Ogni scala musicale è composta da sette note (ad esempio la scala di DO
dalle note DO, RE, MI, FA, SOL, LA e SI), ognuna delle quali prende un nome particolare
a seconda del punto della scala nel quale si trova.
Nella sezione di teoria, alla pagina La tonalità
potrete trovare tutte le informazioni relative alla denominazioni delle
varie note a secondo della loro collocazione all'interno della scala.
Ogni accordo, sia maggiore che minore, è composto dalle seguenti note:
- la tonica o fondamentale;
Ricapitolando ogni accordo, sia maggiore che minore, è formato dal
primo, dal terzo e dal quinto grado, della scala.
Questo vale non soltanto per gli accordi "normali" ma anche per quelli così detti rivolti.
Ma perchè questi prendono questo nome? Perchè se sono formati dalle stesse note
non possono essere considerati "uguali" agli altri?
Semplicemente perchè cambia la sequenza delle note nella loro formazione.
Vediamo di fare un esempio pratico che possa aiutarci a comprendere meglio.
L'accordo di DO maggiore è formato dalle seguenti note: DO (fondamentale), MI (tonale) e
SOL (dominante).
Partendo da una qualunque ottava e premendo le note in questione contemporaneamente, come è possibile
vedere nell'illustrazione sottostante, otterremo tale accordo con note appartenenti alla stessa ottava e
avremo come "basso fondamentale" la nota DO (la prima che compone l'accordo e che risulta essere più
bassa delle altre due).
- la modale o caratteristica; che può essere costituita
dalla terza nota della scala (ad es. dalla nota MI nella scala di DO) nel caso della
tonalità maggiore oppure dalla terza nota della stessa scala ma in questo caso
diminuita di mezzo tono (ad es. dalla nota MIb nella scala di DO Minore);
- la dominante .
Proviamo ora a togliere il dito che preme la nota SOL, e spostando la mano, facciamo in modo di premere sempre le due note DO e MI come nell'accordo precedente ma di premere la nota SOL prima della nota fondamentale DO come indicato nell'illustrazione seguente.
Partendo ora da questo accordo compiamo la stessa operazione con la nota MI. Otterremo il seguente accordo illustrato di seguito.
Così, abbiamo ottenuto due accordi rivolti di DO che si differenziano dal primo per le sueguenti motivazioni:
1 - anche se l'accordo armonicamente ottenuto è sempre "lo stesso", in realtà risulta essere sonoricamente
diverso in quanto è composto da suoni appartenenti (in almeno un caso) ad ottave diverse;
2 - l'accordo di partenza risulta essere quello "ortodossamente" perfetto in quando prodotto dal primo, terzo e quinto
grado in sequenza (gli altri due sono formati rispettivamente la quinto, primo e terzo e terzo, quinto e primo);
3 - la nota fondamentale cioè quella più bassa solo nel primo caso è quella che da il nome
all'accordo.
Questi tipi di accordi, oltre ad essere necessari nelle composizioni, risultano molto utili quando c'è la necessità di effetturare un accompagnamento che possiamo definire "libero" (dove cioè non c'è un'indicazione precisa nella partitura che indichi le note da suonare per la parte armonica).
In questo modo è possibile, limitando al minimo lo spostamento della mano sinistra, riuscire a formare tutti gli accordi necessari nello spazio di una o due ottave al massimo.
Naturalmente quello che abbiamo visto per questo esempio, vale anche per tutti gli altri tipi di accordi (di settima, diminuiti, di quarta ecc.)sia maggiori che minori.