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- Attraverso la storia dell’arte più antica dell’umanità i Piccoli
Danzatori del Teatro Massimo ci introducono nel suo magico mondo
- 27 aprile 2007
- Sala degli Stemmi Teatro Massimo - Palermo
- In occasione della Giornata Mondiale della Danza
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- Buongiorno bambini!
- Io sono Silvia: una ragazza che conosce bene i Piccoli Danzatori per=
ché
ha avuto la grande opportunità di poter vivere nel nostro bel teatro
questa meravigliosa esperienza per ben sei anni. La danza è un’arte
difficile, che richiede tanti sacrifici, forza di volontà e passione=
ma
che dona anche tante soddisfazioni. Io, come i Piccoli danzatori, ho
iniziato a studiarla all’età di cinque anni e, tornando indietro con=
i
ricordi, non posso non pensare alle tante piccole crisi che ho avuto
quando si accavallavano impegno scolastico, frequentazione della mia
scuola di danza, gli spettacoli, i saggi. Eppure mi ha guidato il mio
amore per il palcoscenico e il sogno, sempre vivo, di potermi sentire
protagonista, pur nel mio piccolo, dentro un grande Teatro qual’è il
nostro Massimo. Oggi, grazie a questa esperienza, non vivo più a Pal=
ermo
perché frequento il Centro sperimentale della Scuola Nazionale di Ci=
nema
di Roma. Ho lasciato la danza per recitare ma la sento ancora tanto
vicina e sono consapevole che tutto quello che ho appreso negli anni
della mia infanzia adesso fa parte viva del mio bagaglio artistico.<=
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- Ecco, volevo dire a voi e ai Piccoli Danzatori, che fra poco
incontrerete, che l’arte, quale che sia, va coltivata e amata perché
sviluppa la fantasia, la sensibilità, aumenta il senso di sicurezza =
e di
disciplina, ci rende tutti =
amici,
uniti e aperti verso gli altri.
- Anche se siete piccoli, siete un pubblico importante e dietro quella
porta ci sono dei piccoli artisti, emozionantissimi, che aspettano di
farsi conoscere da voi e da voi aspettano un applauso di
incoraggiamento.
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- Adesso occupiamoci dello spettacolo di oggi con una premessa.
- Siamo qui riuniti in questa sala per festeggiare la Danza con un
po’d’anticipo rispetto al 29 aprile che è la giornata di festa che t=
utto
il mondo annualmente dedica in contemporanea alla madre delle arti.<=
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- Perché proprio il 29 aprile chiederete voi?
- Il 29 aprile 1727, infatti, nasceva a Parigi Jean Georges NOVERRE,
danzatore, maestro di ballo, coreografo, teorico ma soprattutto un
artista eccezionale ricordato universalmente come uno dei più grandi
riformatori nella storia della danza.
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- Vi siete mai chiesti perché la danza è considerata l’arte più antica=
del
mondo?
- La risposta è che la danza è antica come il mondo in quanto fin
dall’inizio ha accompagnato gli uomini e gli eventi della loro vita
quali nascita, pubertà, nozze, vecchiaia e, perfino, la morte. Dai t=
empi
remotissimi la danza è stato un mezzo di espressione e di divertimen=
to
popolare nonché parte essenziale di tutti i riti, sia religiosi che
naturali.
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- Più ci allontaniamo dalla preistoria e ci avviciniamo alla storia, p=
iù
la danza si avvicina al culto degli dei. Già nell’Antico Egitto le d=
anze
erano sottoposte a severe regole come testimoniano questi papiri
risalenti a circa il 1900 a. C.
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- Presso gli antichi Greci la danza era il centro della vita culturale=
e,
nell’educazione dei bambini, la lezione di danza era considerata il
mezzo ideale per raggiungere una completa armonia di corpo e anima.<=
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- Nell’antica Roma, invece era molto popolare la danza etrusca e la
pantomima. Sapete cos’è la pantomima? La pantomima o il mimo è una
rappresentazione fatta con i gesti per descrivere azioni, stati d’an=
imo,
persone, storie.
- Anche noi a volte possiamo definirci mimi. Per esempio quando faccia=
mo
il gioco dei film o degli oggetti da indovinare, oppure quando vogli=
amo
esprimere senza parole attraverso il gesto o l’espressione del viso
qualcosa a un nostro compagno (magari di nascosto per non farci vede=
re
dalla maestra).
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- Con l’avvento del Cristianesimo la danza venne in parte proibita per=
ché
veniva considerata pagana ma durante il Medioevo fu mantenuta viva d=
ai
menestrelli e dai giullari che andavano in giro nelle città europee.=
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- A un certo punto questa forma di danza popolaresca si sviluppò e
cominciò ad introdursi anche negli ambienti dei nobili e dei ricchi.
Nacquero così nel Rinascimento i balli di corte che consistevano in
piccole rappresentazioni che venivano eseguite durante le cerimonie
oppure (figuratevi!!!!) negli intervalli tra una portata e l’altra
durante un pranzo. Insomma un po’ come quando a volte voi guardate l=
a TV
seduti sul divano con il vassoio della cena sulle gambe e seguite con
gli occhi il vostro programma preferito.
- La danza principale dell’inizio di quest’epoca è la Basse danse. E’ =
una
danza lenta e maestosa ma nello stesso tempo piena di grazia, con pa=
ssi
strisciati e con sollevamenti sulle punte dei piedi.
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- Nel quindicesimo secolo nascono i maestri di danza che insegnano a f=
ar
apprendere le figure, le posizioni e i passi secondo un sistema di
regole.
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- Ed ecco che infine nasce il primo balletto. E’ il 1581 quando a Pari=
gi
viene rappresentato nel salone del palazzo del Duca di Borgogna il B=
allet
Comique de la Reine ovvero Circe del coreografo italiano Balthasar di
Belgioioso.
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- La danza divenne allora molto popolare nei palazzi dei nobili grazie
anche al re francese Luigi XIV denominato il Re Sole che era anche un
appassionato ballerino.
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- Poiché la passione dei nobili che si dedicavano alla danza non poteva
più soddisfare una perfetta riuscita dei balletti, venne fondata nel
1681 per volontà di Luigi XIV l’Academie royale de danse con lo scop=
o di
stabilire delle regole per il perfezionamento di quest’arte. Diretto=
re
di quell’Accademia fu Pierre Beauchamp che inventò le cinque posizio=
ni
basilari del balletto accademico.
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- Ah volevo svelarvi una curiosità. Lo sapevate che all’inizio nei
balletti di corte i ruoli, anche quelli femminili, venivano sostenuti
solo dai maschi?
- Bè adesso, invece, vi presento Mademoiselle Lafontaine che nel 1681 =
fu
la prima ballerina professionale ad entrare nella storia della danza=
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- Dopo di lei, Marie Sallé e Anne Camargo furono due ballerine
importantissime per lo sviluppo della danza poiché contribuirono anc=
he
alla riforma del costume utilizzato per i balletti. Da quel momento =
in
poi vennero infatti abbandonati gli ingombranti costumi, si accorcia=
rono
le gonne, le scarpine divennero morbide e flessuose e non furono più
utilizzate le maschere che nascondevano le espressioni del viso.
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- Purtroppo, però, per le povere e incomprese ballerine il ballerino
maschio continuava a primeggiare. Di fama leggendaria furono infatti
Gaetano e Augusto Vestris, padre e figlio di origine italiana. In
quest’immagine potete vedere un ritratto del giovane Augusto chiamat=
o ai
suoi tempi, come suo padre, il Dio della Danza.
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- Inizia adesso l’epoca più gloriosa nella storia del balletto: il
Romanticismo.
- Il Romanticismo nella danza esaltò la donna ideale che veniva ammira=
ta
come un divinità del cielo e per questo doveva essere leggera e mobi=
le e
quindi distaccata dalla terra. Fu automatico a questo punto che si
cominciasse a danzare sulle punte.
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- Essere una ballerina significò da quel momento in poi ballare con le
scarpette da punta, indossare dei preziosi tutù, pettinarsi con
acconciature semplici e, spesso, ornarsi con coroncine e alette.
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- La prima ballerina a usare le punte fu l’italiana Amelia Brugnoli nel
balletto La fata e il cavaliere nel 1823 a Vienna ma l’immagine di
danzare sulle punte è collegata a Maria Taglioni che nel 1832 ballò a
Parigi il balletto La Sylphide considerato il primo balletto romanti=
co
nella storia della danza.
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- Carlotta Grisi fu la prima protagonista di Giselle rappresentata nel
1841 a Parigi.
- Adesso vi racconto qualcosa di questo balletto. Giselle è una giovane
contadina che si innamora di un principe pensando che sia un ragazzo
semplice come lei, ma quando scopre che lui è invece fidanzato con u=
na
ragazza nobile e ricca, impazzisce e muore. Di notte lui va pentito
sulla sua tomba e lei si risveglia come una fata dei boschi. La regi=
na
delle fate punisce il principe obbligandolo a danzare tutta la notte
fino alla morte ma Giselle lo aiuta a resistere fino all’alba. Purtr=
oppo
però alla fine deve tornare nella sua tomba ma è felice perché è
riuscita a salvare il suo amato dalla morte.
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- L’Ottocento divenne dunque il secolo della celebrazione della prima
ballerina ma a metà secolo Parigi fu soppiantata da San Pietroburgo.=
Qui
si recarono i più importanti maestri francesi tra i quali Marius Pet=
ipa
che diresse i balletti imperiali per circa un trentennio creando i p=
iù
grandi capolavori della storia del balletto.
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- Il grande Petipa, che creò più di 50 balletti ancora oggi rappresent=
ati,
lavorò intensamente con il famoso compositore russo Piotr Ilic
Tchaikovsky e con lui realizzò tre grandi balletti: La Bella
Addormentata, Il Lago dei cigni e lo Schiaccianoci.
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- Un mago cattivo trasforma una ragazza di nome Odette in un cigno bia=
nco.
Di lei si innamora un principe che le giura amore per sempre ma dura=
nte
una festa al castello il mago porta con se un cigno nero che ha lo
stesso viso di Odette. Il cigno nero, che si chiama Odile, viene
scambiato dal principe per la sua innamorata, perciò si fidanza con =
lei.
Il mago però svela l’inganno ed il principe disperato va al lago per
raggiungere Odette che lo perdona mentre il mago scatena una tempest=
a. I
due innamorati annegano ma alla fine si riuniscono per sempre in cie=
lo.
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- Nel 1900 la danza si trasformava ancora e nei giorni nostri ha raggi=
unto
una grande popolarità soprattutto grazie al grande coreografo france=
se
Maurice Béjart.
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- In America si sviluppa grazie a Georges Balanchine e a Martha Graham=
a
cui si deve la nascita della modern dance.
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- Finalmente siamo arrivati ai giorni nostri. La danza è diventata orm=
ai
un’arte universale con mille modi di interpretarla: la danza jazz, la
danza contemporanea, il teatro danza etc etc. ma ha fatto una lunga
strada prima di arrivare a questo punto grazie alla passione e
all’esperienza tramandata a noi nei secoli e grazie anche a quel pri=
mo
uomo che tracciò nella grotta i disegni rimasti sempre uguali a
testimonianza di quella che è la mamma di tutte le arti.
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- Spero che questa storia vi sia piaciuta. Adesso applaudiamo tutti
insieme i Piccoli Danzatori che ci hanno accompagnato in questa bella
avventura. Da parte mia vi ringrazio per essere stati così attenti e
bravi nell’ascoltarmi con la speranza di avervi interessato e trasme=
sso
un po’ di amore per la danza. Grazie!
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