Assemblea Telecom Italia del 15 maggio 2012

Documento consegnato al notaio ai fini della verbalizzazione dell’intervento di Alessandro Fogliati.

 

I temi scritti nel documento sono stati di ausilio ai tre interventi “orali” (nella fase ordinaria e straordinaria),

 

Da molto tempo partecipo alle assemblee Stet-Telecom Italia, quale azionista e anche in qualità di rappresentante dell’ADAS, associazione costituita nel 1995, alla vigilia di una sciagurata privatizzazione e liberalizzazione del settore. Dopo la costituzione di altre 7 associazioni, nel 1998, oggi di fatto è attiva e impegnata solo ASATI, grazie in particolare a Franco Lombardi.

La sua richiesta di mettere ai voti un’azione di responsabilità è nell’interesse di Telecom, parte lesa e danneggiata e quindi di noi soci. L’esonero di Luciani va seguito da altre iniziative, al suo posto un interno, perché no Patuano! Non conosco di persona Luciani e soprattutto non sono in grado di vederne pregi e difetti: ha fatto certamente degli errori, lo abbiamo pagato forse troppo per quanto ha fatto, però ci siamo chiesti perché per anni ha potuto fare ciò che ha fatto? Se fosse presente oggi, come azionista , vorrei che ci dicesse di persona che cosa è successo e perché è successo! Parte dei nostri manager negli ultimi 15 anni sono stati degli “yes man” e quindi sono stati pagati bene! Hanno infettato il contesto e generato danni incalcolabili.  Bernabè ha dovuto fare giustizia: ha concluso il lavoro?

 

Ho citato Stet: dipendente per  40 anni, anche come dirigente; era una finanziaria  che dava lavoro a 300 mila persone (127 mila direttamente) in borsa dal 1934. Era l’epoca dell’IRI…… retta anche da “tecnici”, Romano Prodi,  ad esempio (lo ricordo in quanto i  piani Stet a 5 anni si discutevano alla sua presenza, quelli decennali al Ministero…..).  In quegli anni mi scontrai con un altro presidente IRI, mi voleva convincere che svendere Seat era una esigenza “industriale”…… , poi altro manager mi disse che si doveva uscire dai sistemi satellitari (Telespazio e organizzazioni internazionali)…, non ero d’accordo, oggi lei Bernabè ci annuncia che venderà LA7: serve a qualcosa dirle che non sono d’accordo! E’ un asset che ci consente di mantenere aperta una finestra su un panorama, il mondo della comunicazione, l’internet futura, la confluenza delle e.mail, sms ecc. nei nuovi sistemi interattivi quali “Facebook”, ecc. potrei continuare… Poi si è parlato di “one company” (fu uno sbaglio?), quindi di “media company” (altro sbaglio?)…..oggi di “core ristretto”, proprio nel momento in cui esplode la società dell’informazione, ICT, la future internet, gli over the top…….

 

 E’ questo un ennesimo evento che mi porta a chiedere se gli azionisti hanno il diritto di sapere dove si trova oggi Telecom Italia e ancora di più dove sarà tra qualche anno. Da parte vostra vi siete confrontati con il 2007, anno che segna la discontinuità rispetto alla precedente gestione: dal confronto leggiamo differenze rispetto ai bilanci a suo tempo approvati (es. -1,7 mldi di ricavi per il 2007) che andrebbero spiegate (esigenze di consolidamento?).

 

I documenti che ci avete sottoposto (oltre 550 pagine) rispondono alla prima domanda, mentre poco alla seconda: sono state fornite proiezioni a tre anni, limitatamente ad alcune grandezze. Il debito a fine anno si ridurrà, come?  Generando cassa! Come?..... Risparmiando! come? Vendendo gli ultimi asset! Quali?..... Al suo posto caro Bernabè, al mattino quando mi alzo non mi lascerei suggestionare dai mercati finanziari, penserei alla mia missione e cioè ai miei dipendenti, in primis, ai miei clienti poi e ai modi come meglio rispondere ai loro bisogni, attivando risorse interne ed esterne, per averne adeguato ritorno. Gli azionisti capirebbero? Certamente si! Resta la questione debito! Paghiamo gli interessi con i dividendi delle nostre controllate e il resto con il margine industriale interno. Paghiamo il dividendo con azioni e diritti su azioni di nostre controllate! Meglio bilanci in pareggio che bilanci sbilanciati! In tutta coscienza, questa è la sola ricetta eticamente e socialmente sostenibile.

 

Una breve annotazione sulla situazione in cui ci troviamo: chiedo a Bernabè di dare conferma o di correggermi, tenendo conto che sono e rappresento azionisti di Telecom Italia, cittadini italiani che non posseggono  azioni di Tim Brasil o di Telecom Argentina.

 

Sia chiaro che apprezzo i risultati conseguiti negli ultimi quattro anni,  è innegabile però che i dipendenti in Italia e gli azionisti sono stati i soggetti meno favoriti.  All’inizio del vostra gestione (1997-1998) i dipendenti in Italia erano 67 mila oggi 57 mila (molti, spero, sono occupati altrove), la quotazione era di oltre 2 euro (il mercato ”finanziario” è saltato, però quale è stata l’evoluzione dei peers, “panel di riferimento”?, il nostro patrimonio netto è sceso da 25,4 a 22,8 mldi (effetto lutazioni…). (Oggi la quotazione è di 0,78/0,66 euro per le ordinarie/risparmio)*. 

 

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Per TI spa il bilancio di fine 2011, presenta un risultato economico negativo (3,6) mldi, con un margine industriale positivo (post ammortamenti)  (9-3,8=5,2)), grazie a risparmi di spesa (es. -0,5  personale,   -1800 persone)), una pesante gestione finanziaria (-4,7 +2,5=-2,2)* e una altrettanto pesante gestione fiscale (-1,2), oltre ad una svalutazione di  5,4 mldi; una struttura patrimoniale composta da cespiti immateriali (38,5)) e materiali tendenzialmente in calo (10,8): investimenti (4,1 di cui 1,,2 frequenze)  e l’ammortamento (3,8), da un debito netto di enorme portata (36,4), un patrimonio netto (20,5) e da una disponibilità liquida a fine periodo ridotta (da 2,13 a 1,28), minore OFCFn (-1 mldi ),  investimenti frequenze LTE. (Le partecipazioni finanziarie sono iscritte in bilancio per 9,4 mldi di cui TI International, 6,8 mldi, TI Finance, 1,4 mldi e TI Sparkle, 0,6 mldi.)*

 

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 Domanda:

·                                 Dividendi 0,25 mldi nel 2011 contro i  2,4 di cui TI International,  2 nel 2010: come mai?

 

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Per il Gruppo: ricavi 30; ris.economico -4,3 (senza sval. di 7,4, utile 2,6); ebitda – ammortamenti: 12,2 – 6,1= 6,1;     costi personale 3,9 di cui 3,1 Italia; Occupati medi in totale: 78369 di cui Italia 53361       (-3526), estero +11745. Debito netto rett 30,4, disp.cassa ecc. 6,7 (5,5 inizio anno)**  Attivo imm. 45,6; materiale 16. Patr netto 26,7: 22,8.

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 Domanda:

 *La finanza è solida: quale sono le risorse disponibili in Italia (leggo per TIspa, 1,28 mldi)? (Con i titoli sale a 2,3 mldi).*  

 

Il documento ci spiega che tali grandezze rispecchiano la realtà contabile. OK dagli organi di controllo.

 

Si tratta di grandezze che tengono conto del punto di partenza (a fine 2007) e delle decisioni assunte dal CdA e dal management negli anni successivi. Non ho letto dati sul budget 2012 per TI spa e sugli anni successivi. E’ cosi Dr. Bernabè?  a livello di gruppo, invece, ci fornite tre grandezze per il 2012: ricavi, ebitda = 2011; debito netto  27,5 mldi (30,4 fine 2011). So che altri elementi vengono forniti nelle conference call.

 

Mi chiedo ancora una volta quale sia il nostro ruolo di azionisti: spetta a noi indicare le linee di indirizzo e poi il controllo? Oppure spetta a noi ratificare l’operato una volta che abbiamo eletto gli organi societari? Si eleggono gli “amministratori”, guardando a chi faranno riferimento e alle loro esperienze-attitudini-professionalità. Il CdA assegna le deleghe, nomina i comitati che poi indicano anche il top management e le loro retribuzioni.

  

Personalmente ritengo che un azionista debba poter indicare le linee/politiche da seguire: quindi, al punto in cui siamo ritengo di dovervi chiedere un aggiustamento della rotta. Se invece si pensa di proseguire sulla strada finora percorsa, allora rispondo che essa  potrebbe portare TI SpA, nell’arco dei prossimi 5 anni in una situazione estremamente difficile e complessa, inaccettabile anche per le ripercussione a livello  Paese. Noi siamo a disposizione, per dirvi cosa pensiamo in proposito: la nostra visione è  lo sviluppo, TI deve ritornare ad essere un campione nazionale, contribuendo alla ripresa  del Paese.

 

Intanto vi anticipo la nostra ricetta: 1) mantenere la forza lavoro in Italia ricreando un clima di convinta partecipazione, elevando le loro prestazioni, riconoscendo il merito, 2) aumentare/anticipare gli investimenti per dare più servizi, con più alta qualità 3) raddoppiare l’attività di innovazione e ricerca; 4) non aumentare il debito.

 

Come? Con un  aumento del capitale. Anche, con la “valorizzazione” di parte della rete?  Soluzione che non condivido!  (La conversione delle risparmio con azioni ordinarie potrebbe essere altra fonte…. In ogni caso darebbe più forza all’azionariato diffuso, riducendo il peso di Telco…)

 

Sottolineo  un aspetto per me importante: nel concreto le nostre controllate estere, tramite ad es. TI International, che cosa riversano sull’Italia? Diamo lavoro a loro, diamo servizi a loro, contribuiamo al loro PIL e poi…, la loro quotazione aumenta….  (preferirei una diversa articolazione societaria, una TI finanziaria italiana, con tre partecipazioni: Italia, Brasile, Argentina, ecc.*)

 

Le quote azionarie potrebbero essere direttamente iscritte nell’attivo di Telecom SpA? Poi mi chiederei cosa mi posso aspettare: i dividendi e basta? la loro cassa….  una parte dei loro approvvigionamenti.…e poi i rischi esistono, anche i paesi Bric potrebbero subire riflessi da una crisi di cosi ampia portata. Monti ha criticato l’Argentina….

 

Una tale visione postula una presa di coscienza anche del governo e delle autorità che regolano il mercato: non possono più essere tollerate norme asimmetriche cosi come non si possono più accettare strutture di prezzo che non consentano la sostenibilità del settore dei servizi, della innovazione/ricerca nazionale. Il nostro settore ha già dato fin troppo, non possiamo essere solo noi a raffreddare l’inflazione.  Dobbiamo aumentare l’indotto nazionale (basta acquistare devices cinesi o di altri paesi…): in sostanza vanno tutelate le grandi imprese e le PMI nazionali e sostenuta l’innovazione e la ricerca da condurre con ricercatori italiani (dell’industria, delle università e dei nostri centri di ricerca) ovviamente con il concorso di altri paesi sapendo che il contesto è concorrenziale e che devono vincere i migliori, va colta con coraggio e impegno ogni iniziativa di cofinanziamento previsto in ambito europeo e nazionale, non dobbiamo più essere secondi a nessuno. Credo che il governo Monti debba assumere decisioni coerenti se vuole che il Paese ricominci la salita e recuperi al più presto quanto è stato perduto finora: cosi sta facendo nei confronti dell’innovazione e ricerca, del Sud….. 

 

Chiedo a Bernabè di dirmi che cosa pensa delle mie proposte dirette a rilanciare l’Italia e TI. Inoltre chiedo che in alternativa mi si dica se l’attuale strategia nel medio lungo termine non comporta ricadute negative sul Paese.  L’azienda dispone certamente di un ventaglio di opportunità strategiche, che il CdA conosce. Non le chiedo ovviamente di comunicare tali opportunità, sarei però più tranquillo se mi dicesse che realizzando tutte o alcune di dette opportunità, TI  è salva, cioè la nostra occupazione in particolare!

 

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Per memoria.

 

Va qui ricordato che Il governo, sta impostando azioni per la crescita. L’Europa da parte sua sta per varare iniziative al riguardo. Nel campo dell’innovazione e ricerca, ad esempio, si riscontra un contesto favorevole in particolare da parte del Ministro Profumo e da parte della Confindustria, per dare nuovo vigore e impulso alle nostre grandi industrie e al variegato e importante settore delle PMI.

 

Sono previste ingenti risorse finanziarie da destinare all’innovazione e ricerca: ad esempio, l’Unione Europea con Horizon2020, prospetta un impegno dell’ordine dei 90 miliardi di euro nell’arco di 7 anni. L’Italia deve porsi l’obiettivo di realizzare iniziative per acquisire almeno il doppio dei  contributi che oggi riesce a conquistare (1,5-2 mldi l’anno).

 

Le nostre grandi aziende sono chiamate quindi ad un grande impegno che non può essere disatteso data la sua indispensabilità per il loro futuro. Dovranno reimpostare le proprie attività di innovazione e ricerca su nuove basi, ampliandole grazie al reperimento e utilizzo delle migliori risorse umane disponibili.

 

Telecom Italia ne è coinvolta pienamente, sono molti i progetti nazionali ed europei, attuali e futuri, di suo potenziale interesse: deve però incentivare la sua azione al suo interno e con il concorso eventuale di Telefonica che oggi ricopre un ruolo di rilievo nel contesto europeo.

 

Al Dr. Bernabè chiediamo un impegno specifico che valorizzi l’innovazione e la ricerca, impegno che il CdA deve sostenere, anche attraverso un proprio comitato, in modo che siano coinvolti tutti i settori aziendali e anche singoli dipendenti. 

 

(nota) Non va esclusa, tra l’altro, la possibilità che venga istituzionalizzata la figura e il ruolo del ricercatore industriale, ruolo parallelo a quello del ricercatore universitario (la recente iniziativa del ex Ministro Gelmini può essere di sostegno a tale possibilità).

 

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Veniamo alla governance: noi azionisti presenti, escludendo logicamente Telco, a meno che non si ravveda, vogliamo veramente perpetuare una situazione paradossale e controproducente quale quella che viene messa in votazione in sede straordinaria: votando la norma sull’equlibrio dei generi, sacrosanta ma troppo debole (da subito 1/3), ci viene chiesto di confermiare il punto 9.7 dello statuto e cioè: dalla lista che ottiene la maggioranza dei voti  vengono estratti i 4/5 degli amministratori da eleggere. Penso che sarebbe opportuno che su tale argomento TELCO si astenga dal votare.  L’anno scorso, l’azionista Findim non è entrato nel CdA: fu un risultato che considero assurdo, ancorché corretto secondo le norme…

 

Quindi la domanda va rivolta ai consiglieri indipendenti: al momento della definizione dell’OdG, inerente, allo statuto, avete sollevato obiezioni, oppure siete consenzienti: se è cosi, mi potete giustificare tale posizione? Credete che una soglia simile sia compatibile con le direttive europee inerenti i diritti degli azionisti? Che cosa possono fare i 500 mila azionisti individuali? Che cosa pensano in proposito i rappresentanti dei fondi internazionali presenti? e Assogestione?  

 

Il CdA dispone di un ventaglio di comitati: sovraintendono alle politiche di  remunerazione del Top, al controllo interno, alla governance… Nonostante ciò si rilevano disparità di trattamento retributivo abnorme e a mio avviso non opportuno per numerosi motivi che non voglio nemmeno citare, sono sotto gli occhi di tutti.

 

Con il voto elettronico aumenta la gamma delle possibilità: pensate che sia sufficiente averlo scritto sull’avviso di convocazione? E’ da scontare un esito deludente, quale quello riscontrato da anni per il voto per corrispondenze e quello dello scorso anno, che indicava la possibilità di dare delega al “Rappresentante delegato”.  Per rendere utile e giustificata la partecipazione diretta o indiretta alle assemblee degli azionisti vanno realizzate altre iniziative: rivolte ai 500 mila azionisti individuali, ai dipendenti azionisti, ai soci del nostro club. Lo avete fatto?

Dr. Bernabè, mi confermi per cortesia che Telecom intende salvaguardare ASSIDA: da molti mesi i pensionati iscritti, in particolare, sono molto preoccupati nonostante siano stati chiamati a fornire una più elevata contribuzione annua. 

 

Mi confermi anche che darete altre azioni ai dipendenti (ricordo anche la delega che vi abbiamo dato, per 880 milioni di euro, 1,6 mldi di azioni, non lasciatela scadere).

 

Se mi sarà possibile, in sede di replica farò le previste dichiarazioni di voto! In estrema sintesi: voto di astensione sul bilancio (no al dividendo cash), voto contrario sugli altri argomenti all’OdG eccetto la nomina dei due nuovi consiglieri la Professoressa Calvosa ed Egidi.

 

Chiedo che mi si diano date risposte convincenti, queste assemblee hanno ancora un senso se si discute nel presupposto che l’intendimento sia quello di costruire e non di distruggere.

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Nota: le aggiunte successive all’intervento sono messe in parentesi ( )*Allegato: estratto del sito Fogliati su Telecom, da aprile 2011.