del Teatro Massimo di Palermo STAMPA |
aprile 1998 Intervista a Marco Betta, direttore artistico del Teatro Massimo di Salvatore Rizzo siano fondamentali. Intanto perchè perpetuano la memoria del teatro sul palcoscenico, perchè fanno capire cos'è la fatica di una sala ballo o di una prova d'insieme anche a chi poi non farà questa professione, anzi proprio questi saranno il volano del rapporto tra il teatro e la società negli anni a venire; dall'altro lato, c'è uno scopo istituzionale e artistico, quello di creare nuove leve, di creare un ricambio". Sipario
- Recensione di "Aida" di Lucio Lironi
Oggi
Sicilia - Intervista ad Alexandre Stepkine di
Clara Picciotto
mantenere queste scuole del Teatro neanche la danza con la sua tradizione centenaria potrebbe esistere. La danza non è uno sport come tanti altri, perchè è una vera e propria disciplina che impegna molti anni della vita. In Russia si comincia a 9 anni e si continua fino alla maggiore età per essere poi proiettati verso la carriera. Ma in questo periodo la danza forma il tuo carattere. Degli insegnamenti di Béjart mi restano il vigore e la spinta ad andare avanti. Se cominci a guardare indietro vuol dire che sei morto, mi diceva. Io penso che la danza è ascoltare, lavorare, prendere e dare. In fondo chi sceglie questo lavoro vedrà che la strada è lunga per arrivare ma è troppo corta per ballare. Spero che con questi allievi ci capiremo subito. Non è un gioco, perchè la danza comprende un repertorio molto complesso e un impegno costante, che se non è sostenuto dalla passione non può raggiungere obiettivi lontani". Giornale
di Sicilia - Recensione di "A Ceremony of Carols"
interpreti. In questo caso si tratta di sessanta voci bianche e sessantadue piccoli danzatori, impegnati con Britten e Poulenc, ma soprattutto con un lavoro di costruzione musicale - vocale e coreutica - in armonia di insieme. Si ritiene una costruttiva esperienza e un seme gettato per sviluppare nel futuro questa esperienza. Soprattutto, una fatica di studio e di prove messa positivamente in luce nello spettacolo, seguito con molta partecipazione da un numeroso pubblico di coetanei, pronti, anzi prontissimi, ad applaudire ed ad esprimere con spontaneità il piacere anche visivo dei colori, del ritmo, della spettacolarità, pur sobria d'insieme........Per le sapienti ideazioni coreografiche di Alexandre Stepkine, il danzatore e coreografo russo che ha formato il gruppo, "A Ceremony of Carols", nella seconda parte - con i cantori in alto in un suggestivo rosso - i giovanissimi danzatori (in grigio, rosso e nero) disegnavano figure con molta finezza, nella mobile varietà delle composizioni di gruppo, con adesione e scioltezza. Un coinvolgente ritmo che segnava la linea del canto integrandovisi e di sinfonica pittoricità..... che ha mobilitato con vivacità festosa i due gruppi". Oggi
Sicilia - Recensione di "A Ceremony of Carols"
di Floriana Tessitore
Oggi
Sicilia - Articolo
di Floriana Tessitore
possibilità di un futuro. Terrò sempre dentro di me il ricordo di questa giornata". Giornale
di Sicilia - articolo
di Sara Patera
e poi....la "Morte di Didone" (dall'opera omonima di Purcell) caratterizzata da un brulichìo di braccia e un complesso intreccio coreutico. I momenti più intensi, nella seconda parte, impegnavano... d'incisiva perspicuità ritmica e la ricca fantasia su musiche di Verdi del "Divertissement" di bel gusto compositivo e realizzato con festosa vivacità". La
Sicilia - Articolo di Pippo Ardini
Giuseppe Verdi e della "Tarantella"... che ha chiuso la serata in un'aria di festa, con centinaia di ragazzini e ragazzine tra il pubblico che aplaudivano gli amici protagonisti sulla scena. Indubbiamente, per il futuro, se le premesse e le promesse verranno mantenute, il Teatro Massimo potrà avvantaggiarsi in buona parte di questi entusiasti giovanissimi danzatori per il suo attualmente asfittivo Corpo di Ballo". Sipario
- Recensione
di "Orfeo all'Inferno" di Ernesto Oppicelli
La
Sicilia - Recensione
di "Ceremony of Carols 1999"
soddisfacimento - alle maggiori istituzioni culturali sia quello di essere custodi del patrimonio esistente e di essere anche operatori per renderlo fonte di creatività attraverso modificazioni in continuo dialogo tra tradizione e modernità. La Fondazione Teatro Massimo ha da alcuni anni avviato con successo un programma dedicato ai giovani - ma anche alle possibilità di ricambio e di crescita culturale - ....... Due gruppi di giovanissimi artisti cresciuti molto in questi ultimi mesi e dopo le recenti affermazioni delle quali ci siamo già occupati. Il problema che si pone ora davanti alla Fondazione lirica palermitana è quello di gestire ancor meglio queste magnifiche realtà giovanili e avere il coraggio di far fronte decisamente alla lotta clandestina intrapresa - per comprensibili motivi - dalle scuole di danza private palermitane. Palermo è una città dove prevale il "non far fare" più che "il fare", un ostacolo assolutamente da superare. Soprattutto per dare un riconoscimento tangibile all'entusiasmo e alla gioia di tanti ragazzini che, anzicchè stare davanti alla televisione o ai videogiochi, preferiscono impegnarsi in un'attività artistica socialmente e culturalmente utile.....La spettacolare e suggestiva coreografia finale con "White Christmas" e "Oh happy day" giocata con ritmo da musical suggellava, con quell'atmosfera di festa, una partecipazione collettiva tra pubblico e giovani artisti. Per il futuro la Fondazione lirica palermitana potrà attingere a piene mani da questa eccellente fucina". Giornale
di Sicilia - Articolo di Silvia Priolo
Da poco sono iniziate le lezioni che si svolgono presso le sale del Teatro Politeama, dirette dal M°Alexandre Stepkine. Avendo partecipato quasi per gioco sono molto entusiasta di essere entrata a far parte di questa compagnia. So anche che tanto sarà il sacrificio e la costanza da prestare. Infatti, anche se i miei pomeriggi dal martedì al sabato saranno occupati da quest'importante attività, 'impegno verrà sicuramente ripagato dalle soddisfazioni e dalla gioia che si provano durante gli spettacoli. E per il futuro? Sarebbe bello coronare il mio sogno di intraprendere la danza a livello professionale. In realtà sono alquanto delusa perchè Palermo non offre molte possibilità a chi vuole fare della danza una scelta di lavoro. Infatti molte ragazze, che non fanno più parte dei Piccoli Danzatori per avere superato i 19 anni di età, spesso sono costrette per amore della danza ad andare in altre città in cerca di nuove chances". Giornale
di Sicilia - Articolo di MI.S.
Uno spettacolo robusto sia nell'ideazione che nell'esecuzione, del quale va sottolineata la complessità di una partitura coreografica che non ha mai messo in difetto o disagio i danzatori, sempre attenti e puntuali su quei difficili ritmi spaziali scanditi dalle asimmetrie melodiche di Stravinskij. Così "piccoli talenti crescono": una nota particolare per i ruoli protagonisti della duttilissima danzatrice di "Petruska", di un "Oiseau de feu" che fraseggia smorzato e raffinato, e del "diable" de l'"Histoire" che entusiasma con un'interpretazione potente ed intensa". La
Sicilia - Articolo di Pippo Ardini
Questo ed altro ci hanno suggerito l'entusiasmo, la gioia, l'impegno, la bravura, la fatica, il dispiacere di qualcuno per qualche passo sbagliato, l'innocenza di quella sessantina di giovanissimi che domenica sera, al teatro di Verdura, per il cartellone estivo del Teatro Massimo hanno reso omaggio all'arte compositiva di Stravinskij........ ....è l'impatto di questi ragazzini col pubblico pagante che conta, il loro porsi con sicurezza (e questo ha bisogno di frequenti e non saltuarie esibizioni in pubblico) nell'ottica di un possibile futuro professionistico. Non vorremmo fare una scala di valori o citare dei nomi, ma non possiamo tacere le performance di alcuni solisti quali Benedetto Olica (il "Diavolo" in "Histoire du soldat" e "L'immortale" ne "L'Uccello di fuoco"), Carla Barbato (la "Principessa" ne "L'Uccello di fuoco"), Irene Manno (il "Jolly" ne "Jeu de cartes") e la straordinaria Angela Ragolia, protagonista nel difficile ruolo di Petroushka. Meritatissimi gli applausi del pubblico che affollava il Teatro di Verdura". Prospettive
- Articolo di Niny Ganguzza
Ecco, la cosa ci tornava in mente assistendo al gradevolissimo spettacolo coreico intitolato "Variazioni su Stravinskij che ha tenuto banco alla "Verdura" per il Festival estivo della Fondazione Teatro Massimo di Palermo. Chè ad esibirsi - in una ragionata silloge ballettisticaa, costruiita su celebri pagine del musicista russo - erano i "Piccoli danzatori" dello stesso teatro, richiamando l'evento una larga presenza di altrettanti piccoli spettatori incuriositi di vedere in scena numerosi coetanei. E forse aspettandosi nel caso una favola facile facile, da divorare ad occhi sgranati e da metabolizzare presto per un duraturo ricordo. Ma figurarsi! Intanto, ben si sa quanto dura ed aggressivo sia il favolismo di Igor Stravinski.....E poi è innegabile che il russo Alexandre Stepkine - coreografo ufficiale dei "Piccoli danzatori" - abbia creato uno spettacolo carico di significati, coniugando cinque composizioni stravinskiane in un iter di conseguenzialità coinvolgenti, senza tuttavia badare alle loro date di nascita. Cosicchè basterebbe riflettere sull'incipit basato sul "Sacre", laddove tante bambine fanno giustizia delle proprie bambole, come a significare l'abbbandono della prima età e l'entrata simultanea nella femminilità piena. Ma poichè la vita impone le sue aspre regole si trapassa sveltamente alle necessità burattinesche con l'approdo a "petruska", si trapassa all vita spericolata come un gioco d'azzardo ovvero con "L'Histoire du soldat" e "Jeu de cartes". E mentre forze negative sono in perenne agguato tanto che l'unica risorsa di rifugio rimane il sogno - seppur talora popolato freudianamente di segni negativi - quando "L'oiseau de feu" dispiega le sue ali su chi inconsciamente vorrebbe tornare bambino, correre verso un immaginario e immaginato paese delle meraviglie. Lo spettacolo ideato da Stepkine era ricco di fantasia, molto mosso e movimentato, scandito e nobilitato da inquadrature ora geometriche, ora puntate su un figurativismo floreale, senza iperboli da danza eccessivamente moderna bensì con richiami alle virtù coreiche dei ballets russes. Disciplinati, vigili e pronti, gli affabulanti coreuti si dimostravano coordinati ed affiatati nell'affrontare lo spazio del palcoscenico ed orientarvisi". La
Sicilia - Articolo di Pippo Ardini
Lavorare in favore della danza, della sua promozione e divulgazione non significa soltanto allestire un cartellone con spettacoli di qualità o avere un Corpo di Ballo. Certo, questi sono elementi importantissimi per un Teatro, ma l'amore per la danza, lo scoprire la cultura che ad essa è legata, passano attraverso altri canali, come quello, appunto, di un'adeguata valorizzazione di giovani promesse e gestire ad alto livello una scuola di danza che possa servire da utile serbatoio per il proprio Corpo di Ballo. Occorrerebbe anche creare per questi giovani artisti spettacoli per le scolaresche, dove proporre magari brani creati apposta per i ragazzi, oppure tratti dal grande repertorio che tutti debbono conoscere, e poi, a seguire, magari, un dibattito con i ragazzi alla prima esperienza di teatro. La danza o il canto corale, diventano così una cosa viva e vissuta. Se ne apprezzano il fascino, la bellezza incorruttibile, scoprendo anche quanto sia duro, difficile, impegnativo il "mestiere" di ballerino o di cantante, ma anche di scoprire il teatro e i suoi segreti. Si possono scoprire, come è stato venerdì sera, in un teatro gremitissimo piccole étoiles (Benedetto Oliva, Romina Leone, Valentina Zaja, Carla Barbato, Caterina Giacalone, Irene Manno ecc.) che strappano applausi a scena aperta.......". Sipario
- Articolo di Lucio Lironi
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