L'arcano rondò

"...una storia metafisica e angosciata , nella quale si raffigura la lotta fra il Dio e il Demonio : la posta è la percezione dell'eternità , o meglio il possesso della ragione dell'eterno scorrere del tempo..."
Rossano Onano (introduzione al libro)

 

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Stefano Pelloni
"L'ARCANO RONDO' "

"...una misteriosa danza... la danza che a volte nella vita capita di ballare , di vivere , senza poter fare niente per fermare la musica che trascina in budelli che sfiorano la pazzia.Il soprannaturale ha spalmato il destino del personaggio del libro ....si sente nell'aria che la morte non è ... l'ultima paura.Come si fa a lottare contro le ombre che nascondono in ogni soffio di speranza l'inganno... si palpa qualcosa che e` attaccato al cielo con le unghie,... unghie nere che ci ricordano... di un focolare dove il fuoco può nascondere un richiamo.Nulla è impossibile... quando cala la notte e le paure galleggiano negli occhi ... cercando figure improbabili... in un sole che rimane sogno , mentre la realtà piange parole che non possono attraversare quella barriera... dove l'arcana danza trascina gli occhi... occhi che liberati alla luce gridano vendetta dove non c'è nessun ricordo da uccidere... solo schegge del passato che non compongono nessun mosaico..."
Elio Caterina (presentazione libro in data 17 maggio 1996)


Parte Prima

Ritorno Alla Luce

Colui che dal buio torna
sarà invincibile e la notte
renderà più forte il suo
corpo e più temerario
il suo cuore...

CAPITOLO I



Un tintinnio di chiavi echeggiò lontano.
D'un tratto il buio della cella venne squarciato dalla luce accecante del giorno.
- Sei libero !! - Tuonò una voce proveniente da un'ombra senza forma ed indistinguibile.L'uomo si guardo` intorno ed uscì.
I capelli erano lunghi e sporchi. La barba, lunga anch'essa, ricopriva completamente il viso dell'uomo, rendendo il suo aspetto molto invecchiato e provato.
Oltre la soglia della cella vi era la libertà.
- Perché ? - Domandò l'uomo.
- Non puoi saperlo, LUI vuole che sia così, e così sarà.
- Ditemi chi è lui, vi prego !!!! -
Svenne, stremato oramai da lunghi anni di prigionia.
Si risvegliò, ore dopo, e si accorse di essere in mezzo ad un bosco....
L'aria era smarrita, si guardò attorno, furtivamente, e, lentamente prese una via a lui ignota.Nel suo cuore vi era una sola parola, "Vendetta".
Aveva trascorso la sua vita dentro ad una cella senza saperne né il motivo né da chi.La sua mente era confusa, gli occhi abituati a vedere solo il buio, erano profondamente provati dalla flebile luce del tramonto che filtrava dagli alberi.
Gli tornarono alla mente gli anni che precedettero la sua prigionia.
Erano stati anni intensi, pieni di studi e di ricerche.
Come in un film proiettato al cinema, la sua mente correva veloce, senza sosta. Era come in uno stato do profonda trance.
Penso` agli anni della gioventù , quando, una volta uscito dal collegio, cominciò gli studi di storia antica nella città di Bristol.
Steve non aveva mai conosciuto i suoi genitori, e questo aveva contribuito al suo carattere poco socievole, ed alla profonda avversione alla moltitudine di persone che potevano attorniarlo in una strada, o in una qualsiasi altra occasione.
I primi anni di studi furono travagliati e pieni di insidie.
Con il suo carattere si attirava addosso le inimicizie di quasi tutti i suoi compagni, per cui avere amici per lui era pressoché impossibile. Inoltre lui non aveva famiglia, e di conseguenza neppure soldi, per cui già questo era motivo di risentimento nei suoi riguardi.
Al quarto anno dovette abbandonare per problemi di salute: si ammalò di polmonite e rischiò persino la morte ma, evidentemente non era la sua ora.
A questo punto della sua vita decise di mettersi in viaggio verso lidi a lui ignoti e girò pressoché tutto il mondo. Si arrangiò in ogni modo possibile, e riuscì sempre a ricavare qualche soldo anche rubando.
Ma questa non era la vita che faceva per lui, per cui dopo alcuni anni decise di trasferirsi in una piccola casa ,nel bel mezzo di un bosco, nella Svezia centrale, dove si isolò completamente dal resto del mondo.
Dalle finestre della piccola baita si poteva ammirare una natura incontaminata. Il lago era ghiacciato per quasi tutto l'anno, e l'unica via per arrivarci era un piccolo fiume che passava in mezzo a chilometri e chilometri di bosco nordico.
Non vi erano esseri umani, ma solo renne.
Fu qui che Steve poté coltivare la sua vera passione.
Era sempre stato affascinato dalle leggende dei popoli antichi sulla morte e sul mistero che ne aleggia intorno e ciò diventò oggetto di studi ed esperimenti sempre più profondi, e sempre più complessi.
I libri erano ormai la sua vita : Poe, Baudelaire, studi di spiritismo e magie occulte, facevano ormai parte della sua vita, come l'aria che respirava.Approfondì gli studi, fece altri esperimenti finché un giorno..... la prigionia.
Era frastornato, le sue gambe lo reggevano quasi per miracolo. Il suo aspetto, quasi scheletrico, ricordava gli ebrei deportati dell'ultima guerra, era veramente terribile.
Nel suo cuore mille e più domande si alternavano in un carosello terribile , e le risposte erano altrettante ma nessuna era quella giusta, nessuna lo soddisfava.
- Perché , perché tutto questo tempo rinchiuso? -
E le gambe lo sorreggevano appena lungo la via, mentre il giorno scivolava via lentamente e l'aria si faceva più pungente.
Steve si sentiva straniero in quel posto inospitale , ma oramai era abituato al dolore ed alla paura per cui avanzava senza timore. Erano passati forse anni da quando ne aveva attraversato uno, senza problemi, ansie o paure. Ma ora era qua, con addosso due stracci, senza sapere dove fosse, senza nulla da mangiare, senza speranza nel cuore, con la consapevolezza di potere trovare la morte in ogni angolo di quel verde micidiale.
Sì, Steve si sentiva oramai sul punto di morire.
Ormai non ce la faceva più . Il suo corpo diventava ad ogni passo sempre più peso, la sua mente sempre più offuscata.
Era giunto alla fine....oramai...
L'ultimo raggio di sole svanì , portandosi dietro pure il canto degli uccelli.
Un silenzio quasi irreale avvolgeva come un sudario il bosco, e Steve, sdraiato e completamente stremato questo lo avvertiva profondamente.
Nessuno avrebbe potuto aiutarlo, era solo con se stesso....e con quella compagna scura che quando sorride ci fa gelare il sangue.
Ma ecco che , come per magia, una fioca luce era apparsa in fondo al bosco, là in mezzo ai rami.- Non illuderti Steve, la stanchezza fa brutti scherzi...-
Ma Steve sapeva che quello non era uno scherzo, e comunque avrebbe fatto di tutto per provarlo. Quella era una luce, una luce vera, e non il frutto della sua fantasia, e la` ci doveva essere qualcuno, qualcosa....
Raccogliendo tutte le sue ultime forze con uno sforzo sovrumano riuscì ad alzarsi, e, barcollando, si avviò lentamente verso la luce.
In pochi attimi aveva dimenticato il dolore, le sofferenze, la sua mente era ora sovreccitata, pensava che ora avrebbe potuto incontrare qualcuno dopo tanti anni di solitudine.
Ed era proprio vero. Là , in mezzo a quel verde vi era una casa. Era veramente una piccola casa, che quasi sembrava uscita da una fiaba tanto che era carina e minuta.
Steve riusciva a stento a trattenere le lacrime di gioia che ora gli scendevano lungo le gote infossate, e che cadevano lentamente a terra come un seme che cade dalla mano di un contadino avvezzo al lavoro.
Ritto davanti alla porta ebbe un fremito convulso. La sua mente si bloccò , ed il suo sangue in un solo attimo smise di defluire nelle vene. Era da un'infinita` che non aveva avuto contatti con nessun essere umano, e ciò lo spaventava profondamente.
Mille e più dubbi lo attanagliarono, moltitudini di paure e fobie. Una volta bussato chi avrebbe trovato li` dentro ?
Un uomo ? Una donna ? I suoi persecutori ?
Questa ultima risposta lo atterrì , ma aprire quella porta avrebbe potuto significare la salvezza o l'eterna condanna.
Le forze lo stavano nuovamente abbandonando, per cui fece un'ulteriore sforzo e bussò alla porta.
Il suo tocco fu lieve, delicato, come se la porta fosse costruita di carta velina e lui potesse romperla con un solo alito della sua bocca. Il suono delle nocche sul legno fu appena impercettibile, ma a lui sembrò forte e possente, scherzo dovuto all'iperacutezza dei suoi sensi che si era perpetrata nel lungo periodo di prigionia.
Nella stanza si sentivano alcuni rumori. Ecco, erano passi, e si dirigevano verso la porta, verso di lui !!
Furono attimi eterni, il tempo sembrava che si fosse fermato per sempre. Ogni cosa nel bosco era immobile, ogni rumore annullato, ogni fruscio attutito ; si sentivano solamente quei passi sempre più vicini, sempre più vicini, sempre più...
Il cuore di Steve ebbe un sussulto. Si inginocchiò , e sentì i suoi sensi intorpidirsi, la vista stava calando...
La porta si aprì.


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