L'intervallo di ottava
I suoni che possiamo ottenere con uno strumento musicale
sono diversi fra di loro.
Prendiamo come primo strumento di esempio, la chitarra.
Se pizzichiamo la sesta corda a vuoto ottenendo la nota
MI, e successivamente pizzichiamo la quarta corda premendola al
secondo tasto ottenendo sempre la nota MI, possiamo accorgerci
che, nonostante la similitudine dei due suoni (entrembe le note
suonate sono MI), esistono molte differenze.
Ancora, se pizzichiamo la seconda corda premuta al quinto tasto
ottenendo la nota MI, la prima corda libera ottenendo ancora la
nota MI e la terza corda premuta al nono tasto ottenendo ancora
una nota MI, possiamo notare che pur avendo suonato tre note
identiche, esse hanno delle caratteristiche particolari che
le contraddistinguono.
Vediamo ora su di uno strumento a tastiera (organo, fisarmonica, pianoforte),
che cosa succede premendo i vari tasti.
Osservando la tastiera possiamo notare che l'insieme dei tasti bianchi
è via via interrotto da sequenze di tasti neri; prima due nei primi tre tasti bianchi
e poi tre negli altri quattro.
Nel primo gruppo di tre tasti bianchi con i due neri, premiamo il primo tasto
ottenendo la nota DO; scorriamo la tastiera ed ogni volta che incontriamo un gruppo
di tasti con queste caratteristiche (tre bianchi e due neri), premiamo il primo tasto
bianco (nota DO).
Facendo attenzione possiamo sentire che la nota sono "uguali" o meglio, simili ma anche qui,
si differenziano per "qualche cosa".
Questo perché?
Semplicemente perché le note che suoniamo con la chitarra
sono semplici onde sonore e conseguentemente come tali, si
assoggettano a tutte quelle leggi fisiche che governano l'universo.
In particolare, per quello che riguarda le onde sonore (le note suonate),
prodotte dalle corde della chitarra), senza addentrarci nella
fisica e le sue leggi, possiamo osservare che le differenze
esistenti suonando una stessa nota, sono determinate dalla
densità, tensione, diametro e lunghezza
delle corde.
La densità è una caratterizzazione del materiale
con cui la corda è costruita (corde di nylon, di metallo ecc.);
la tensione che varia ogni volta che operiamo sulle chiavette
meccaniche della chitarra tendendo maggiormente o in misura
minore la corda determinando per la stessa, un suono più
acuto o più grave; il diametro
che varia da corda a corda; più è piccolo, più
il suono prodotto dalla corda è acuto; la lunghezza
che durante l'esecuzione di un brano varia continuamente
da corda a corda in virtù della pressione delle dita sui
tasti della tastiera determinando anche l'altezza
dei suoni stessi.
Queste caratteristiche che abbiamo appena enunciato, ci consentono
di poter inserire i suoni prodotti con le corde in intervalli
, contraddistinti da una suono (nota) più basso posto
all'inizio dell'intervallo e da un suono più acuto posto alla
sua fine.
Nella musica, un intervallo particolarmente è interessante
è quello denominato intervallo di ottava.
La tastiera del pianoforte contiene sette ottave numerabili dalla
zero alla sei.
La nota LA ottenuta con il diapason si trova nella quarta ottava (quella numero tre).
Sulle nostre tastiere, generalmente ritroviamo cinque ottave con un'estensione che generalmente comincia dall'ottava uno del pianoforte per terminare all'ottava numero sei di questo stesso strumento.
Di seguito, nell'illustrazione, sono indicate le note ottenibili su di una "normale" tastiera moderna partendo dal primo tasto (quello che è stato indicato con la nota DO e che si trova nell'ottava che abbiamo contrassegnato con il numero zero equivalente all'ottava numero uno della tastiera del pianoforte) fino all'ultimo tasto corrispondente alla nota DO dell'ottava numero quattro (la numero cinque della tastiera del pianoforte).
La nota colorata di rosso corrisponde al DO centrale; notate come "naturalmente" essa rappresenti l'ultima nota della scala di FA (basso) e la prima di quella di SOL (violino).
Sulla chitarra tale intervallo può essere individuato su ogni corda ed è contraddistinto dalla nota generata dalla corda libera (ad esempio il MI della sesta corda pizzicata a vuoto), e dalla nota generata pizzicando la stessa corda premuta al dodicesimo tasto.
L'intervallo d'ottava è costituito da dodici semitoni ; quando questi vengono suonati in sequenza cioè uno dopo l'altro partendo dalla corda a vuoto fino al dodicesimo tasto, otteniamo una scala cromatica.
Nella scala cromatica, oltre alle normali note che tutti conosciamo, (DO, RE, MI ecc.) sono presenti anche altre note contraddistinte dal nome della nota e da due simboli: o il diesis (#) o il bemolle (b) che rispettivamente aumentano o diminuiscono di mezzo tono la nota.
E' da notare inoltre che una stessa nota posta fra due altre note, ad esemprio fra il DO ed il RE, viene denominata DO# (DO diesis) quando la scala viene eseguita in senso ascendente, mentre viene denominata REb (RE bemolle) quando la stessa viene eseguita in senso discendente.
I suoni che, pur cambiando nome in seguito ad un'alterazione (ad esempio DO# = REb), vengono denominati con il nome di una stessa nota, sono definiti suoni enarmonici o omofoni.
I semitoni collocati fra due note tra di loro divise da un tono (ad esempio DO e RE) e che sono di nome uguale alla nota che li precede (ad esempio DO e DO#), prendono il nome di semitoni cromatici.
Quando tali semitoni sono invece indicati fra due suoni di nome diverso (ad esempio REb e DO), prendono il nome di semitoni diatonici.
I semitoni MI - FA e SI - DO sono denominati invece semitoni diatonici naturali in quanto l'intervallo fra queste note è esattamente di mezzo tono.
Nella tabella sottostante, sono riportati gli intervalli di ottava di tutte e sei le corde con l'indicazione dei dodici semitoni.
Corda a vuoto | I tasto | II tasto | III tasto | IV tasto | V tasto | VI tasto | VII tasto | VIII tasto | IX tasto | X tasto | XI tasto | XII tasto | |
Prima corda | MI | FA | FA# o SOLb | SOL | SOL# o LAb | LA | LA# o SIb | SI | DO | DO# o REb | RE | RE# o MIb | MI |
Seconda corda | SI | DO | DO# o REb | RE | RE# o MIb | MI | FA | FA# o SOLb | SOL | SOL# o LAb | LA | LA# o SIb | SI |
Terza corda | SOL | SOL# o LAb | LA | LA# o SIb | SI | DO | DO# o REb | RE | RE# o MIb | MI | FA | FA# o SOLb | SOL |
Quarta corda | RE | RE# o MIb | MI | FA | FA# o SOLb | SOL | SOL# o LAb | LA | LA# o SIb | SI | DO | DO# o REb | RE |
Quinta corda | LA | LA# o SIb | SI | DO | DO# o REb | RE | RE# o MIb | MI | FA | FA# o SOLb | SOL | SOL# o LAb | LA |
Sesta corda | MI | FA | FA# o SOLb | SOL | SOL# o LAb | LA | LA# o SIb | SI | DO | DO# o REb | RE | RE# o MIb | MI |
Cosa diversa è invece la scala maggiore diatonica
che è composta solo da sette toni e precisamente dalle
note che normalmente siamo abituatia a "solfeggiare" e che tutti conosciamo.
A proposito di questa, ricordiamo che essa prende il nome dalla prima
nota dalla quale la stessa inizia; così, la scala maggiore
diatonica di do, sarà formata dalle seguienti note: do, re, mi,
fa, sol, la, si (do).
E' da notare che l'ultimo do racchiuso fra le parentesi è
quello dell'ottava superiore al primo della scala.
Questo viene inserito nella scala per dare senso compiuto alla stessa.
Per comodità, nella tabella sottostante sono riportate le
scale diatoniche compobibili partendo da uno qualunque dei dodici
semitoni che formano ognuna delle scale cromatiche.
I Grado: Tonica o Fondamentale | II Grado: Sopratonica | III Grado: Modale o Caratteristica | IV Grado: Sottodominante | V Grado: Dominante | VI Grado: Sopradominante | VII Grado: Sensibile | |
1: Scala di DO | DO | RE | MI | FA | SOL | LA | SI |
2: Scala di DO# o REb | DO# o REb | RE# o MIb | FA | FA# o SOLb | SOL# o LAb | LA# o SIb | DO |
3: Scala di RE | RE | MI | FA# o SOLb | SOL | LA | SI | DO# o REb |
4: Scala di RE# o MIb | RE# o MIb | FA | SOL | SOL# o LAb | LA# o SIb | DO | RE |
5: Scala di MI | MI | FA# o SOLb | SOL# o LAb | LA | SI | DO# o REb | RE# o MIb |
6: Scala di FA | FA | SOL | LA | SIb o LA# | DO | RE | MI |
7: Scala di FA# o SOLb | FA# o SOLb | SOL# o LAb | LA# o SIb | SI | DO# o REb | RE# o MIb | FA |
8: Scala di SOL | SOL | LA | SI | DO | RE | MI | FA# o SOLb |
9: Scala di SOL# o LAb | SOL# o LAb | LA# o SIb | DO | DO# o REb | RE# o MIb | FA | SOL |
10: Scala di LA | LA | SI | DO# o REb | RE | MI | FA# o SOLb | SOL# o LAb |
11: Scala di LA# o SIb | LA# o SIb | DO | RE | RE# o MIb | FA | SOL | LA |
12: Scala di SI | SI | DO# o REb | RE# o MIb | MI | FA# o SOLb | SOL# o LAb | LA# o SIb |
Oltre alle scale diatoniche maggiori, esistono anche le
scale minori .
Tutte le scale minori derivano dalle scale maggiori.
Per costruire una scala minore, basta partire dal VI grado
della scala maggiore in questo modo:
I | II | III | IV | V | VI | VII | VIII | -- | -- | -- | -- | -- |
DO | RE | MI | FA | SOL | LA | SI | DO | -- | -- | -- | -- | -- |
-- | -- | -- | -- | -- | LA | SI | DO | RE | MI | FA | SOL | LA |
-- | -- | -- | -- | -- | I | II | III | IV | V | VI | VII | VIII |
La loro caratteristica fondamentale è determinata dal fatto che, a differenza della scala maggiore dove il III grado (la modale o caratteristica) risulta essere separata dal I grado da due toni e dal V grado di un tono e mezzo, il terzo grado della scala minore è separato dal I grado da un tono e mezzo (tre semitoni) e dal V grado da due toni.
Nella musica, esistono tre tipi di scale minori e precisamente:
- la scala minore naturale che contiene le stesse alterazioni in chiave della scala maggiore da cui viene generata;
- la scala minore armonica che contiene le stesse alterazioni in chiave della scala maggiore da cui viene generata con la differenza che il VII grado risulta aumentato di un semitono;
- la scala minore melodica che contiene le stesse alterazioni in chiave della scala maggiore da cui viene generata con la differenza che il VI e il VII grado risultano aumentati di un semitono solo nel senso ascendente.