La ristrutturazione a Livorno va
avanti
Ai Cantieri Orlando di Livorno, la nuova proprietà -
Azimut - sta procedendo nella trasformazione da mercantile a diporto.
Ovviamente, una delle cose più preoccupanti è la ripercussione sul piano
occupazionale: peggiora infatti la situazione sia in termini di numero di
addetti alla costruzione, sia in termini di qualità. Azimut sventola
lavorazioni su 4 o 5 superyacht ma, come per sua “tradizione”, non mette mano
direttamente alla produzione, fornendo solo una serie di ingegneri, capi e
capetti… molti assolutamente inutili.
La vera produzione è affidata a ditte esterne,
strangolate da preventivi ridotti all’osso (“colpa del mercato !”, ci dicono)
che a loro volta strangolano i lavoratori con salari da fame e ritmi di
produzione altissimi.
In cantiere ci sono 120 lavoratori interni dal destino
incerto. Non si contano quelli che in qualche modo si sono sottratti - quasi
mai migliorando la loro condizione - allo stillicidio praticato da Azimut. Per
chi è rimasto sono iniziati corsi interni, non retribuiti e generalmente
superficiali. Le notizie sono poche e frammentarie, ma tutti sperano che una
possibilità sia quella di far assumere dalle ditte dell’indotto una buona parte
degli operai interni. Sembra poi che ci sia una trattativa che riguarda i
bacini di carenaggio (che farebbero comodo ad Azimut) e che coinvolgerebbe
anche altri lavoratori.
Intervistiamo un lavoratore di una ditta che fa parte
dell’indotto dei Cantieri Orlando di Livorno.
Quanti sono i lavoratori nella ditta per la quale lavori
?
Meno di 15 e c’è un po’ di viavai perché con i contratti
a termine il ricambio è più frequente. Per una decina di noi i contratti sono a
tempo indeterminato, ottenuti in tempi in cui il padrone non aveva tutte le
alternative che ha ora per non aver doveri verso i lavoratori.
Com’è la situazione all’interno dei Cantieri Orlando ?
Conosco la situazione del cantiere Azimut a Viareggio e
il cambiamento in corso sta andando in quella direzione. Ho l’impressione che
chi rimarrà dei vecchi cantieri sarà talmente pieno di gratitudine verso chi
non lo ha buttato fuori che sorvolerà su molte cose. La “sicurezza” te la fai da te salvo alcuni accorgimenti di
facciata che servono più che altro a non prendere verbali dalla ASL; i servizi
sono quelli che sono (6 docce per 100 lavoratori che escono contemporaneamente)
ecc… Si lavora spesso con i piedi “a bagno” perché i vecchi capannoni non ce la
fanno più; stanno anche costruendone di nuovi ma sono sicuro che le nuove aree
andranno a beneficio del prodotto e non certo a migliorare le condizioni di chi
lavora.
Se andrà come a Viareggio alla fine Azimut avrà una
splendida vetrina da ostentare la domenica ai suoi ricchi clienti e un
fatiscente retrobottega da nascondere in cui si producono le loro “splendide”
barche. Ogni tanto si sente parlare di periodi di lotta ma sono tempi andati,
ora il clima di precarietà è sovrano, le nostre facce sono molto preoccupate.
C’è anche da dire che molti lavoratori vengono da
relativamente lontano (La Spezia, Viareggio, Empoli) e quindi bisogna fare i
conti con altre aggravanti della situazione come la distanza e anche un
sentimento strisciante da parte dei livornesi che accusavano chi veniva da
fuori di rubare lavoro a chi era del posto (devo dire che questo sentimento è
gradualmente scomparso anche perché è chiaro chi c’è dall’altra parte della
barricata e chi c’è da questa parte indipendentemente da quale posto si venga).
Cosa pensano gli operai del cantiere con cui ti capita di
parlare ?
Molti sono rassegnati e se ne stanno lì a vedere come va
a finire; alcuni ci credono ancora, ma vengono considerati degli illusi. Molti
non li vediamo neanche perché sono in mobilità. Qualcuno confida che nella
trattativa per i bacini qualcuno chieda come contropartita l’assunzione di
operai, ma sappiamo tutti - noi “esterni” e loro - che l’obbiettivo del sig.
Azimut (Vitelli) è quello di essere padrone del cantiere senza inutili zavorre
(lavoratori).
Quelli che stanno seguendo il corso (di riqualificazione,
ndr) sperano nell’assunzione da parte delle ditte dell’indotto, ma anche in
questo caso io sono un po’ scettico visto che anche da noi le assunzioni sono
più o meno bloccate, se non per contratti a termine e per mansioni marginali.
Nella migliore delle ipotesi un lavoratore di IV livello dei Cantieri Orlando
si troverebbe con un contratto a breve termine, con un crollo della qualifica e
soprattutto con un salario credo molto più basso di prima.
Ma esiste questa possibilità e se sì, per quanti ?
Non lo so; penso che se avvenisse sarebbe per qualche
tipo di ricatto da parte di Azimut verso i padroni delle ditte, se avvenisse si
tratterebbe di pochi posti in tutto e comunque sarebbe un’ulteriore modo di
selezionare personale e noi sappiamo che le caratteristiche che un datore di
lavoro cerca non sono esattamente quelle utili alla causa dei lavoratori.
Allora neanche l’indotto si svilupperà almeno
numericamente ?
Io non credo che cambi un granché, anche perché Azimut
gestisce la produzione e accelera e rallenta a seconda dei suoi interessi e i
padroni delle ditte - che hanno paura di tenere la gente ferma preferiscono, nei periodi di accelerazione,
“strizzare” quelli che hanno. Come dicevo cambierà un po’ l’aspetto esteriore
del cantiere, ma il retrobottega sarà sempre quello, magari costretto un po’
più in là per non danneggiare l’immagine lussuosa del prodotto.