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Sul morir dell’estate del 1975, un auto percorreva
lentamente la statale che costeggiava il fiume
Ancinale, in direzione di Serra S. Bruno.
A bordo si discuteva di mettere in scena un
soggetto originale, legato alla vita della gioventù
che tornava in paese dopo la contestazione del
mitico ’68...
...l’ambiente sarebbe stata l’osteria. La
trama una conseguenza: alcuni amici, una partita a
carte, magari un bicchiere di troppo, una lite per
un banale motivo… e carabiniere…
I primi approcci dal vivo furono fatti presso i
capannoni del foro boario in località foresta con
giovanissimi talenti locali. Col sopraggiungere
dell’inverno, inevitabilmente si presentò la
difficoltà di proseguire con le prove
all’esterno. Era necessario un locale chiuso e più
persone per lo staff e per l’organizzazione.
Con il contributo dei giovani Francescani, i
quali con entusiasmo accolsero la proposta di
rappresentare quel “giallo paesano", l’iniziativa
varcò la soglia del Convento, sotto la guida e
l’assistenza vigile di Padre Carmelo, l’allora padre
assistente, che assunse l’incarico di risolvere
eventuali controversie, di dare una solida mano
all’organizzazione e di fornire la sala del Terzo
Ordine Francescano già provvista di teatrino.
A prove ultimate, si decise di rappresentare il
dramma sul palcoscenico dell’allora Cinema Teatro
Impero. Così “La Nuova Filodrammatica Chiaravallese”,
questa era la prima denominazione del gruppo,
debuttò la sera del 25 marzo 1976
alle ore 19,30 con “Delitto all’osteria del
lago". |
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PROTAGONISTI |
Pina Rizzo, Enzo Barone,
Elena
Aielli, Nino Manichini,
Luciano Falvo, Renzo Catricalà, Francesco
Meloni, Gianfranco Corrado, Mario Macri,
Peppe Sestito, Giandomenico Principe,
Alfredo Pileggi, Gennaro Mazza, Mimmo
Squillace e poi:
Franca Staglianò, fratelli Ponteduro, Nicola
Pirritano, Prof. Colombino Giorla, Barbara
Donato, Andrea Borrelli, Enzo Posca
avevano concretizzato, alla presenza di un
pubblico attonito, finalmente il loro sogno.
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TRAMA |
Un dramma
prettamente paesano, che si consuma in una
famiglia contadina nella quale l’affetto di
"Cesira", madre di "Andrea", lenta nei
movimenti faceva trasparire una vita
rassegnata alla quale solo il successo del
figlio avrebbe dovuto dare vero scopo. Si
contrappone il dubbio del padre “Egidio”
che, nonostante tutto, pur intravedendo una
realtà ben diversa si preoccupa per la
salute della sua amata. |
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I consensi furono sorprendenti e molte le
attestazioni di stima... |
Il Provveditorato agli Studi
di Catanzaro e i Dirigenti scolastici ritenendo utile ai
fini educativi far partecipare gli alunni della scuola
d'istruzione primaria e secondaria alla rappresentazione teatrale,
inserirono nel quadro delle attività educativo-ricreativo
la richiesta della"Gioventù Francescana". Anche se la
presenza rivestiva carattere di volontarietà, quel giorno,
il Cinema Teatro Impero era stracolmo di ragazzi attenti.
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Prof.
Gino Iozzo:
"Veramente bravi! Quei giovani che, per la prima volta,
hanno affrontato il palcoscenico. Bravi, per aver avuto il
coraggio di avventurarsi in una scena a soggetto.
Compiti, per non essersi lasciati sopraffare dalla
retorica moraleggiante, che il dramma abbondantemente
avrebbe offerto all’attore dilettante, per suo naturale
esibizionismo.
Singolarmente, dal regista ai suoi collaboratori, dal
personaggio di primo piano a quello di singola comparsa,
tutti meritano, oggi, un caldo elogio ed un vivo
incoraggiamento..." |
Prof. Giampiero Nisticò:
"...
l’importante è continuare. E se non vado errato, Ella e i
suoi giovani collaboratori ed attori hanno il numero per
farlo. Mi è parso che, dal suo dramma, emergessero contenuti
schiettamente cristiani, volti ad affratellare quest’umanità
odierna in cui, più che mai, homo homini lupus...
...Ho apprezzato l’interpretazione e l’entusiasmo di tutti i
giovani attori, la regia, la scenografia, le luci, il suono. Anche
l’organizzazione m’è parsa degna di nota. Parlare del suo lavoro in
quanto tale, mi pare prematuro subito
dopo un debutto: è importante,
comunque, che il seme sia stato sparso e che fruttifichi". |
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Si replica in onore agli emigranti il 26
agosto 1976 |
"LA NUOVA FILODRAMMATICA CHIARAVALLESE",
cosi si chiamava allora, dopo la sostituzione di attori
titolari fuori sede per studio e per lavoro con Claudia De
Giorgio, Tonino Boni, Ilario Apostolo, Serafino Mauro, ripropose
"Delitto all'osteria del lago".
E fu ancora il palcoscenico del Cinema
Teatro Impero ad accogliere e ad esternare, anche se studiate e imparate a memoria, le ansie, le aspettative dei giovani interpreti. |
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Ecco che così si aprì una bellissima stagione per i giovani di Chiaravalle, particolarmente per quei giovani che fino ad
allora non avevano trovato lo stimolo per inserirsi nei vari
gruppi che gravitavano nella nostra cittadina. Ora trovavano nella “Compagnia” l’entusiasmo di fare, di
porsi e di proporre non solo per loro, ma anche per la loro
comunità.
Si decise di trovare un nome al gruppo. Molti ne furono
fatti, molte motivazioni e molti riferimenti
a personaggi di oggi e di altri tempi, ma…
nella nostra mente predominava soltanto un
desiderio: trovare qualcosa di diverso,
senza grandi pretese, semplicemente
rappresentativo. A noi serviva una figura nostra, genuina, paesana e lo
stesso
Enzo Posca, confortato da tutto il gruppo alla fine, propose un nome e cosi...
...
nacque
"LA NUOVA FILODRAMMATICA CHIARAVALLESE",
"Graziano Candiloro" persona conosciuta nella nostra comunità per la sua nobile sensibilità e
disponibilità ad incitare i giovani, a collaborare con le
attività religiose e culturali, scomparso prematuramente. Ancora oggi chi lo ha conosciuto lo ricorda
con grande nostalgia.
Provvisoriamente viene anche eletto il gruppo dirigenziale
necessario a concretizzare la struttura associativa,
renderla
accessibile a tutti dichiarandola come "associazione
nata sotto il vessillo della non appartenenza a nessun
casato e all'insegna della tradizione culturale e teatrale della
nostra cittadina". |
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