La durata delle note
Ascoltando la melodia di un brano musicale o di una canzone, è
possibile notare che i suoni, cioè le note musicali che la
compongono, non hanno tutte la stessa durata.
Nel brano, infatti possiamo sentire che alcune note sono più lunghe
o più brevi di altre, cioè il loro suono è più
o meno prolungato rispetto alle note che le precedono o che le seguono.
Questo perché, nella musica, le note non sono tutte uguali, ma
sono "classificate" sulla base di una loro durata.
La nota utilizzata come "unità" di misura è la
semibreve, che viene raffigurata con un
cerchio vuoto ed alla quale, convenzionalmente è stato attribito
il valore di 1.
Naturalmente, per poter rappresentare dei suoni che hanno una durata minore della semibreve, è necessario utilizzare delle altre note.
Ecco la gerarchia completa delle note con la loro relativa durata:
- la minima , posta fra la semibreve e la semiminama rappresentata con un cerchio vuoto e da una piccola asta, il cui valore è di 1/2 (cioè esattamente la metà della semibreve ed il doppio della semiminima);
- la semiminima , posta fra la minima e la croma rappresentata con un cerchio pieno e da una piccola asta, il cui valore è di 1/4 (cioè esattamente la metà della minima ed il doppio della croma);
- la croma , posta fra la semiminima e la semicroma rappresentata con un cerchio pieno e da una piccola asta con una "piccola virgola" disegnata sull'asta, il cui valore è di 1/8 (cioè esattamente la metà della semiminima ed il doppio della semicroma);
- la semicroma , posta fra la croma e la biscroma rappresentata con un cerchio pieno e da una piccola asta con due "piccole virgole" disegnate sull'asta, il cui valore è di 1/16 (cioè esattamente la metà della croma ed il doppio della biscroma);
- la biscroma , posta fra la semicroma e la semibiscroma rappresentata con un cerchio pieno e da una piccola asta con tre "piccole virgole" disegnate sull'asta, il cui valore è di 1/32 (cioè esattamente la metà della semicroma ed il doppio della semibiscroma);
- in ultimo, la semibiscroma , posta dopo la biscroma e rappresentata con un cerchio pieno e da una piccola asta con quattro "piccole virgole" disegnate sull'asta, il cui valore è di 1/64 (cioè esattamente la metà della biscroma).
Come si può vedere, la loro caratteristica, è determinata dal fatto che ognuna di queste note, ha una durata che è esattamente la metà della nota che la precede ed esattamente il doppio di quella che la segue nella "gerarchia" (ad eccezione della semibreve e della semibiscroma che sono rispettivamente la prima e l'ultima della stessa).
Così, ad esempio, per rappresentare un valore della semibreve (1) occorre utilizzare due minime (1/2 + 1/2).
Infine una particolarità: le crome, le semicrome, le biscrome e le semibiscrome, quando sono vicine fra di loro, possono essere raggruppate unendole con un trattino (crome), due trattini (semicrome), tre trattini (biscrome), quattro trattini (semibiscrome) onde facilitarne la lettura.
Ecco di seguito, per comodità, la tabella grafica con tutte le note dalla semibreve alla semibiscroma.
Naturalmente in un brano musicale non esistono solo note suonate.
Esistono anche note .....non suonate ovvero le pause.
Proprio perché anche esse..... sono delle "note", sono "inquadrate"
nella stessa gerarchia vista precedentemente e cioè:
- la pausa semibreve, che viene raffigurata con un
trattino attaccato alla parte inferiore del quarto rigo del pentagramma
ed alla quale, convenzionalmente è stato attribito
il valore di 1;
- la pausa minima , posta fra la semibreve e la semiminama rappresentata con un trattino attaccato alla parte superiore del terzo rigo del pentagramma, il cui valore è di 1/2 (cioè esattamente la metà della semibreve ed il doppio della semiminima);
- la pausa semiminima , posta fra la minima e la croma rappresentata da una mezza parentesi graffa la cui parte inferiore temina con una "specia di virgola", il cui valore è di 1/4 (cioè esattamente la metà della minima ed il doppio della croma);
- la pausa croma , posta fra la semiminima e la semicroma rappresentata da una piccola asta inclinata dall'alto in basso da destra verso sinistra con un piccolo pallino posto nella parte superiore, il cui valore è di 1/8 (cioè esattamente la metà della semiminima ed il doppio della semicroma);
- la pausa semicroma , posta fra la croma e la biscroma rappresentata da una piccola asta inclinata dall'alto in basso da destra verso sinistra con due piccoli pallini posti nella parte superiore, il cui valore è di 1/16 (cioè esattamente la metà della croma ed il doppio della biscroma);
- la pausa biscroma , posta fra la semicroma e la semibiscroma rappresentata da una piccola asta inclinata dall'alto in basso da destra verso sinistra con tre piccoli pallini posti nella parte superiore, il cui valore è di 1/32 (cioè esattamente la metà della semicroma ed il doppio della semibiscroma);
- in ultimo, la pausa semibiscroma , posta dopo la biscroma e rappresentata da una piccola asta inclinata dall'alto in basso da destra verso sinistra con quattro piccoli pallini posti nella parte superiore, il cui valore è di 1/64 (cioè esattamente la metà della biscroma).
Ricordate che anche per le pause, relavivamente ai rapporti dei valori, valgono le stesse regole viste per le note.
Ecco di seguito, per comodità, la tabella grafica con tutte le pause dalla semibreve alla semibiscroma.
Nella notazione musicale esistono tre costrutti che permettono di
alterare la durata delle note e delle pause che abbiamo precedentemente visto consentendo
al musicista di poter scrivere delle note la cui durata è diversa
da quella per così dire "ortodossa".
Essi, sono rappresentati da:
- la legatura di valore;
La legatura di valore, viene fatta fra due note della stessa altezza
(quindi ad esempio fra due LA, due MI adiecenti posti sullo stesso rigo
o sullo stesso spazio ecc.) ed ha lo scopo di prolungare
il suono della prima nota che fa parte della legatura del valore dato
dalla somma delle due note legate; essa viene raffigurata da un
piccolo arco che unisce le due note.
- il punto;
- la corona.
Così ad esempio, se in una misura di 3/4 avessimo due SOL il primo rappresentato da una minima (1/2) e il secondo da una semiminima (1/4), solfeggiando la misura, otterremmo due suoni distinti separati del complessivo valore di 3/4 (1/2 + 1/4).
Se nella stessa misura inseriamo una legatura di valore fra le due note, otterremo invece un unico suono del valore totale di 3/4.
Cosa diversa è invece la legatura di portamento che unisce due suoni di altezza diversa: in questo caso, essa non altera il valore delle note ma indica che la prima di queste deve essere eseguita in modo più accentuato rispetto alla seconda.
Sempre riguardo alle legature, in una partitura è possibile incontrare una legatura di frase cioè una curva che unisce, insieme in un gruppo, diverse note.
Quando si incontra un gruppo di note in questo modo, esse devono essere suonate (o cantate) senza interruzione di suono fra una nota e l'altra.
Il punto, che viene posto dopo la testa della nota, aumenta la stessa della metà del suo valore.
Ecco di seguito riportata una tabella con tutte le note "puntate" ed il loro valore "definitivo".
Nota | Valore finale | ||
4/4 o 1 | 1/2 | 3/2 | |
1/2 | 1/4 | 3/4 | |
1/4 | 1/8 | 3/8 | |
1/8 | 1/16 | 3/16 | |
1/16 | 1/32 | 3/32 | |
1/32 | 1/64 | 3/64 | |
1/64 | 1/128 | 3/128 |
Naturalmente il punto di valore può essere anche applicato alle pause.
La differenza fra il punto di valore e la legatura di valore sta nel fatto che il primo può prolungare un suono solo all'interno di una misura o battuta mentre la seconda, può prolungare un suono anche per diverse misure.
Infine la corona, rappresentata da un punto posto sotto un arco sopra la testa della nota, indica che la durata della stessa può essere prolungata a piacimento dell'esecutore.
E' possibile all'inizio di una partitura incontrare una misura (in genere la prima), nella quale la somma dei valori delle note non è uguale al valore indicato dal tempo posto vicino alla chiave.
Si tratta di quella che nella musica viene definita misura o battuta incompleta.
Questa particolarità, si ha quando la misura o battuta inizia con uno o più movimenti il primo dei quali non ha l'accento forte. In questo caso, gli altri movimenti che precedono quello o quelli indicati nella misura (il primo dei quali è "contrassegnato" da un accento forte), sono costituiti da pause.