Il diritto societario e la Corporate governance.

Intanto che cosa si legge sulla Stampa sulla riforma del Diritto Societario.

 

Ottobre 2002:

Il Governo vara la riforma: più potere ai manager e meno controllo degli azionisti. La riforma nasce vecchia, lontana dai principi UE e dalle nuove norme americane, lacunosa (priva di regole sul conflitto di interesse), ecc. Riforma avviata senza dibattito e senza il coinvolgimento degli esperti. Nessun segnale di maggiore trasparenza e attenzione verso gli azionisti e in particolare le minoranze e i risparmiatori. Vietti invece risponde che si è cercato di rafforzare proprio l’incisività e l’efficacia degli strumenti a disposizione di soci e azionisti e che è stata data soluzione al conflitto di interesse. Maggiore autonomia statutaria.

Cambia la struttura delle società di capitali: Le società possono scegliere modelli di “governo” diversi: l’italiano: collegio sindacale e CdA; il tedesco: dove il consiglio di sorveglianza nomina i manager, l’anglosassone: solo il CdA e il controllo viene esercitato dai membri indipendenti senza deleghe operative e da società di revisione per le società che ricorrono al capitale di rischio,. Le minoranze possono nominare almeno un sindaco? E per il CdA? Voto di lista, con meno dell’1% attuale?

La riforma è migliorabile, governo e maggioranza devono accogliere alcuni dei suggerimenti dettati solo dalla logica. La semiclandestinità in cui si sono svolti i lavori non è giustificata.

Mancanza di riferimenti alle regole di governo dell’impresa (Corporate Governance) che le grandi società si sono date in modo autonomo.

Conflitto di interessi, stretta Consob (rendere note le transazioni fatte con soci, amministratori e loro familiari).

La democrazia economica vista dal presidente dei Giovani imprenditori: “I dipendenti partecipino agli utili, non alla gestione”. Risponde la CISL: Occorre favorire la partecipazione con gli incentivi.

Settembre 2002.

Spaventa: va aggiornata la legge Draghi, “il taglieggiamento degli azionisti praticato in altri e discreti modi”.

Guido Rossi: la riforma del “rovescio” societario. Critiche feroci sui lavori della Commissione Vietti. Analogo il pensiero di Grande Stevens

Imprese ad alta responsabilità sociale: si è vulnerabili se manca un codice di valori trasparente e controllabile dagli azionisti.

Monti: una “golden rule” per i bilanci.

“Non abbassiamo la guardia sul conflitto di interessi” dice Marco Vitale.

La chimera dei consiglieri indipendenti.

Rai, azioni ai dipendenti? Opzione sparita…..

Giugno 2002

Azionisti e manager, più trasparenza: migliorare deleghe di voto e deposito delle azioni, modificare la legislazione.

Manager, stock option e regali di A.. Penati.

Maggio 2002.

Azionisti con diritti limitati.

Una governance per le minoranze: devono potere fare proposte in assemblea, ecc.

Le assemblee e il controllo di Mosè: “i discorsi inutili ed autocelebranti dei piccolissimi azionisti suonano nelle loro orecchie come, nel silenzio del deserto, un ronzio di mosche nelle orecchie di Mosè”.

Meno poteri ai manager, dice Tronchetti Provera.