Sentiero del Basilisco
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SENTIERO DEL BASILISCO (13,5 Km)

 

 

Quote da CTP – Torino

 

Località di partenza:
 

Ponte Romano
Lat:  45°26'48.32"N
Long:  7°41'20.24"E

780 m.  s.l.m.

 

Le Sote

1077 m.

 

Baita Vernetta

1117 m.

 

Prima Baita Vasivressa

1334,80 m.

 

Baita Geppo

1410 m.

 

Attraversamento Piova

1405 m.

 

Attraversamento Rio Gavia

1408 m.

 

Valossera

1449.3 m.

 

 

 

Dislivello totale

670 m.

 

Tempo di percorrenza

Circa 6 h.

 

Il percorso ad anello “Sentiero del Basilisco” si snoda in un’ampia zona tra le pendici del Monte Calvo, del Verzel e della Quinzeina, nelle valli scavate dai torrenti Vernetto, Piova e Rondonera e unisce diversi antichi sentieri che collegavano le baite in altura al piano e ai centri abitati di Sale e di Cintano.

Si è individuato come punto di partenza e di arrivo dell’itinerario proposto  la località detta Ponte Romano, punto di raccordo del territorio di Cintano con il territorio di Sale.

Dalla località Ponte Romano, che offre una buona possibilità di parcheggio, lasciando la strada asfaltata, senza attraversare il ponte, restando sul lato sinistro dell’alveo ci si inoltra in uno sterrato che con leggera salita lungo il corso del torrente Piova, all’ombra dei castagni, dei roveri e delle verne (ontani) del bosco che si sviluppa sulle pendici di località Alpetta, giunge alla confluenza del Piova con il rio Vernetto.

Il sentiero prosegue dopo il guado del Vernetto per un breve tratto di bosco in direzione nord, fino al cartello che segnala la deviazione verso destra con l’attraversamento di un piccolo rio.

 

Questa seconda parte del percorso segue il filo della dorsale principale, riprendendo il sentiero che congiungeva diverse baite che un tempo dominavano ampi appezzamenti di pascoli ora quasi interamente conquistati dal bosco: si incontrano le baite chiamate “Le Sote”, la baita di Madena…, ancora salde e riconoscibili nella loro struttura in pietra, fino ad un pianoro con vegetazione mista di betulle e faggi, caratterizzata da una grotta che presenta segni di scavo (forse utilizzata per estrarne la calce necessaria per la costruzione delle baite).

Proseguendo lungo la dorsale,  il sentiero si inerpica verso sinistra fino a raggiungere il pianoro di Vasivres (Vasivressa sulla C.T.R. del Piemonte), ampio territorio di pascolo disseminato di baite.

 

 

Si percorre il sentiero dirigendosi in costa verso ovest fino a giungere all’attraversamento del Piova con risalita sul versante opposto su sentiero ripido ma ben scalinato.

Un secondo rio da attraversare (rio della Gavia) rappresenta l’ultima fatica prima di giungere all’amena località di Valossera.

Dalla baita parte il lungo sterrato che attraversa i pascoli sulle pendici Est della Quinzeina fino alla località S. Elisabetta, dove è d’obbligo una visita alla chiesa, antico monumento della religiosità locale, di cui abbiamo testimonianze risalenti al sec. XII.

Seguendo poi il sentiero che scende lungo la pista da sci invernale, attraverso i prati si raggiunge l’inizio dello sterrato che dalla località Pian Mula attraverso i boschi porta alla località Cascina Garina.

Dopo un breve tratto asfaltato a sinistra è segnalato il bivio che prima su asfalto, poi su sterrato e poi ancora su sentiero, verso destra, conduce al torrente Rondonera; dopo il guado il sentiero prosegue sino ad incontrare, in corrispondenza di un tornante, la strada asfaltata di località Costere  che in discesa riporta al Ponte Romano.

SCHEDA DESCRITTIVA

 Il passato.

L’ampia zona attraversata dal “Sentiero del Basilisco” si estende nel territorio dei Comuni di Cintano, Sale e Colleretto Castelnuovo. Un tempo era una vasta estensione di pascoli, attraversata da numerosi corsi d’acqua con boschetti di castagni e roveri.

Questa zona costituiva un tempo un’importante risorsa per gli abitanti dei paesi dove l’attività principale era l’allevamento di bovini da latte e da macellazione, integrata da una agricoltura povera, prevalentemente ad uso famigliare e dalla raccolta di castagne, noci e nocciole che costituivano un importante elemento dell’alimentazione assieme ai derivati del latte.

Le baite in pietra disseminate in tutta la zona servivano per l’alpeggio estivo: durante i mesi di giugno, luglio ed agosto la zona era fervida di vita perché intere famiglie si trasferivano in altura e costituivano in qualche modo una realtà sociale più allargata: la fitta rete di sentieri favoriva scambi e relazione tra pastori provenienti dai paesi diversi. Questi mesi estivi producevano ricchezza concreta  per i prodotti derivati dal lavoro nel pascolo ma anche sviluppo culturale e sociale: l’alpeggio lungi dall’essere un tempo di estraniamento e solitudine permetteva una diversa comunione e scambio di leggende e tradizione e infine favoriva il formarsi di nuove famiglie; così temporaneamente si superavano le caratteristiche rivalità campanilistiche.

 

Il presente.

Il manto boscoso che attualmente copre la parte bassa del sentiero, fino ad arrivare a Vasivres, è di recente formazione e deriva dall’abbandono dell’attività pastorale che ha caratterizzato soprattutto la seconda metà del secolo scorso. Si tratta di una vegetazione spontanea costituita prevalentemente da ontani e roveri; davanti alle tradizionali baite c’era sempre il rovere e lungo i sentieri, a margine del prato, il castagno ora quasi non più distinguibile nel fitto intreccio della vegetazione.

Le baite, che per più di due secoli sono state curate e oggetto di migliorie e adattamenti, sono ora per lo più abbandonate e diroccate; negli ultimi tempi i pochi allevatori, che hanno mantenuto il tradizionale trasferimento estivo delle mandrie, hanno costruito nelle zone degli alti pascoli, sulle pendici erbose del Verzel e della
Quinzeina, nuove baite con stalle moderne (la Cà Nera, la Cà Bianca) e ora soltanto pochi pastori controllano i numerosi capi di bestiame che pascolano in estate.

L’alpeggio ormai è una realtà diversa, funzionale alla produzione delle aziende agricole di dimensione non più strettamente famigliare come una volta: la vita del pastore nei mesi estivi è un tempo di attesa e di solitudine, interrotta talvolta da qualche escursionista o dalle comitive che organizzano la merenda in baita e arrivano con rumorosi fuoristrada.

Da un'idea di Luciana Giachetti (Sindaco di Cintano, Laboratorio Culturale "Valle Sacra").

Lavori di sistemazione del sentiero a cura di Protezione Civile "Valle Sacra" e Corpo Forestale dello stato.

Fotografie di Ilaria Chiarotto.

Tracciatura GPS a cura di Patrizia Baratti (Protezione Civile "Valle Sacra).

Paline segnaletiche realizzate artigianalmente da Mario Baratti.

Profilo geomorfologico di Daniele Chiuminatto.


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