Deindustrializzazione nella zona apuana: subire o agire ?

 

Situazione di crisi a NCA, Panda, Standa, Carpenteria Apuana, Olivetti, Nasa, Woodex: questa è la triste realtà di questo fine 2003.

Crisi di mercato da un lato e scelte dissennate di alcuni padroni dall’altro fanno ricadere il peso sui lavoratori e le loro famiglie.

La vicenda Nasa, insieme a quelle della BSI e della Climax, è la sintesi di come il potere economico e politico giochi con i destini dei lavoratori.

La tanto sbandierata “reindustrializzazione” si sta rivelando sempre di più come un meccanismo a scadenza.

Oggi è chiaro che non erano affatto infondate le preoccupazioni di chi già dal 1997 criticava le scelte fatte dal governo, dai parlamentari di zona, dalla Regione Toscana, dalla Provincia, dal Sindaco di Massa, dal consorzio ZIA, dai sindacati nazionali e territoriali, dalla Iritecna in liquidazione e dallo SPI (ora Sviluppo Italia).

E il fatto ancora più grave è che già allora certe scelte portavano a pensare che alcune attività non potevano avere carattere di continuità nel tempo.

Chi ha permesso scelte dissennate, chi ci ha costruito sopra campagne di consenso e chi ci ha “fatto cassa” deve rendere conto del proprio operato ai lavoratori ed a tutta la comunità.

Oggi siamo di fronte ad una pesante de-industrializzazione di tutto il territorio apuo-versiliese e non possiamo pensare di opporci a questa situazione semplicemente tamponando le falle man mano che si aprono.

Prolungare agonie in cambio di qualche spicciolo di carità non può risolvere la situazione.

Le istituzioni non possono pensare solo di monetizzare le “de-industrializzazioni”. Cosa che può solo consentire chiusure meno pesanti nell’immediato, ma che non risolve in nessun modo il degrado produttivo che sta investendo per l’ennesima volta questo territorio.

Le istituzioni devono rispondere di questa situazione.

Devono spiegare ai lavoratori, da subito, cosa intendono fare e come intendono farlo.

Come pensano di bloccare la dismissione di numerose realtà produttive? Come pensano di garantire il rilancio della produzione e la salvaguardia dei posti di lavoro su tutto il territorio?

I lavoratori non vogliono più trovarsi in logiche di ricatto, ma in un sistema in cui il diritto al lavoro sia riconosciuto e fruibile, un sistema in cui gli investimenti di tutta la comunità non concorrano ad arricchire questo o quel padrone, ma garantiscano il diritto al lavoro e la dignità di tutti.

Per questo pensiamo che sulla zona apuo-versiliese sia oggi importante aprire un tavolo di confronto e di coordinamento fra tutti i lavoratori delle realtà dichiarate in crisi.

Più saremo uniti e più forza avremo per far valere le nostre ragioni.

La crisi l’hanno creata i padroni: la paghino loro.

 

Un lavoratore e RSU di Massa