzione, totale o parziale, vengono costruiti interi temi musicali e si sviluppano intere melodie.

In ogni caso a proposito delle scale ricordate che:

- imparare ad eseguire le scale maggiori e minori è molto importante e non solamente per la ragione poco prima indicata sopra;

- l'esecuzione delle scale è un modo naturale ed efficace per imparare e mettere in pratica alla perfezione tecniche quali il riposizionamento del pollice e delle dita, l'accavallamento delle dita, il salto;

- rispetto ad altri strumenti a tastiera nei quali l'escursione della scala (maggiore o minore) si può estendere tranquillamente per due ottave (od in qualche caso anche più), nella fisarmonica l'escursione di essa si esaurisce generalmente su di una sola;

- mentre in altri strumenti a tatiera i tasti neri con i quali si suonano le note alterate vengono generalmente suonati dall'indice, l'anulare ed il medio escludendo di fatto il pollice ed il mignolo, nella fisarmonica, talvolta tali dita sono ugualmente impiegate per suonare i tasti neri delle note alterate.

Torna al sotto elenco

Il riposizionamento delle dita

Il riposizionamento delle dita ed in particolare del pollice è un'operazione che consiste nello spostamento del dito in questione in avanti o indietro sulla tastiera favorendo, per così dire, il "reinizio della diteggiatura" delle note partendo da una "numerazione" più favorevole per l'esecuzione.

Per riuscire a capire velocemente e chiaramente quello che vi dico, basta che osserviate e proviate ad eseguire la scala diatonica di DO maggiore indicata sopra nella sua seconda proposizione (1, 2, 3, 1, 2, 3, 4, 5).

Questa operazione, che viene compiuta con tutti gli strumenti a tastiera, con la fisarmonica risulta assumere una particolare importanza e difficoltà per alcune ragioni:

- la collocazione "anomala" della tastiera che è verticale e non orizzontale cone negli altri strumenti (pianoforte, organo ecc.);

- l'impossibilità di poter vedere le dita ed i tasti durante l'esecuzione del brano avendo in conseguenza, uno spostamento ancora più difficile perchè effettuato alla cieca.

Qualcuno potrebbe osservare che, tutto sommato, non esiste di fatto grande differenza fra il salto ed il riposizionamento delle dita.

Nella realtà, così non è. Questo perchè nel caso del riposizionamento, un dito della mano, nella maggior parte delle volte vicino a quello che dovrà riposizionarsi, fa da "perno" alla mano stessa che ruota per effettuare l'operazione in questione di cui stiamo trattando (in questo caso, il dito che si sposta passa sotto o sopra al "dito perno").

Torna al sotto elenco

Il salto

Il salto è invece quella operazione attraverso la quale la mano destra si sposta completamente in avanti (o indietro) sulla tastiera perdendo qualunque punto "fisico" di riferimento.

Per riuscire a capire velocemente e chiaramente quello che vi dico, basta che osserviate e proviate ad eseguire la scala diatonica di DO maggiore indicata sopra nella sua prima proposizione (1, 2, 3, 4, 1, 2, 3, 4).

Torna al sotto elenco

L'accavallamento

L'accavallamento consiste in una operazione effettuata molto frequentemente quando si suona la fisarmonica e consiste nel far passare il dito indice sul pollice per suonare una nota che precede, di un tono o di un semitono, quella suonata dal pollice (od in corrispondenza di esso).

Generalmente, questo tipo di operazione, viene utilizzata per gli abbellimenti.

Torna al sotto elenco

Diteggiatura e memorizzazione

L'esecuzione del canto melodico con un fisarmonica è strettamente legato alla diteggiatura ed alla sua memorizzazione.

Le ragioni di tale necessità, sono state viste poc'anzi parlando delle operazioni di riposizionamento delle dita.

Questo però non vuol dire che la diteggiatura non possa non essere rispettata, anzi tutt'altro.

E' consigliabile però durante le fasi di studio del brano, memorizzare le varie fasi ed i vari passaggi dello stesso cercando di sviluppare la diteggiatura nella maniera più semplice, naturale ed ovviamente, congeniale a noi stessi tenendo comunque presente quei punti nei quali essa non può essere assolutamente variata.

Torna al sotto elenco

Il pollice ed il mignolo

Pollice e mignolo sono dita che generalmente su di una tastiera, vengono utilizzate esclusivamente (o quasi) per suonare i tasti bianchi; sono infatti rarissimi i casi in cui essi vanno a suonare tasti relativi a note alterate.

Questo perchè sia per la loro conformazione (sono infatti le dita più corte della mano), sia in particolare per il pollice per via della sua collocazione sulla mano, non "riescono" a premere agevolmente i tasti neri che, come tutti sanno, sono più piccoli e spostati verso "l'interno dello strumento".

Nella fisarmonica, però, questa regola subisce una piccola "revisione" al punto che, molte volte, possiamo trovare diteggiature dove queste dita sono per così dire "assegnate" ai tasti neri.

Questo può essere essenzialmente spiegato con queste ragioni:

- nella fisarmonica, rispetto agli altri strumenti a tastiera (pianoforte, organo), nell'impostazione della mano il polso ha una posizione più naturale, rilassata e "propedeutica" per l'uso delle dita più svantaggiate (pollice e mignolo). Esso infatti, non risulta avere nessuna angolazione verso l'esterno, ma ha un perfetto allineamento fra avambraccio e mano;

- suonando alla cieca, si è portati istintivamente, ad utilizzare queste dita alla stessa stregua delle altre sfruttandole soprattutto in molti passaggi ed in particolare in certi casi (ad esempio negli abbellimenti).

Torna al sotto elenco

Gli abbellimenti

Come succede per tutti gli strumenti, anche con la fisarmonica, il canto può essere arricchito da note che generalmente non sono riportate nella partitura e che vengono comunque inserite dall'esecutore, secondo il suo gusto per abbellire il brano stesso.

Per avere un'idea più di quanto detto, potete consultare la partitura del brano Birba e poi sentirne la sua esecuzione . Avrete così modo di sentire che, rispetto alla partitura, sono state inserite in modo sistematico, delle terzine e dei trilli.

Quello che bisogna comunque sempre ricordare, è che gli abbellimenti fanno parte esclusivamente della tecnica (sia in generale che, naturalmente, individuale) e quindi non bisogna mai abusare di questi soprattutto quando si rischia di complicare troppo le cose e conseguentemente di sbagliare, o peggio ancora, quando si va a far perdere "l'emozionalità" al brano in questione.

Fra gli abbellimenti più utilizzati con la fisarmonica ricordo:

  • le terzine: ossia infilare una terza nota fra due già esistenti;
  • i glissati: ossia suonare una nota velocissima, in genere di un semitono inferiore o superiore, prima della nota effettivamente scritta in partitura;
  • i trilli: molto usati con la fisarmonica e che si ottengono facendo suonare due note adiecenti l'una all'altra in rapidissima successione al posto di una sola nota;
  • le note puntate: ossia quelle note suonate in maniera netta, precisa, staccate le une dalle altre quasi come se le dita "saltellassero" sulla tastiera; questo è caratteristico di alcuni tipi di brani di musiche da ballo come polke e mazurke;
  • gli arpeggi: ossia le tre note componenti un accordo suonate in modo ripetitivo (oppure tre note della scala dell'accordo) nei quali spesso, vanno ad intersecarsi le note della melodia.

Ricordo infinre le "passeggiate" che sono costituite da quelle serie di note, ascendenti o discententi, che spesso rappresentanto una scala o una parte di essa che però, invece di essere eseguite nel modo ortodosso da tutte le dita della mano, vengono effettuate utilizzando solo le dita indice e medio che, appunto, "passeggiano" avanti od indietro lungo la tastiera.

Torna al sotto elenco

Torna all'inizio della pagina

Torna alla Home Page Scuola


CONTATTAMI !!!!!! Invia un messaggio al seguente indirizzo: brginc@tin.it, con il tuo giudizio, le tue impressione o quello che vuoi !!!! In più riceverai un'e-mail ogni volta che il sito ed il suo contenuto verrà aggiornato !!!!