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Lezione 3

L'intervallo di ottava

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I suoni che possiamo ottenere con uno strumento musicale sono diversi fra di loro.

Prendiamo come primo strumento di esempio, la chitarra.

Se pizzichiamo la sesta corda a vuoto ottenendo la nota MI, e successivamente pizzichiamo la quarta corda premendola al secondo tasto ottenendo sempre la nota MI, possiamo accorgerci che, nonostante la similitudine dei due suoni (entrembe le note suonate sono MI), esistono molte differenze.

Ancora, se pizzichiamo la seconda corda premuta al quinto tasto ottenendo la nota MI, la prima corda libera ottenendo ancora la nota MI e la terza corda premuta al nono tasto ottenendo ancora una nota MI, possiamo notare che pur avendo suonato tre note identiche, esse hanno delle caratteristiche particolari che le contraddistinguono.

Vediamo ora su di uno strumento a tastiera (organo, fisarmonica, pianoforte), che cosa succede premendo i vari tasti.

Osservando la tastiera possiamo notare che l'insieme dei tasti bianchi è via via interrotto da sequenze di tasti neri; prima due nei primi tre tasti bianchi e poi tre negli altri quattro.

Nel primo gruppo di tre tasti bianchi con i due neri, premiamo il primo tasto ottenendo la nota DO; scorriamo la tastiera ed ogni volta che incontriamo un gruppo di tasti con queste caratteristiche (tre bianchi e due neri), premiamo il primo tasto bianco (nota DO).

Facendo attenzione possiamo sentire che la nota sono "uguali" o meglio, simili ma anche qui, si differenziano per "qualche cosa".

Questo perché?

Semplicemente perché le note che suoniamo con la chitarra sono semplici onde sonore e conseguentemente come tali, si assoggettano a tutte quelle leggi fisiche che governano l'universo.

In particolare, per quello che riguarda le onde sonore (le note suonate), prodotte dalle corde della chitarra), senza addentrarci nella fisica e le sue leggi, possiamo osservare che le differenze esistenti suonando una stessa nota, sono determinate dalla densità, tensione, diametro e lunghezza delle corde.

La densità è una caratterizzazione del materiale con cui la corda è costruita (corde di nylon, di metallo ecc.); la tensione che varia ogni volta che operiamo sulle chiavette meccaniche della chitarra tendendo maggiormente o in misura minore la corda determinando per la stessa, un suono più acuto o più grave; il diametro che varia da corda a corda; più è piccolo, più il suono prodotto dalla corda è acuto; la lunghezza che durante l'esecuzione di un brano varia continuamente da corda a corda in virtù della pressione delle dita sui tasti della tastiera determinando anche l'altezza dei suoni stessi.

Queste caratteristiche che abbiamo appena enunciato, ci consentono di poter inserire i suoni prodotti con le corde in intervalli , contraddistinti da una suono (nota) più basso posto all'inizio dell'intervallo e da un suono più acuto posto alla sua fine.

Nella musica, un intervallo particolarmente è interessante è quello denominato intervallo di ottava.

La tastiera del pianoforte contiene sette ottave numerabili dalla zero alla sei.

Le ottave di una tastiera di pianoforte

La nota LA ottenuta con il diapason si trova nella quarta ottava (quella numero tre).

Sulle nostre tastiere, generalmente ritroviamo cinque ottave con un'estensione che generalmente comincia dall'ottava uno del pianoforte per terminare all'ottava numero sei di questo stesso strumento.

Di seguito, nell'illustrazione, sono indicate le note ottenibili su di una "normale" tastiera moderna partendo dal primo tasto (quello che è stato indicato con la nota DO e che si trova nell'ottava che abbiamo contrassegnato con il numero zero equivalente all'ottava numero uno della tastiera del pianoforte) fino all'ultimo tasto corrispondente alla nota DO dell'ottava numero quattro (la numero cinque della tastiera del pianoforte).

Le ottave di una tastiera elettronica

La nota colorata di rosso corrisponde al DO centrale; notate come "naturalmente" essa rappresenti l'ultima nota della scala di FA (basso) e la prima di quella di SOL (violino).

Sulla chitarra tale intervallo può essere individuato su ogni corda ed è contraddistinto dalla nota generata dalla corda libera (ad esempio il MI della sesta corda pizzicata a vuoto), e dalla nota generata pizzicando la stessa corda premuta al dodicesimo tasto.

L'intervallo d'ottava è costituito da dodici semitoni ; quando questi vengono suonati in sequenza cioè uno dopo l'altro partendo dalla corda a vuoto fino al dodicesimo tasto, otteniamo una scala cromatica.

Nella scala cromatica, oltre alle normali note che tutti conosciamo, (DO, RE, MI ecc.) sono presenti anche altre note contraddistinte dal nome della nota e da due simboli: o il diesis (#) o il bemolle (b) che rispettivamente aumentano o diminuiscono di mezzo tono la nota.

E' da notare inoltre che una stessa nota posta fra due altre note, ad esemprio fra il DO ed il RE, viene denominata DO# (DO diesis) quando la scala viene eseguita in senso ascendente, mentre viene denominata REb (RE bemolle) quando la stessa viene eseguita in senso discendente.

Le note dal tasto 0 al XVIII

I suoni che, pur cambiando nome in seguito ad un'alterazione (ad esempio DO# = REb), vengono denominati con il nome di una stessa nota, sono definiti suoni enarmonici o omofoni.

I semitoni collocati fra due note tra di loro divise da un tono (ad esempio DO e RE) e che sono di nome uguale alla nota che li precede (ad esempio DO e DO#), prendono il nome di semitoni cromatici.

Quando tali semitoni sono invece indicati fra due suoni di nome diverso (ad esempio REb e DO), prendono il nome di semitoni diatonici.

I semitoni MI - FA e SI - DO sono denominati invece semitoni diatonici naturali in quanto l'intervallo fra queste note è esattamente di mezzo tono.

Nella tabella sottostante, sono riportati gli intervalli di ottava di tutte e sei le corde con l'indicazione dei dodici semitoni.

Corda a vuoto I tasto II tasto III tasto IV tasto V tasto VI tasto VII tasto VIII tasto IX tasto X tasto XI tasto XII tasto
Prima corda MI FA FA# o SOLb SOL SOL# o LAb LA LA# o SIb SI DO DO# o REb RE RE# o MIb MI
Seconda corda SI DO DO# o REb RE RE# o MIb MI FA FA# o SOLb SOL SOL# o LAb LA LA# o SIb SI
Terza corda SOL SOL# o LAb LA LA# o SIb SI DO DO# o REb RE RE# o MIb MI FA FA# o SOLb SOL
Quarta corda RE RE# o MIb MI FA FA# o SOLb SOL SOL# o LAb LA LA# o SIb SI DO DO# o REb RE
Quinta corda LA LA# o SIb SI DO DO# o REb RE RE# o MIb MI FA FA# o SOLb SOL SOL# o LAb LA
Sesta corda MI FA FA# o SOLb SOL SOL# o LAb LA LA# o SIb SI DO DO# o REb RE RE# o MIb MI

Cosa diversa è invece la scala maggiore diatonica che è composta solo da sette toni e precisamente dalle note che normalmente siamo abituatia a "solfeggiare" e che tutti conosciamo.

A proposito di questa, ricordiamo che essa prende il nome dalla prima nota dalla quale la stessa inizia; così, la scala maggiore diatonica di do, sarà formata dalle seguienti note: do, re, mi, fa, sol, la, si (do).

E' da notare che l'ultimo do racchiuso fra le parentesi è quello dell'ottava superiore al primo della scala.

Questo viene inserito nella scala per dare senso compiuto alla stessa.

Per comodità, nella tabella sottostante sono riportate le scale diatoniche compobibili partendo da uno qualunque dei dodici semitoni che formano ognuna delle scale cromatiche.

I Grado: Tonica o Fondamentale II Grado: Sopratonica III Grado: Modale o Caratteristica IV Grado: Sottodominante V Grado: Dominante VI Grado: Sopradominante VII Grado: Sensibile
1: Scala di DO DO RE MI FA SOL LA SI
2: Scala di DO# o REb DO# o REb RE# o MIb FA FA# o SOLb SOL# o LAb LA# o SIb DO
3: Scala di RE RE MI FA# o SOLb SOL LA SI DO# o REb
4: Scala di RE# o MIb RE# o MIb FA SOL SOL# o LAb LA# o SIb DO RE
5: Scala di MI MI FA# o SOLb SOL# o LAb LA SI DO# o REb RE# o MIb
6: Scala di FA FA SOL LA SIb o LA# DO RE MI
7: Scala di FA# o SOLb FA# o SOLb SOL# o LAb LA# o SIb SI DO# o REb RE# o MIb FA
8: Scala di SOL SOL LA SI DO RE MI FA# o SOLb
9: Scala di SOL# o LAb SOL# o LAb LA# o SIb DO DO# o REb RE# o MIb FA SOL
10: Scala di LA LA SI DO# o REb RE MI FA# o SOLb SOL# o LAb
11: Scala di LA# o SIb LA# o SIb DO RE RE# o MIb FA SOL LA
12: Scala di SI SI DO# o REb RE# o MIb MI FA# o SOLb SOL# o LAb LA# o SIb

Le scale minori

Oltre alle scale diatoniche maggiori, esistono anche le scale minori .

Tutte le scale minori derivano dalle scale maggiori.

Per costruire una scala minore, basta partire dal VI grado della scala maggiore in questo modo:

I II III IV V VI VII VIII -- -- -- -- --
DO RE MI FA SOL LA SI DO -- -- -- -- --
-- -- -- -- -- LA SI DO RE MI FA SOL LA
-- -- -- -- -- I II III IV V VI VII VIII

La loro caratteristica fondamentale è determinata dal fatto che, a differenza della scala maggiore dove il III grado (la modale o caratteristica) risulta essere separata dal I grado da due toni e dal V grado di un tono e mezzo, il terzo grado della scala minore è separato dal I grado da un tono e mezzo (tre semitoni) e dal V grado da due toni.

Nella musica, esistono tre tipi di scale minori e precisamente:

- la scala minore naturale che contiene le stesse alterazioni in chiave della scala maggiore da cui viene generata;

- la scala minore armonica che contiene le stesse alterazioni in chiave della scala maggiore da cui viene generata con la differenza che il VII grado risulta aumentato di un semitono;

- la scala minore melodica che contiene le stesse alterazioni in chiave della scala maggiore da cui viene generata con la differenza che il VI e il VII grado risultano aumentati di un semitono solo nel senso ascendente.

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