Operazione Pirelli-Benetton su Olivetti.

 1.  Dichiarazione di Alessandro Fogliati, presidente ADAS, l'associazione dei dipendenti azionisti Telecom Italia di domenica 29 Luglio 2001, ripresa da ADNKRONOS e ANSA.

Constato che Colaninno si é difeso fino all'ultimo cosi come fece Bernabè all'epoca dell'OPA. Entrambi hanno creduto nella Telecom Italia e sono stati traditi dai loro alleati. Le due situazioni sono segnate da un vincolo normativo quantitativo emblematicamente simile: l'assemblea che poteva rimettere in discussione l'OPA non si tenne perché non era presente il 30% del capitale di Telecom; l'OPA su Olivetti non avviene perchè Pirelli e Benetton hanno meno del 30% del capitale. Questa "modesta" partecipazione in Olivetti  consentirebbe però di decidere le sorti del Gruppo Telecom. Per Pirelli e Benetton hanno un ruolo le le minoranze azionarie, che per la verità nel loro insieme sono il 73% in Olivetti e il 45% in Telecom? La Corporate Governance é stata sviluppata nelle loro Società per lo meno al livello raggiunto da Telecom con Colaninno? Hanno sentito parlare nelle loro aziende delle associazioni di azionisti? In Telecom la prima é nata nel 1995 e altre 7 nel 1998.

Constato che Pirelli e Benetton, con un investimento di tutto rilievo, dimostrano di credere in Olivetti/Telecom e anche sul loro reciproco apporto sinergico. Lo scenario concorrenziale-regolatorio é però fortemente critico, il deficit in termini di innovazione e di potenzialità tecnologica esige un rilancio degli investimenti nel momento in cui si vorrebbe imporre di separare da Telecom la rete e anche nel momento in cui i debiti andrebbero diminuiti e non aumentati.

Ben venga quindi un piano industriale, lo si discuta con le "minoranze", si ridia significato alle assemblee degli azionisti e si valorizzi il piccolo azionista. Si eliminino finalmente le norme sui poteri speciali in capo al Ministero del Tesoro, non sono servite all'epoca dell'OPA e non sono servite oggi. Il Tesoro ceda le azioni Telecom, meglio se verranno offerte ai piccoli azionisti e soprattutto ai dipendenti azionisti.

Va modificato infine il limite del 30% per l'OPA obbligatoria tenuto conto proprio del caso in parola: basta un semplice calcolo. Moltiplicando il 27% (quota Pirelli+Benetton in Olivetti) per il 55% (quota Olivetti in Telecom Italia) si ottiene il 14,85% che è la quota di Pirelli+Benetton in Telecom Italia. In questi casi, gli altri azionisti devono attraverso una OPA decidere cosa fare del proprio investimento/risparmio.

Preoccupazione per l'esito dell'operazione sui corsi di borsa!

  2.   Commento sulle prime "risposte" di Pirelli e al Governo ad alcuni dei quesiti da me posti, ripreso da ADNKRONOS.

Primo quesito: tutela e attenzione ai piccoli azionisti. Risposta di Tronchetti Provera: state tranquilli ci pensiamo noi! Aspettate e vedrete!

Secondo quesito: come si rimedia al deficit di innovazione e di infrastrutture vincolato 1) da un sistema regolamentare che pretende addirittura lo scorporo delle infrastrutture dai servizi di Telecom Italia  2) da una montagna di debiti del Gruppo Olivetti/Telecom. Risposta di tronchetti Provera: cederemo attività di Pirelli! potremmo fondere Olivetti e Telecom, cosicché i debiti della prima vanno sulla seconda!

Terzo quesito sulla Corporate Governance: Pirelli dispone di un assetto di governo dell' impresa, e quindi di tutela delle minoranze, per lo meno al livello di quello conseguito proprio con Colaninno, esiste almeno una associazione di azionisti (come previsto dalla "Draghi") in Pirelli. Nessuna risposta, però nonostante la precarietà dell'operazione si annunciano i nuovi vertici. Il "nuovo" piano industriale del gruppo Telecom Italia dovrà essere  messo in discussione con  le minoranze e approvato in assemblea.

A queste risposte ecco il mio commento, ripreso con la solita bravura giornalistica da ADNKRONOS.

Telecom: Fogliati non vogliamo padri padroni. Inoltre: é ancora tutto confuso, non é chiaro ad esempio come sia avvenuta la nomina di quattro persone ai vertici di Olivetti e Telecom o di entrambi, sono le assemblee degli azionisti che eleggono gli organi sociali. Commento non ripreso,  é un segnale che l'OPA al di la del rispetto di elementi quantitativi andava fatta in quanto é palese che l'azionista Pirelli e soci, nonostante disponga nei fatti solo del 27% del capitale di Olivetti é in grado di assumere decisioni per tutti gli altri azionisti! Non é questo un patto di sindacato che la legge non dovrebbe consentire? Chi ha posto il limite del 30% all'OPA obbligatoria ha sbagliato in quanto non ha chiarito il secondo termine del rapporto che non é 100 bensi un numero "ragionevole" che rappresenta la base delle decisioni assembleari e cioé non più di 60. Ecco allora che il 30% basato su 60 diventa 18.........e non 30 basato su 100. 

Quarto quesito posto al governo: eliminare la golden share dallo statuto Telecom Italia, offrire le azioni della Società ai piccoli azionisti e ai dipendenti azionista. Risposta di un esponente del Governo: sono questioni di dettaglio!

Commento di Fogliati ripreso nello stesso lancio di ADNKRONOS: "definire di dettaglio l'eliminazione delle norme sui poteri speciali indicati nello statuto di Telecom Italia, che danno tra l'altro allo Stato la possibilità di nominare tre membri del CdA oltre che la nomina del presidente del Collegio Sindacale, mi sembra quanto meno un'affermazione deludente".

3. Si allunga in modo preoccupante la catena societaria ("scatole cinesi", oggi non ammesse).

GPI (Tronchetti...) controlla il 56% di CAMFIN (quotata), che dispone del 21,07% di Pirelli & C. (quotata e blindata con un patto al  56,24%), che ha il 33,47% di Pirelli SpA (quotata), che con il 60% della Newco (dove Ed.Holding, Unicredit e IntesaBCI hanno il 40%) dispongono del 27% di Olivetti (quotata), che ha il 55% di Telecom Italia (quotata) e che a sua volta ha il 56% di TIM (quotata) e il 61% di Seat Pagine Gialle (quotata).