Lavoratori socialmente utili

I circa 400 lavoratori LSU (Lavoratori Socialmente Utili) iniziali di Massa-Carrara, disoccupati di lunga durata o provenienti da crisi aziendali, selezionati in base all'ex-Dlgs n.468/97, sulla base di graduatorie per titoli e qualifiche, attraverso criteri trasparenti e pubblici, hanno garantito in questi anni lo svolgimento di servizi fondamentali, in settori pubblici, in sostituzione di reali carenze organiche: negli uffici, nelle scuole e nella manutenzione di strade o giardini; non solo a fianco dei dipendenti pubblici (come era all'inizio dei progetti), ma spesso in reale sostituzione degli stessi ed in piena flessibilità di orario e di attività, mentre - per legge - potevano essere impiegati solo per mansioni professionalmente equivalenti alla loro qualifica (Min. Lav. circ n.1196).
Nonostante tali lavoratori, in questi anni, abbiano svolto servizi importanti, anzi essenziali, percependo un sussidio di 470 € lordi e vedendo spesso negati i più elementari diritti riconosciuti dalla normativa sul lavoro, a partire dalla contribuzione pensionistica, hanno visto ulteriormente aggravarsi la loro posizione con l'entrata in vigore del Dlgs 81/00, che prevede tra le altre cose, l'obbligo per i lavoratori ad accettare qualsiasi lavoro superiore ai tre mesi e fino alla distanza di 50 km. Pena l'esclusione dal “bacino LSU”, alla faccia dell'esperienza dei lavori socialmente utili intesa “come strumento di politica attiva del lavoro,di qualificazione professionale e di creazione di nuovi posti di lavoro” (ex-Dlgs.468/97, art.1, comma 5). Mentre in altre regioni e provincie (fra cui la regione Lazio e la provincia di Roma), sono stati previsti piani occupazionali e si sono creati migliaia di posti di lavoro stabili e sicuri, negli stessi enti utilizzatori, in società miste o in consorzi pubblici, risulta incomprensibile il comportamento della Regione Toscana e della Provincia di Massa-Carrara che hanno continuato a considerare con scarsa attenzione tali soluzioni, dimostrando di avere una sola politica per l'occupazione: l'esternalizzazione dei servizi, la flessibilità e quin
di la precarietà.
In Italia, uno dei pochi movimenti di dimensione nazionale contro il precariato, è senza dubbio quello messo in campo dagli LSU/LPU.
In più occasioni le decine di migliaia di lavoratori che sono scesi in piazza, per rivendicare “lavoro vero e salario intero”, come recitava uno slogan molto usato dal movimento, hanno rappresentato una avanguardia di un settore variegato di cosiddetto “lavoro atipico”, vuoi anche in virtù del fatto che gli LSU sono stati un vero e proprio laboratorio “in peggio”, poiché si è realizzato, in anticipo, quel modello estremamente precarizzante di organizzazione del mondo del lavoro e dei diritti che lo regolano che tanto piace agli attuali amministratori (o sarebbe meglio chiamarli gestori ?) al governo del nostro paese. 
A rendere paradossale tale situazione ha contribuito pure l'operato, a livello locale, dell'agenzia governativa Italia Lavoro, che percependo ingenti stanziamenti finalizzati alla stabilizzazione degli LSU, riusciva in questi anni a “stabilizzare” solamente circa 30 LSU, di cui parte nelle cooperative Cielo blu ed Edileco, mentre altri LSU stanno per essere licenziati.
La cooperativa Cielo blu ha dovuto licenziare - per la seconda è solo questione di tempo - i lavoratori per l'impossibilità di prestare il servizio a causa dell'inadeguatezza totale delle loro strutture, situazione questa che ha palesato in modo inequivocabile la fondatezza dei dubbi che i lavoratori LSU avanzano sui controlli e sulle verifiche, nonché sull'intero operato di Italia Lavoro, riguardo le società-ditte-cooperative richiedenti lavoratori LSU (tenuto presente che, fino a tutto il 2002, le società-ditte-cooperative che assumevano gli LSU si vedevano assegnare servizi di esternalizzazione per 5 anni, senza bisogno di passare per la gara di appalto).
Eppure in questi anni è esistito anche chi, come il sottosegretario Raffaele Morese, rappresentante ex-governo dell'Ulivo, ed ex-sindacalista CISL, è riuscito ad ironizzare sulla drammatica situazione del lavoratori LSU: ad un congresso organizzato dalla Provincia di La Spezia, ha definito i lavoratori LSU “angeli senza sesso” e li ha incoraggiati dicendo: “state allegri, abbiate la gioia di vivere…..perché vi impiegheremo, non tutti, qualcuno, ed in modi diversi”.

Lavoratori Socialmente Utili (LSU)
Provincia di Massa-Carrara, agosto 2003