Prima
della immissione al commercio, tutti i farmaci vengono
sottoposti ad estese
indagini farmacologiche pre-cliniche e cliniche. In tal
modo si cerca di apprendere quanto più possibile sulle
proprietà che potrebbero avere importanza nella pratica
clinica e sugli effetti collaterali.
Gli
studi pre-clinici hanno
lo scopo di determinare le caratteristiche
farmacologiche delle molecole, sia con studi sugli
animali che con studi in vitro. Nello stesso tempo
vengono condotti studi di farmacocinetica, di
farmacodinamica e di tossicologia.
Gli
studi clinici sono suddivisi in quattro fasi principali,
finalizzate a dimostrare l'efficacia e la tollerabilità
del nuovo prodotto e l’esistenza di un rapporto
rischio-beneficio favorevole.
In
fase I si effettuano studi di sicurezza, tollerabilità,
farmacocinetica e farmacodinamica sull'uomo,
generalmente su volontari sani (circa 100 soggetti).
In
fase II si studiano pazienti accuratamente selezionati
con patologie per le quali il farmaco è indicato. Il
campione è più ampio (100-200 soggetti). In fase
IIa si determina il range di dosi attive (dose finding),
la posologia ottimale e la tollerabilità. In fase IIb
si effettuano studi controllati (o comparativi) con
placebo o farmaco attivo per confermare i dati acquisiti
in fase I e IIa sulle dosi terapeutiche, la posologia
ottimale e la tollerabilità.
In
fase III si cerca la conferma terapeutica su una
popolazione più ampia. I criteri di inclusione
diventano meno restrittivi. Vengono coinvolti circa
2000-4000 pazienti. Si studiano popolazioni selezionate
di soggetti (anziani, bambini, patologie particolari).
Si studiano le interazioni di farmaci e le eventuali
reazioni avverse. Si distinguono studi di fase IIIa e
IIIb (se è già fatta richiesta di autorizzazione
all'immissione in commercio).
Autorizzazione
all’Immissione in Commercio
(AIC). Il processo di registrazione del farmaco
avviene tramite l’analisi dei dati ed interazioni tra
esaminatori da una parte ed esperti dell’ azienda
farmaceutica dall’altra. Possono essere richieste
nuove sperimentazioni, e alla fine del processo si può
arrivare all’approvazione finale del farmaco con
precise indicazioni per una patologia definita.
Sono
previste tre procedure di registrazione:
-
centralizzata: la società richiedente
(all'interno della UE) chiede l'AIC per tutti i peasi
dell'Unione Europea direttamente all'EMEA. Tale
autorizzazione viene rilasciata con decisione della
Commissione Europea, sulla base di una valutazione
scientifica da parte dei comitati (CPMP) creati in seno
all'Agenzia. La procedura è obbligatoria per tutti i
medicinali derivati da procedimenti biotecnologici.
-
per mutuo riconoscimento o decentralizzata:
l'approvazione avviene in base al principio di mutuo
riconoscimento di un'autorizzazione nazionale da parte
degli altri Stati membri.
-
nazionale: ogni paese registra autonomamente un
farmaco (ad esclusione dei prodotti di
biotecnologia per i quali è obbligatoria la procedura
centralizzata), in Italia mediante decreto del Ministero della
Salute, dopo esame ed approvazione del dossier di
valutazione da parte dell'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA). La commercializzazione del prodotto con AIC
nazionale è consentita soltanto nel Paese in cui
l'autorizzazione è stata accordata.
Ad
ogni modo i trial clinici pre-marketing raramente
identificano o definiscono la frequenza di tutte le
reazioni avverse serie e di eventuali reazioni rare, che
si manifestano solo quando il farmaco viene impiegato
sulla popolazione generale, che differisce per
caratteristiche demografiche e mediche dai soggetti sui
quali viene effettuata la sperimentazione clinica.
La
fase IV include gli studi sperimentali e osservazionali
post-marketing. E’ in questa fase che avviene la
Farmacovigilanza, con la segnalazione di reazioni
indesiderate ed impreviste. È perciò importante
continuare la sorveglianza delle reazioni avverse dopo
l'autorizzazione all'impiego clinico al fine di una
pronta scoperta e di una appropriata risposta a tali
eventi rari.
Studi
Osservazionali (non-interventistici)
Gli
studi osservazionali (di coorte, caso controllo,
di prevalenza) vengono definiti studi senza intervento
farmacologico, mirati alla semplice osservazione
del dato sperimentale (ad esempio i rischi relativi
all’esposizione al farmaco). Alla luce della
Circolare
del 2 settembre 2002, n. 6 del Ministero della Salute
concernente l' "Attività dei comitati etici
istituiti ai sensi del decreto ministeriale 18 marzo
1998", si definisce sperimentazione non
interventistica lo studio centrato su problemi e
patologie nel cui ambito i medicinali sono prescritti
nel modo consueto conformemente alle condizioni fissate
nell'autorizzazione all'immissione in commercio.
L'inclusione del paziente in una determinata strategia
terapeutica non è decisa in anticipo dal protocollo di
sperimentazione, ma rientra nella normale pratica
clinica e la decisione di prescrivere il medicinale è
del tutto indipendente da quella di includere il
paziente nello studio.
Con la
Determinazione AIFA 20 marzo
2008 sono
state introdotte le linee guida per la classificazione
degli studi osservazionali.
Come per gli studi clinici randomizzati devono essere
definiti in modo univoco e coerente:
- le motivazioni e le ipotesi di ricerca,
- le attese dello studio,
- i criteri di analisi e di interpretazione dei
risultati,
- la proposta di analisi statistiche appropriate.
Valgono per gli studi osservazionali tutte le regole
applicabili alle sperimentazioni cliniche per quanto
riguarda:
- la trasparenza delle sponsorizzazioni e i relativi
aspetti economici,
- la proprietà dei dati e la trasparenza dei risultati,
- il rispetto dei diritti dei partecipanti alla ricerca
per quanto concerne le informazioni sullo studio e la
tutela della privacy,
- la possibilità di individuare un comitato scientifico
che abbia la responsabilità della
gestione/conduzione dello studio.
(Si
rimanda all'area per ulteriori approfondimenti)
Glossario
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