Assemblea Telecom Italia del 29/4/2010: intervento di  Alessandro Fogliati (presidente ADAS)

Azionista in proprio e con deleghe,  per un totale di  627.802 azioni.

 

 

Desidero sottoporvi alcune riflessioni sulle tematiche all’OdG, premessa alla dichiarazione di voto.

 

L’anno scorso dichiarai di votare a favore del bilancio 2008, sottolineando le insidie che potevano annidarsi nelle situazioni ex ante. La mina Sparkle è esplosa, la state disinnestando!  Il bilancio riassume la vita di un’azienda, è importante avere il coraggio di ricostruire la ”storia” e le responsabilità/meriti di “altri”, cercando di essere, il più possibile, imparziali. Le due “note” di bilancio inerenti le “passività potenziali” (n. 29 pag. 233-245 e n. 27 pag. 373-378) ci preoccupano, non si possono, infatti, escludere altre sorprese! La stima di valore degli asset “immateriali” ci preoccupa altrettanto (la vendita di HanseNet che cosa ci ha insegnato?). Il Bilancio è “attestato” da Bernabè e Mangoni, al quale rivolgo un caloroso benvenuto.

 

Abbiamo toccato il fondo e stiamo risalendo, con difficoltà in quanto il percorso è reso ancora più arduo per i tanti ostacoli messi ad arte (da chi rema contro chi e cosa?). Alcuni fardelli sono però reali: la crisi mondiale, che perdura purtroppo, la caduta del PIL e dei consumi, la perdita di posti di lavoro, l’enormità del nostro debito pregresso, la regolamentazione asimmetrica che sembra privilegiare il “benessere del consumatore” perdendo di vista interessi più generalizzati. L’asimmetria regolamentare si ottiene lavorando sia in Italia sia presso la Comunità Europea e OCSE: cosa state facendo per ottenere risultati congiunti?

 

Come stiamo rispondendo a tutto ciò? Competizione in Italia e in Brasile, sostengo con forza la nostra presenza in Argentina, nonostante una vicenda assurda, inverosimile, creata per logorarci e  indurci ad andarcene; se si vuole veramente lasciare quel Paese (siamo là da oltre 20 anni) dovete convincerci, qui in assemblea, è una decisione che dobbiamo meditare e decidere insieme (UE è con noi, OCSE penso anche!).  I nostri punti di forza (le risorse umane, la rete, il cliente, l’azionista) e quelli di debolezza (lo scenario macroeconomico, il debito, il clima che si respira in azienda, la regolamentazione, la concorrenza troppo basata su spot pubblicitari).

Piena adesione ai principi/valori di etica aziendale, di moralità ed equità individuale! E’ cosi?

Sono convinto che il management e tutti i dipendenti siano “pronti” ad affrontare grandi sfide: non solo quella basata su parametri reddituali e finanziari! Abbiamo lasciato fare tanti errori nel passato, non se ne devono fare altri! Dobbiamo ritornare “campioni” al pari di ENI, ENEL, FINMECCANICA e FIAT.

 

Leggo: l’azienda è più snella, flessibile, più reattiva e più solida di due anni fa! E poi: ristrutturare è inevitabile, senza però “licenziamenti”.

 

In due anni abbiamo perso 5,5 milioni di linee mobili, 3,5 milioni di linee fisse, 22 miliardi di minuti di traffico da rete fissa (-14%).   Più accessi  BroadBand  (da 7,6 a 8,7 milioni);  in Brasile 10 milioni di linee mobili in più. E in Argentina: 4,3 milioni di linee fisse, broadband 1,2 milioni, mobile 16,3 milioni?  Ridotta la forza lavoro del 10% in 27 mesi e si sussurra del 20% a fine 2012?  Telecom SpA, in quattro anni: oltre 11 mila cessazioni contro 2 mila assunzioni. Ricorso al “Buy” anziché al “Make”. E’ una trasformazione epocale con effetti significativi sul piano sociale e umano. Mi auguro che si verifichino le condizioni per fermare questa emorragia, a voi l’arduo ma non impossibile compito!  L’identikit dei dipendenti: laureati 18%, diplomati 70%, dirigenti 1,7%, quadri 7,7%.  Il 9,5% ha meno di 32 anni, troppo pochi!

 

Le nostre infrastrutture di rete sono lo scheletro e la mente della nostra attività, investimenti oculati ne rafforzano la vitalità. Non possiamo farci carico di risolvere pienamente il “digital divide” (in quanto “servizio universale”). Se si vuole di più possono essere trovate altre risorse senza che ciò comporti conseguenze sull’esistente.

 

 

 

Nelle dispute giornalistiche riguardanti la gestione post OPA Olivetti del 1999, si legge che sono stati erogati, tra il 1998 e il 2008, ben 21 miliardi di euro. Non sono serviti alla difesa della quotazione azionaria! Sono serviti soprattutto ai grandi azionisti. Si sostiene che Telecom sia stata “spolpata”, se ne indica i responsabili, che si difendono. Ancora più grave, si denuncia l’impossibilità per Telecom di sopravvivere autonomamente (rimedi: cessione della rete, fusione con Telefonica). Nel 1995/’97 il Gruppo Stet/Telecom rappresentava una quota significativa del PIL e contribuiva con un’occupazione diretta e indiretta di 300 mila persone. Vogliamo continuare a confrontarci con allora? il mondo è cambiato!

E’ vero però che nonostante tutto, da allora ad oggi, Telecom ha prodotto non solo i 21 mldi di dividendi  ma altrettanto ingenti risorse per imposte sul reddito (20 mldi, +2,3 milioni nel 2009, oneri finanziari (36 mldi, +4,7 milioni nel 2009), investimenti (79 mldi esclusi finanziari) di cui i 2/3 nella rete nazionale. Se si aggiungono gli investimenti 2009 e quelli previsti nel triennio, le infrastrutture di rete “valgono” oltre 70 mldi di euro! In realtà in Bilancio troviamo 13,6 milioni al netto degli ammortamenti.

Ho vissuto direttamente queste vicende, numerose le occasioni di confronto (anche “acceso”) con Colaninno e Tronchetti Provera. 

 

E’ del tutto evidente che il fardello rappresentato dal debito, potrebbe ridursi di più se si potesse immaginare una politica diversa sui dividendi! Potremmo erogarlo sotto forma di  azioni! Soluzione questa idonea per chi volesse difendere il proprio risparmio (evitando di reinvestire direttamente il dividendo, con un costo rilevante per imposta e acquisto).  Il debito potrebbe essere anche ridotto con la conversione delle azioni di risparmio: ci penserete più avanti!

 

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La nomina di Sentinelli quale amministratore è da me apprezzata! L’azienda ha bisogno di trovare vigore anche in persone che l’età o altre ragioni hanno allontanato dall’azienda!

 

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Sulla scelta della società di revisione per il periodo 2010-2018 l’azionista non può che rimettersi alla proposta del Collegio Sindacale. Mi auguro che siano stati ispirati! La votazione viene chiesta con una modalità certamente corretta ma altrettanto alienante in quanto prolissa e ripetitiva: in definitiva approviamo una spesa che in 8 anni è dell’ordine dei 20 milioni di euro! E’ difficile immaginare quali sarebbero le conseguenze se mancasse un’opera efficace del revisore! Un’annotazione, chissà perché non siamo chiamati ad approvare “spese” certamente di dimensioni maggiori, se non a cose fatte!

 

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Quattro punti all’OdG trattano temi altrettanto rilevanti. Azioni ai dipendenti. Mentre qui fuori protestano i lavoratori, noi approveremo un progetto da tempo richiesto,  che tende alla loro aggregazione, riconoscendo loro anche un ruolo, attivo e consapevole, in quanto azionisti. La coincidenza non sembra favorevole! Molti sono già azionisti, lo sono dal momento della privatizzazione e anche da prima: i dipendenti nel 1997 ebbero un’occasione “storica”: con il loro 3,3% potevano e dovevano giocare un ruolo determinante (il 3,3%, era la metà del cosiddetto “nocciolo duro”, 5 volte la quota dei singoli azionisti “stabili”).

In un messaggio, che ho rivolto ai dipendenti, ho detto loro di accettare con fiducia l’offerta di azioni. Non entro nel meccanismo dell’offerta: avrete certamente mutuato le esperienze, poche per la verità, di altre iniziative analoghe.  Per l’azienda la risposta è un segno di rinnovata adesione alla missione e ai valori aziendali: confido che il management sappia corrispondere pienamente a questo segnale!

 

Dovete tenere presente che occorre dare risposte anche sotto l’aspetto “culturale”, rendendo, ad esempio, più facile la decodifica dei documenti finanziari e lo svolgimento del loro ruolo. Disponiamo già di uno strumento efficace, il club degli azionisti: potremmo immaginare che con l’adesione all’offerta di azioni, si diventa automaticamente soci dello stesso. E’ anche l’occasione per le diverse associazioni di azionisti, alcune di ispirazione sindacale, di riprendere la loro attività. Peccato che un ex dipendente (che da tempo ha le azioni presso di voi) non possa sottoscrivere l’offerta, anche con modalità diverse (es. pagamento cash).

 

Sono altrettanto fiducioso che la Società, all’avanguardia in tema di corporate governance, darà piena attuazione alla direttiva europea sui “diritti degli azionisti” (è del 2007, i primi vagiti risalgono a 10 anni prima, grazie anche al concorso di EFES: European Federation Employee Shareholder , nella quale agiva anche ADAS). Entra in vigore a ottobre di quest’anno. Sono previste significative innovazioni: la partecipazione alle assemblee e il voto via web, dovrebbe essere facilitato il rapporto azionista-intermediario e azionista-società, si avrà in anticipo molte risposte alle domande che si pensa saranno fatte in assemblea o via web; assemblee più efficaci nonostante una più larga partecipazione. Per dare effettiva attuazione occorrerà aspettare Consob e altri, cosi come dovremo aggiornare il nostro statuto! Dovremo, quindi, ritrovarci in assemblea!

 

 

 

 

Dichiarazione di votovoto favorevole su tutti gli argomenti all’OdG quale riconferma della mia fiducia nei confronti del vertice, del management e di tutti i dipendenti del Gruppo che ringrazio e saluto con cordialità e riconoscenza!