Imparare a suonare uno strumento come la fisarmonica in maniera empirica non è,
come ho già detto, nè particolarmente difficile e, senz'altro, neppure
impossibile.
Ognuno di noi può iniziare a suonare, partendo da un qualunque motivo conusciuto,
ed ottenere da subito dei risultati.
Le difficoltà cominciano a presentarsi quando si ha l'intenzione di espandere il
proprio repertorio da eseguire soprattutto per quello che riguarda l'aspetto melodico.
Con il metodo che ho ideato, è possibile raggirare questo "inghippo".
Osserviamo l'illustrazione sottostante nella quale viene raffigurata una tastiera di una fisarmonica sistema a piano
composta da tre ottave.
Ogni nota "naturale" è rappresentata dal corrispondente nome anglosassone e precisamente:
- C per la nota DO;
mentre le note "alterate" come ad esempio DO#, MIb ecc. che si trovano sui tasti neri,
sono rappresentate dai numeri da uno a cinque nel seguente modo:
- 1 per la nota DO# o REb;
In questo modo sarà immediatamente possibile riconoscere la nota in questione (cioè
se naturale o alterata) in quanto contraddistinte rispettivamente da lettere e numeri.
Ogni nota, è preceduta da un numero da zero a quattro: questo rappresenta
l'ottava di appartenenza.
In questo modo, la nota "1G" (il primo SOL della tastiera), si troverà sul primo tasto (nota SOL della
ottava numero due), mentre quella rappresentata dal nome "2G" (il SOL accanto al DO centrale), sul quinto
tasto dell'ottava
numero due (la terza e precisamente, contando solo i tasti bianchi, al tasto numero quindici e così via).
Nell'illustrazione, ho colorato di rosso, la nota DO
della terza ottava (2C) che rappresenta il DO centrale sulla tastiera di un pianoforte.
- D per la nota RE;
- E per la nota MI;
- F per la nota FA;
- G per la nota SOL;
- A per la nota LA;
- B per la nota SI;
- 2 per la nota RE# o MIb;
- 3 per la nota FA# o SOLb;
- 4 per la nota SOL# o LAb;
- 5 per la nota LA# o SIb;
Nella musica per fisarmonica, come per quella delle tastiere o del pianoforte, la note sono generalmente scritte utilizzando una doppia linea di partitura: una con la chiave di basso o chiave di FA per l'accompagnamento ed una per il canto in chiave di Violino o chiave di Sol.
Per rappresentare le note basse, sia dei bassi principali, dei contrabbassi che degli accordi nell'accompagnamento dei brani, ho optato per il metodo tradizionale in quanto più semplice ed facilmente attuabile di altri.
Di seguito vi propongo l'elenco delle note sul pentagramma in chiave di FA partendo dalla nota DO più bassa (parte in rosso) che nelle partiture vengono utilizzate per indicare le note singole di bassi e dei contrabbassi fino ad arrivare alla nota SI più alta (sopra il quinto rigo del pentagramma) che vengono utilizzate per indicare i bottoni degli accordi.
Torniamo ora al lato del canto. Partendo dal DO centrale, la scala di DO maggiore sarà rappresentata sul pentagramma in questa maniera.
Clickando sull'illustrazione è possibile sentire l'esecuzione della scala.
Per rappresentare graficamente le note con il mio metodo seguiremo le seguenti indicazioni:
- utilizzeremo un normale pentagramma vuoto formato da cinque righe e quattro spazi all'inizio del quale saranno inserite le indicazioni necessarie per l'esecuzione del brano, quali la chiave , le alterazioni in chiave, relative alla tonalità (anche se non necessarie per questo metodo), il tempo ecc. e le altre informazioni musicali che "ruberemo" alla notazione tradizionale; di seguito poi incontreremo le varie note che compongono il brano stesso;
- utilizzeremo anche le pause, le legature, il punto e gli altri simboli necessari "rubando" anche questi alla notazione tradizionale, e li collocheremo sopra il pentagramma quando saranno utilizzati (per maggiori riferimenti visita la pagina su la notazione musicale che è possibile trovare nella sezione di teoria);
- per comodità, utilizzeremo il terzo spazio per scrivere le note secondo la notazione del mio metodo nel suguente sistema:
Nel caso in cui avessimo la necessità di rappresentere più note che vengono suonate contemporaneamente, ad esempio un accordo, utilizzeremo anche gli spazi superiori ed inferiori (anche fuori del pentagramma, perchè no !!?!!) che ci permetteranno di capire che, in quel caso, le note devono essere suonate contemporaneamente.
Nell'esempio è stata utilizzata la sola nota DO dell'ottava centrale corrispondente al valore "2C" del sistema di notazione.
Per indicare la durata di ogni nota nella rappresentazione:
- la semibreve , il cui valore è intero, viene indicata con i soli simboli retalivi alla nota in questione;
- la minima , il cui valore è 1/2, viene indicata con i simboli retalivi alla nota in questione con sotto l'aggiunta di una doppia barretta;
- la semiminima , il cui valore è 1/4, viene indicata con i simboli retalivi alla nota in questione con sotto l'aggiunta di una barretta;
- la croma , il cui valore è 1/8, viene indicata con i simboli retalivi alla nota in questione con sotto l'aggiunta di una barretta che caratterizza la nota nella notazione tradizionale;
- la semicorma , il cui valore è 1/16, viene indicata con i simboli retalivi alla nota in questione con sotto l'aggiunta di una barretta che caratterizza la nota nella notazione tradizionale;
- la biscroma , il cui valore è 1/32, viene indicata con i simboli retalivi alla nota in questione con sotto l'aggiunta di una barretta che caratterizza la nota nella notazione tradizionale;
- la semibiscroma , il cui valore è 1/64, viene indicata con i simboli retalivi alla nota in questione con sotto l'aggiunta di una barretta che caratterizza la nota nella notazione tradizionale.
Ed ecco ora la trascrizione dell'esempio visto prima contenente la scala diatonica di DO maggiore: