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Pescatori lo si può essere in molti modi.
E’ pescatore chi va nei laghetti a pagamento e cerca di sfoggiare la sua attrezzatura
per tentare la cattura di qualche trota immessa qualche minuto prima
ed è pescatore chi si accinge sulle rive di un lago senza licenza
e con la canna da pesca rimediata al tabaccaio sotto casa.
E’ pescatore ogni persona che sente il richiamo dell’acqua.
Pescatori forse si nasce; è naturale nell’uomo l’istinto della pesca, come quello della caccia.
Buoni pescatori però si diventa.
Si diventa col tempo, affinando le tecniche e le strategie,
cercando di capire il grande discorso della natura da molti deturpata da secoli.
Buon pescatore non è colui che pesca più di un altro,
buon pescatore è colui che ama l’acqua e i suoi pesci;
sa quando catturarli e sa anche quando è giusto ridonargli la libertà.
E’ buon pescatore colui che lascia la natura incontaminata e non la sfida.
Buon pescatore è colui che rispetta l’equilibrio naturale,
che sa capire i bisogni del fiume, del lago o del mare e cerca di fare
della sua passione e del suo rispetto per l’ambiente, scopo di vita.
Un buon pescatore saprà trarre dal fiume le stesse soddisfazioni
anche senza una canna in mano lasciandosi meravigliare
dal suo corso, dalla sua furia o dal suo scorrere lento.
A questo punto la pesca si confonde con l’osservazione,
e l’osservazione insieme alla nostra intelligenza e capacità di sintesi,
è appunto la migliore strategia per iniziare ad essere “buoni” pescatori. |
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