Breve Storia dell'Improvvisazione
Nel decimo secolo dopo Cristo, il monaco benedettino Guido d'Arezzo pose
una
pietra miliare nella storia della musica: il suo sistema di notazione musicale
permetteva finalmente ai compositori di affidare le loro creazioni a qualcosa
di più
affidabile della tradizione orale.
Una conquista che la narrativa e la poesia avevano già ottenuto
migliaia di anni
prima, con l'invenzione della scrittura.
Grazie all'invenzione di d'Arezzo, noi possiamo conoscere il pensiero di
Palestrina,
Bach o Mozart.
Ma
l'origine della musica e' molto più antica dell'invenzione della
sua scrittura, persa
e confusa con le origini stesse della civiltà dell'uomo.
Gli artisti dell'antica Roma e dell'antico Egitto ci hanno lasciato meravigliose
sculture
e dipinti raffiguranti persone che suonano strumenti musicali, anche se
sappiamo
poco o niente sulla loro musica.
Qualcosa di più conosciamo sul sistema musicale dell'antica Grecia,
le cui scale
(modi) furono presi a modello nel medioevo per costruire i modi Gregoriani.
E che dire dell'ingegnere egiziano Ctesibio,
che progettò a costruì un organo idraulico
nel 3° secolo prima di Cristo, o di un bassorilievo ittita raffigurante
un musicista
che suona uno strumento per tutto simile alla chitarra?
La musica è sempre stata fedele compagna dell'uomo, migliaia di
anni prima della
sua nascita ufficiale.
Durante quel lungo periodo senza memoria storica, che potremo definire
la preistoria
della musica, i musicisti usavano improvvisare in varie occasioni, come
feste o danze.
Tutti gli esecutori dovevano essere necessariamente anche buoni improvvisatori.
E anche dopo l'adozione della scrittura musicale,
i musicisti continuarono a
improvvisare.
Non possiamo neanche immaginare quanta musica nacque e morì senza
lasciare
alcuna traccia di sè, per la semplice gioia di qualche aristocratico,
di una compagnia
di amici o più semplicemente di una dama da corteggiare.
Nel Rinascimento fu pubblicata una grandissima quantità di trattati
che insegnavano
l'arte dell'improvvisare. Il "tastar de corda" era una forma improvvisativa,
come il
preludio o la toccata. L'arte del "diminuire", consisteva nel variare e
abbellire melodie
note. Qualcosa di molto simile all'improvvisazione jazzistica sui cosiddetti
Standard.
Un pezzo non era suonato due volte allo stesso modo, e un musicista non
era ritenuto
tale se non era anche in grado di improvvisare.
E questa concezione del fare musica non mutò nei secoli seguenti
J.S.Bach usava improvvisare intricate fughe all'organo. L'Offerta Musicale
che egli
dedicò
a Federico il Grande ( un'improvvisazione su un tema offerto dal re, eseguita
da
Bach davanti al monarca e poi trascritta su pentagramma, in forma
ampliata), è
un
meraviglioso esempio del suo stile improvvisativo.
La musica di quel periodo era spesso composta e suonata simultaneamente,
dal momento
che
quasi tutti i compositori erano anche ottimi esecutori, e solo a poche
composizioni,
non
necesseriamente le migliori, era riservato l'onore di essere lasciate ai
posteri
La
maggior parte delle opere dei liutisti Sylvius Leopold Weiss o David Kellner,
ha
carattere
improvvisativo.
Mozart ebbe fama di grandeimprovvisatore e questa tradizione continuò
nel secolo
seguente
con Beethoven, Paganini e List.
In
pieno 19° secolo, pianisti celebri come Thalberg o Dreyschock
si esercitavano come
forsennati
tutto il giorno sullo strumento, non solo per eseguire in modo smagliante
i
brani
di repertorio, ma anche per padroneggiare al meglio l'improvvisazione,
fondamentale
attrazione del recital.
I virtuosi,
più che musicisti, erano considerati degli eroi, e i pezzi da concerto
battaglie
da vincere.
Con la graduale diffusione del recital solistico, e la conseguente specializzazione
della
figura dell'interprete, le carriere del compositore e dell'esecutore finirono
di
convivere nella stessa persona.(Rachmaninoff fù uno degli ultimi
compositori
interpreti)
Mentre
Bach Mozart o Beeethoven suonavano solo la loro musica, il moderno
interprete
suona solo la musica di altri: egli è un tramite tra il compositore
e il
l'ascoltatore.
Al
giorno d'oggi, con la totale separazione dei ruoli di compositore e interprete,
la
stessa conoscienza dell'improvvisazione è andata quasi completamente
persa.
I
trattati sull'improvvisazione esistono ancora, ma non ci sono scuole che
la
insegnino
seriamente.
Daniele Russo sta tentando di far rivivere questa antica arte.