Mercoledì 22 i lavoratori delle aziende in crisi
dispiegata o potenziale del territorio hanno dato vita ad un blocco del parco
produttivo Apuania (area ex-Dalmine). Al blocco, che aveva l’obbiettivo di
sensibilizzare il territorio sulla pesante situazione del mondo del lavoro in
generale e del settore industriale in particolare, hanno partecipato sin
dall’alba oltre un centinaio di lavoratori e molti altri si sono aggiunti
successivamente (più i tanti che aspettavano la fine del blocco per poter
entrare).
Questo blocco è stato un primo segnale
che qualcosa si sta muovendo nel movimento dei lavoratori che ruota attorno
alla cosiddetta ”vertenza territoriale dell’industria”. Un primo segnale dell’intenzione
di spingersi oltre la presenza passiva sotto la tenda di Piazza Aranci e oltre
anche alle trattative in cui ciascuna realtà aziendale è impegnata. Per portare
all’attenzione di tutti gli altri lavoratori del territorio e più in generale
della cittadinanza è necessario infatti mettere in campo iniziative di lotta
molto più incisive di quelle sino ad oggi adottate. Solo in questo modo, trasformando
anche nelle forme l’ordinarietà in straordinarietà, faremo capire che la
situazione non è più ordinaria, ma straordinaria. Come scritto nel
volantino che Primomaggio ha distribuito al blocco, bisogna lottare ”per una
vetenza generale del mondo del lavoro. Individuare obbiettivi di lotta concreti
e scegliere forme di lotta adeguate per non passare dalle finte fabbriche alle
’fanta’ fabbriche”.