Telecom Italia: il caso Seat/Tin.it

 Ricostruzione della vicenda anche sulla base del bilancio 2000 di Telecom Italia e delle "memorie" lette in assemblea rispettivamente dal Collegio Sindacale e dal Consiglio di Amministrazione.

Nel 1996, la Stet era oggetto di tentativi di vendita a pezzi. Venne al riguardo invitata dall’IRI (l’azionista di maggioranza) alla cessione di Seat, in allora, posseduta al 100% e non quotata in borsa. Gli azionisti Stet ricevettero 1 azione Seat (nominale di 50 lire) ogni azione Stet, cosicchè l'IRI divenne anche l'azionista di maggioranza della Seat.

L’ADAS, l’Associazione dei dipendenti azionisti del Gruppo, si è sempre opposta alla vendita a pezzi e, in particolare, dopo avere  incontrato il vertice dell’IRI e di Stet votò contro la cessione di Seat, ingiustificata sul piano industriale (già allora si lavorava per le pagine gialle elettroniche, anche senza fare specifico riferimento a Internet), assurda sul piano normativo-concorrenziale (inimmaginabile togliere gli elenchi telefonici all’operatore telefonico, la SIP/Telecom) e controproducente agli effetti economici e finanziari.

Come dichiarato in assemblea da Alessandro Fogliati, già allora presidente dell’ADAS, STET/Telecom Italia proprietaria del 100% di Seat e artefice di Tin.it (al 100%) è oggi azionista di maggioranza della Sea.it, dopo esborsi finanziari di grande rilievo. Il bilancio 2000 dice in proposito, che i debiti verso banche sono aumentati di  11.572 lire miliardi per finanziare l’acquisto di azioni Seat, che Telecom Itallia ha in essere un “impegno di acquisto” per 5.780 miliardi per un operazione put su azioni Seat (per 710,77 milioni di azioni a 4,2 euro) e che per la rinegoziazione (estensione della durata a 5 anni)di tale impegno una società del Gruppo ha pagato un premio di 1.446 lire miliardi per una call option su 660,7 milioni di azioni Seat.

L’operazione fu fatta ed ecco che cosa sappiamo oggi.

Novembre 1996: Gara promossa dall’IRI, una “cordata” di investitori firma un documento che prevede il riacquisto del 20% di Seat da parte di Telecom Italia. Nota: Stet deve vendere il 100% di Seat e subito dopo verrà “consentito” alla sua principale controllata di ricomperarne un piccola parte. Chi poteva sollevare obiezioni, l’IRI/Ministero del Tesoro?

Dicembre 1996: viene definito il ruolo di Pellicioli (AD,poteri, remunerazione fissa e variabile, stock options o warrants).

Febbraio 1997: la “cordata” fissa le condizioni per partecipare all’asta stabilita dal Ministero del tesoro (esce di scena l’IRI).

Luglio 1997: la “cordata” è ammessa alla offerta finale, con un accordo (che sostituisce quello del Febbraio) a Pellicioli viene attribuito un “compensation package inclusive stock options”. La “cordata” vince la gara, inizia la negoziazione con Telecom Italia: si impegna all’acquisto del 20% di Otto S.p.A. (che aveva in carico l’investimento Seat) e si assume tutte le obbligazioni di cui ai punti precedenti.

Novembre (25) 1997: acquisizione da parte del Ministero del Tesoro della Seat. Ricordo che nel mese di Agosto veniva costituito il “nucleo stabile” e che nel seguito fu lanciata l’offerta delle azioni Telecom Italia che segnò la pressoché totale privatizzazione della Società.

Marzo 1998: nuovi accordi tra Pellicioli e OTTO che in parte avrebbero quindi coinvolto Telecom Italia: dice il bilancio 2000 che l’effetto economico per la Società è pari a 37 miliardi di lire, definendolo beneficio per Pellicioli.

Anno 1999: Telecom Italia mette in discussione la stock option di Pellicioli, con il fine di ridurne gli effetti nel contesto dell’integrazione di Tin.it in Seat. Erano state costituite le società Huit e Huit II (dove i soci OTTO avevano conferito le azioni).

Marzo (15) 2000: contratto di vendita di azioni Seat a Telecom Italia, in rilievo gli impegni precedenti di Pellicioli che diventerà titolare dello 1,05% del capitale di Huit II. Ecco perché si parla di una stock option incassata da Pellicioli di 168 miliardi di lire.

Come viene decisa da Telecom Italia l’integrazione Seat/Tin.it, perché nasce il caso Colaninno e Gnutti.

Febbraio (17) 2000: il CdA e il Collegio Sindacale (CS) vengono informati del progetto, dal presidente. Il mercato ne era stato informato pochi giorni prima.

Marzo (1°) 2000: nuova informativa al CdA e al CS.

Marzo (15) 2000: il CdA, con l’astensione di Colaninno e di Gnutti (avendo gli stessi denunciato l’esistenza di un “teorico conflitto di interessi” quali indiretti titolari di azioni Huit e, quindi, di Seat), delibera l’approvazione di tutti i contratti e accordi, conferendo a Colaninno tutti i poteri per darvi esecuzione. Ecco perché si parla di una plusvalenza pari a 240 miliardi di lire registrata da un fondo chiuso, partecipato da Hopa di Colaninno e Gnutti.

A fine 2000, Telecom Italia dopo 1) l'acquisto del suddetto 20%; 2) l'acquisizione di altre azioni che portano la quota al 29,9%, 3) la scissione e poi l'incorporazione di Tin.it (il ramo Internet) in Seat risulta l'azionista di maggioranza della Seat/Tin.it con il 60,17% (+il 4,23% tramite HUIT II e il 1,48% di altre società del Gruppo). Telecom Italia è anche azionista Huit al 78,04% che detiene il 100% di HUIT II. Seat Pagine Gialle è oggi una holding con partecipazioni in moltissime aziende italiane (es. 96,28% del Gruppo Buffetti, 25% Cecchi Gori Comm, 93,46% di Databank, 60% Finanziaria WEB) ed estere ( 51,37% di Telegate Holding, 99,60% TDL Infomedia Lim). 

L’operazione Seat/Tin.it è investita di altri connotati conseguenti alle numerose acquisizioni: in particolare è sotto osservazione l’acquisizione di Telegate, che ha comportato per Telecom Italia un esborso di 499 miliardi di lire.

Dai giornali abbiamo anche preso atto che la De Agostini, ha registrato nel 2000, un utile di 3430 miliardi di lire (108 l’anno prima) grazie ad una plusvalenza di 3.500 miliardi per la vendita a Telecom Italia della propria partecipazione di Seat. La De Agostani non ha pagato tasse in quanto la partecipazione era detenuta da una “scatola” lussemburghese. Quindi detta Società faceva parte della “cordata” OTTO, e gli altri quando verranno allo scoperto?