Contributo ad una permanente campagna elettorale
(e promemoria per i candidati)
di Pino Sansò - 18 gennaio 2004

Per affermare le proprie opinioni sulla politica non è sempre necessario dichiarare la personale preferenza per uno o per l’altro degli schieramenti - ormai quasi definiti - nel sistema maggioritario e bipolare.

E poi non è necessario spendere molte parole per chiarire, in sostanza, quale importante ma semplice dilemma, ogni appartenente alla comunità nazionale debba affrontare al momento della scelta elettorale.

Deludente è che concetti “politici” elementari e fondamentali non vengano esplicitati e trasmessi pedagogicamente a ogni cittadino fino dagli anni della sua formazione, addirittura fino dagli anni della scuola dell’infanzia.

Ci sono due modi (e qualche sfumatura) di intendere l’amministrazione dello stato:

Entrambi i modi di intendere la politica, cioè l’amministrazione pubblica, sono legittimi, rispettabili e ricchi di contenuto ideale. L’attrazione che ogni individuo prova per l’uno o per l’altro dipendono dalla maturazione personale che è insondabile e che, per fortuna, si costruisce in modo tendenzialmente libero dalla corrente situazione politica.

Non si può nascondere che all’adesione all’una o all’altra ipotesi seguano implicazioni operative di carattere “esclusivo” o “inclusivo” (nel senso delle parole di Norberto Bobbio nel suo saggio “Destra e Sinistra”). Ma anche questa scelta attiene ad una visione “esistenziale” delle persone che non può essere messa in discussione finché non pratica o postula comportamenti ingiusti ed oppressivi.

Inoltre il “governo dello Stato” dovrebbe possedere un carattere etico – per l’amministrazione di un bene comune, dunque non individuale – e, tuttavia, non dovrebbe essere influenzato da motivi morali, legati a particolari componenti religiose, culturali o etniche della regione governata. Questo pone il personale governativo (le correnti interne, gli elementi di una coalizione o di una confederazione) al riparo da tensioni che esulino dal dualistico criterio economico e amministrativo già enunciato. Assumendo per principio che le leggi riguardanti il comportamento legale dei cittadini non possano essere ispirate che da principi laici e umanitari.

 

L’allargamento delle riflessioni politiche alla situazione internazionale comporta inevitabilmente una implicita scelta di campo. Infatti è ormai indubbio che la soluzione almeno dei problemi vitali di gran parte della popolazione mondiale, tenuto conto del fatto che le risorse planetarie non sono illimitate, richiede una graduale e responsabile riduzione dei consumi nazionali per quella parte del mondo – ormai si può dire – ammalata di “consumismo”. E ciò non può avvenire che sotto la regia di governi responsabili, ispirati da principi solidaristici e provvisti di una visione non locale dei problemi economici. (in questo senso, tutti i tentativi di ridimensionamento territoriale dei confini amministrativi per motivi protezionistici sembrano voler sfuggire alla storia e alle comprensibili pressioni migratorie che, inevitabilmente, le disparità di risorse trascineranno fino a situazioni drammaticamente conflittuali).

 

Per il resto, ma sono certo che ogni cittadino ne sia consapevole, ciò che ogni governo, espressione di qualsiasi schieramento, dovrebbe ulteriormente garantire a tutti - anche e soprattutto attraverso i suoi atti amministrativi - è il riguardo verso la Costituzione con i suoi dettami sulla libertà, i diritti, il rispetto delle regole e delle leggi. Ed è tutto.

                                                                                                                                                       
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