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Ripasso di Fisica per il Biennio delle Superiori
 
Unità 15.
La termodinamica e il problema energetico
 
DEFINIZIONI E TABELLE Esercizi svolti, esperienze e attività Questionario
 
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D1. In alcune delle precedenti Unità sono stati descritti fenomeni in cui una forma di energia si trasforma in parte o totalmente in calore, a causa di attriti e resistenze (l'energia meccanica nell’Unità 10, l'energia elettrica nell’Unità 13, l'energia delle onde nell’Unità 14). Queste trasformazioni e le trasformazioni del calore in altre forme di energia sono oggetto di studio della termodinamica.

D2. L'equivalenza tra calore e lavoro è stata sancita dalle misure effettuate da J.P. Joule, dimostrando che il calore è una forma di energia (energia termica). Joule ha determinato l'equivalente meccanico della Caloria, il cui valore è 4186 J/Cal. Questo significa che dalla completa trasformazione in calore di un'energia di 4186 J si ottiene una Caloria.

D3. L'energia interna U di un sistema fisico è la somma dell'energia cinetica e di quella potenziale di tutte le molecole che lo costituiscono (vedi la definizione D23 dell’Unità 10).

D4. Quando una parte dell'energia E fornita a un sistema si trasforma in calore, si ottiene un aumento DU dell'energia interna del sistema, che sommata al lavoro L prodotto dalla trasformazione dà proprio l'energia fornita:

E = L + DU

Questo è il primo principio della termodinamica, che costituisce una formulazione più generale del principio di conservazione dell'energia (vedi la definizione D22 dell’Unità 10).

D5. Si può avere una trasformazione di energia termica in energia meccanica scaldando il gas contenuto in un recipiente con un pistone scorrevole. Il gas aumenta la sua energia interna, ed espandendosi isobaricamente solleva il pistone, trasformando così l'energia residua (E - DU) in lavoro (vedi la definizione D4; per il calcolo del lavoro, vedi la definizione D9 dell’Unità 10).

D6. Se non si fornisce energia dall'esterno, si può ottenere lavoro a spese dell'energia interna del sistema. Infatti, se E = 0, si ha:

L = -DU

Una trasformazione realizzata in queste condizioni è detta adiabatica. Per esempio, un gas che si espande in un recipiente isolato termicamente si raffredda (e se viene compresso si riscalda).

D7. Per ottenere con continuità lavoro dal calore è però necessaria una macchina termica che compia una trasformazione ciclica, cioè una trasformazione in cui il sistema ritorni periodicamente alla posizione iniziale.

D8. Dallo studio dei cicli termodinamici (come il ciclo di Carnot), risulta che non tutto il calore si riesce a trasformare in lavoro, ma solo una parte di esso. In ogni ciclo viene prelevato il calore Q1 da una sorgente ad alta temperatura T1, e viene ceduto il calore Q2 a un termostato alla temperatura T2 (minore di T1). Il lavoro prodotto nel ciclo è quindi dato da:

L = Q1 - Q2

D9. Queste osservazioni costituiscono una delle possibili formulazioni del secondo principio della termodinamica: è impossibile che un ciclo di una macchina termica abbia come unico effetto quello di estrarre calore da una sorgente e di trasformarlo completamente in lavoro.

D10. Il rendimento r di una trasformazione di energia è il rapporto tra l'energia utile Eu prodotta e l'energia assorbita Ea:

r = Eu / Ea

Per esempio, in un motore elettrico l'energia assorbita è quella elettrica e l'energia utile è quella meccanica dovuta al movimento del motore.
Spesso il rendimento viene espresso in forma percentuale:

r% = r • 100

D11. La differenza tra l'energia assorbita e quella utile (Ea - Eu) rappresenta l'energia dispersa, cioè che non si è trasformata o che è diventata calore.

D12. Se l'energia assorbita non è il calore, il rendimento teorico di una trasformazione è pari a 1, valore che potrebbe essere raggiunto eliminando attriti e perdite varie, ma che non può essere superato per il principio di conservazione dell'energia.

D13. In una macchina termica, dove l'energia assorbita è il calore, nemmeno il rendimento teorico può essere pari a 1, infatti si ha (vedi la definizione D8):

r = L / Q1 = (Q1 - Q2 ) / Q1 = 1 - Q2 / Q1 < 1

D14. Analizzando il ciclo termodinamico, si dimostra che il rendimento teorico può essere calcolato anche tramite le temperature (assolute, vedi la definizione D28 dell’Unità 6) della sorgente e del refrigerante:

r = 1 - T2 / T1

D15. In conseguenza dell’estrema facilità con cui tutte le forme di energia si trasformano in calore, e della riluttanza che ha invece il calore a trasformarsi in lavoro, l'energia di ogni sistema, e quindi anche l'energia totale dell'universo, sono destinate a un lento degrado, diventando progressivamente energia termica a temperatura sempre più bassa.

D16. Del secondo principio della termodinamica si può dare una spiegazione di tipo statistico. A livello molecolare il calore è una forma disordinata di energia (ci sono innumerevoli configurazioni delle molecole che corrispondono a un determinato stato termico di un sistema), mentre le altre energie sono forme ordinate (per esempio, esiste una sola configurazione delle molecole di un corpo che si muove in una data direzione con una determinata energia cinetica), ed è noto che è più facile trasformare l'ordine in disordine che compiere la trasformazione inversa.

D17. Si chiama moto perpetuo (di seconda specie) quello di una macchina che sfrutta l'energia termica utilizzando una sola sorgente di calore. Una macchina siffatta è irrealizzabile, in quanto violerebbe il secondo principio della termodinamica.

D18. L'energia disponibile sulla Terra deriva per il 99% dalla radiazione emessa dal Sole, il quale ricava l'energia dalle reazioni di fusione nucleare dell'idrogeno, che liberano l'energia nucleare nascosta nei nuclei atomici. La fusione nucleare è dovuta alle altissime temperature e pressioni che si realizzano nell'interno solare: i nuclei di deuterio (D, un isotopo dell'idrogeno il cui nucleo è composto di un protone e di un neutrone) vincono la forza di repulsione elettrostatica e si fondono a due a due per intervento dell'interazione nucleare forte, formando nuclei di elio (He, vedi l’Unità 4).

D19. La fusione nucleare libera una grande quantità di energia sotto varie forme. Questa reazione viene realizzata anche sulla Terra: si tratta della fonte di energia che si libera in modo esplosivo nelle bombe termonucleari e in modo pacifico nelle centrali a fusione. Queste ultime sono ancora a livello sperimentale, a causa dei problemi di innesco e di contenimento del gas sottoposto a reazione (sono necessarie temperature di 107 K).

D20. La fissione nucleare è una reazione che avviene solo nei nuclei ad elevato numero atomico (per esempio, l'uranio, o il plutonio). Un nucleo di tali sostanze colpito da un neutrone può spezzarsi in due nuclei più piccoli, emettendo energia e altri neutroni, che in particolari condizioni possono realizzare altre fissioni (reazione a catena).

D21. Al contrario della fusione, è relativamente più semplice realizzare in modo controllato la fissione nucleare, che viene quindi sfruttata per scopi pacifici. Nelle centrali elettronucleari si sfrutta il calore emesso dalle reazioni di fissione per alimentare le macchine termiche, che a loro volta producono l'energia necessaria agli alternatori per generare l'elettricità (vedi l’Unità 13). Il problema principale di questa fonte di energia è rappresentato dalle sue scorie, che pur non essendo più in grado di fornire energia, rimangono radioattive, e quindi nocive per l’ambiente e per l’uomo, per moltissimi anni.

D22. Nelle centrali termoelettriche, le macchine termiche sono alimentate con il calore fornito dalla combustione, una reazione chimica che costituisce una delle più antiche fonti di energia sfruttate dall'uomo.

D23. Le reazioni chimiche sono fenomeni che comportano delle modifiche nei legami esistenti tra gli atomi della materia (ma senza alcun intervento sui nuclei atomici, a differenza delle reazioni di fissione e fusione).

D24. In molte reazioni chimiche, le forze elettriche atomiche e molecolari coinvolte producono un'energia (detta energia chimica) che può manifestarsi con effetti termici (nelle combustioni), meccanici (nelle esplosioni), elettrici (nelle pile, vedi la definizione D31 dell’Unità 12), e elettromagnetici (emissione di luce).

D25. Sono dette combustibili quelle sostanze che bruciando trasformano la loro energia chimica in energia termica, e si definisce potere calorifico Pcal di queste sostanze la quantità di calore che si ottiene dalla combustione completa di 1 kilogrammo:

Pcal = Q / m

dove Q = calore prodotto dalla combustione; m = massa del combustibile. Nel SI il potere calorifico si misura in joule/kg, ma spesso si misura anche in Calorie/kg (1 Cal/kg = 4186 J/kg).

D26. Nella Tabella 13 sono riportati i poteri calorifici di alcune sostanze. L'assimilazione organica degli alimenti è un fenomeno molto più complesso della combustione chimica (vedi l’esperienza A3), e la "combustione" nucleare non coinvolge le reazioni chimiche, bensì quelle nucleari. Tuttavia, si può mantenere la stessa terminologia trattando solo l'effetto energetico di questi fenomeni.

D27. Le centrali idroelettriche non utilizzano macchine termiche, in quanto gli alternatori sono riforniti di energia meccanica da parte delle turbine mosse dalla caduta dell'acqua (vedi l’esercizio E7 dell’Unità 10), e per questo hanno un rendimento elevato (circa del 90%).

D28. La "produzione" dell'energia, ovvero la trasformazione in lavoro delle energie diffuse in natura, può avvenire in modo diretto (per esempio, nei mulini a vento), o tramite la trasformazione in energia elettrica per comodità di trasporto e consumo (vedi l’Unità 13).

D29. La produzione e il consumo dell'energia comportano numerosi problemi. Un problema riguarda le fonti (i giacimenti di petrolio e di carbone sono in via di esaurimento), mentre altri problemi sono quelli di ordine ecologico: impatto sull'ambiente naturale (soprattutto per le centrali idroelettriche), emissione di fumi e gas dannosi (da parte delle centrali termoelettriche e dei motori a benzina e gasolio), emissione di radiazioni nucleari e smaltimento delle scorie radioattive (da parte delle centrali nucleari, vedi la definizione D21).

D30. Prospettive molto interessanti sono offerte dalle fonti inesauribili di energia, che in genere sono anche rispettose dell'ecologia, ma di difficile sfruttamento: l'energia eolica (quella prodotta dal vento), l'energia solare (vedi l’esercizio E3), l'energia delle maree, l'energia geotermica (quella prodotta dal calore dell'interno terrestre).


TABELLE

TAB. 13. POTERI CALORIFICI

Sostanza Cal/kg Sostanza Cal/kg Sostanza Cal/kg
Combustibili   Cipolla, Carciofo 460 Pancetta 6280
Alcool 5800 Cocomero 280 Pane bianco 2630
Benzina 11.000 Prosciutto cotto 4250 Pane integrale 2400
Carbone di legna 6000 Fagioli, Lenticchie 3375 Parmigiano 3900
Carbone coke 7000 Fagiolini 350 Pasta 3770
Gas di città 7000 Fico, Ananas 790 Patata 760
Gas liquido 12.000 Finocchio 280 Peperone, Spinaci 250
Gasolio 10.200 Fragola, Pesca 380 Orata 800
Idrogeno 31.000 Funghi 280 Pesce spada 1200
Legna 3000-4500 Gamberi 910 Piselli freschi 980
Metano 12.800 Gorgonzola 3550 Pollo 2000
Reazioni nucleari   Grissini, crostini 3700 Pomodoro (sugo) 400
Fissione dell'Uranio 2,0•1010 Gruviera, Ricotta 3800 Pompelmo 410
Fusione dell'Idrogeno 1,5•1013 Latte intero 3040 Prosciutto crudo 5020
Alimenti   Lattuga, Cetriolo 650 Riso 3620
Acciuga, Triglia 1100 Maiale magro 140 Salame 4720
Albicocca, Susina 500 Manzo magro 1510 Salmone 1400
Arancia, Mandarino 450 Marmellata 1040 Salsiccia 3420
Asparagi, Pomodoro 210 Mela, Ciliegia 2780 Sardine sott'olio 2140
Banana 880 Melone, Limone 600 Sogliola, Trota 850
Biscotti secchi 4110 Merluzzo 200 Tonno sott'olio 2000
Burro 7180 Miele 740 Uova 1620
Cacao 2930 Mozzarella 2500 Uva 660
Caprino, Scamorza 3350 Nocciole, Noci 6500 Vitello 940
Carota 410 Olio di oliva 8910 Yogurt 620
Cavolfiore 250 Olio di semi 8840 Zucchero 3850
Cioccolato fondente 4710 Olive 1160 Zucchina, Sedano 170

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