Precari a bordo

Presentati.
Sono un operaio, lavoro in un cantiere navale i cui dipendenti diretti sono 14, ma che complessivamente ne occupa circa il doppio. 

Perché questa situazione ?

Questa situazione, che si ritrova anche in molte altre realtà, è derivata dalla possibilità che ha il padrone di avere manodopera solo nel momento in cui ne ha bisogno per poi sbarazzarsene quando la commessa è consegnata. Naturalmente non solo per questo ma anche per questioni fiscali probabilmente, ma che io non conosco bene.

Dal punto di vista pratico come funziona la cosa in cantiere ?
Per fare questo il padrone ha diverse possibilità: affittare la manodopera da ditte “amiche” o “parenti”e usare lavoratori di ditte e cooperative.
Ci sono naturalmente molte altre maniere per non assumere, ma questi sono gli strumenti più usati nell'ambiente che io conosco. Nelle ditte “amiche” i lavoratori generalmente contrattano individualmente con il padrone del cantiere e qui scattano le paghe conglobate. Queste sono paghe in cui sono incluse ferie, tredicesima e liquidazione, concordate sulla parola e mese per mese, “aggiustate” in busta paga; in caso di malattia il lavoratore è assicurato al minimo e solo in pochissimi casi mi è capitato di sentire di paghe vicine all'essere realmente comprensive di tutto. Per il resto ho sentito molti con paghe conglobate vicino o inferiori a quella sindacale. 
Fatalmente alla minima flessione del lavoro la paga scende con un riaggiustamento della busta e da lì la scelta è “bere o affogare”.
Per quanto riguarda le cooperative o le ditte appaltatrici di manodopera (ce ne sono molte che fanno solo questo tipo di attività, cioè caporalato) è ancora più semplice. I lavoratori prendono già una miseria, non hanno diritti e se li reclamano la “pena”, come dicevo prima, è la mancata riconvocazione e il bollo di “rompiscatole” e “polemico”; questo squalifica il lavoratore anche con la ditta di provenienza che non ha interesse a mandare in giro a lavorare tizi che presumono di avere dei diritti, bah !!! 

Come sono i rapporti tra lavoratori con diverse tipologie contrattuali all'interno del cantiere ?
La vita nel cantiere per un lavoratore assunto a tempo indeterminato non è facile, gli attacchi da parte del padrone sono continui.
E'normale fare straordinari e quasi bisogna giustificarsi se si fanno solo le otto ore o non si va il sabato, arrivando a veri e propri scontri con minacce più o meno velate di licenziamento.
Alla sicurezza ci devi pensare da te, con qualche mugugno se ci metti troppo tempo e se lavori fuori sede sono battaglie per tempo e costi di trasferimento.
Per sostenere questi scontri quotidiani si usano strumenti che più o meno un lavoratore “interno” ha, mentre il precario non è neppure preso in considerazione. Sta a chi è più forte nella difesa sostenere gli altri coinvolgendoli nelle prese di posizione, aprendo spiragli in cui il più possibile possano entrare tutti. 
Certamente i lavoratori che arrivano in cantiere con altre tipologie (pseudo) contrattuali sono in una posizione difficile, sottoposti a un ricatto fortissimo, anche perché tutti sanno che questo metodo è una sorta di selezione del personale: la prospettiva massima è - nel caso il padrone abbia di nuovo bisogno che chieda proprio di quell'operaio.
Questo condiziona non poco i rapporti e i ritmi (il precario tende a iniziare 5 minuti prima, non si ferma nelle pause conquistate, è ultra disponibile anche per lavori pericolosi o molto pesanti) .
Naturalmente questo deve essere letto da chi è “interno”in maniera corretta avendo presente che appunto chi lavora in regime di precarietà è strangolato, specie se ha famiglia, ed è destinato a piegare anche tutta la sua vita privata all'insegna della precarietà.
Non è lui il nemico.
Dividersi è il modo migliore per aiutare il padrone.
Bisogna anzi che i meno soggetti al ricatto sostengano i più svantaggiati avendo ben presente chi è il nemico vero.

C'è discriminazione tra lavoratori all'interno del cantiere ?
Mi piacerebbe dire no senza dubbi ma forse non sarei obbiettivo; il rinfacciare, da parte del padrone, il privilegio di avere un lavoro fisso (a tempo indeterminato) a volte attecchisce facendo sentire qualcuno “superiore” a qualcun altro. Tuttavia non è un fenomeno rilevante nel cantiere dove io lavoro. Non so, ma non credo che sia così in generale nel mondo del lavoro. Esiste una sorta di “aristocrazia operaia” che divide i lavoratori e c'è anche la situazione opposta di chi si sente “penultimo” e talvolta è persino il più agguerrito contro l'ultimo. Per quanto mi riguarda ho usato termini tipo “interni” o”precari” solo per agevolare la comprensione dei ruoli; io penso che i lavoratori siano assolutamente tutti uguali, casomai quelle che cambiano sono le alternative che hanno a disposizione.

Prospettive e auspici ? 
Sarebbe utile un maggiore confronto tra lavoratori al fine di aumentare consapevolezza e capacità di un'analisi corretta e poi oggi più che mai sarebbe indispensabile un sindacato che stia dalla parte dei lavoratori e non a metà o tutto dalla parte del padrone.