I PITCHER CI METTONO LA FACCIA

Vi avverto che sarà lungo; ma vi prometto che sarà interessante.

Prenderemo 79 lanciatori partenti; scopriremo le ragioni dei successi o dei fallimenti di ciascuno nella stagione appena conclusa; prevederemo i rookies che nel 2007 incorreranno nel temuto sophomore slump; individueremo i candidati a ritrovare la forma migliore; quantificheremo l’opera della dea bendata, evidenziando chi è in debito con la sorte; ribadiremo le statistiche che devono essere immediatamente considerate per valutare l’efficacia di un pitcher; confronteremo tra loro i lanciatori per scoprire somiglianze e differenze; infine utilizzeremo un’interessante rappresentazione grafica, che permette raffronti multidimensionali, pur essendo estremamente intuitiva.


Somiglianze, abbiamo detto.

Tempo fa, in queste pagine, cercammo giocatori che rappresentassero analogie statistiche con eroi del passato, al fine di individuare possibili candidati alla Hall Of Fame.

In quel caso, per ogni coppia, avevamo determinato, con opportuni calcoli, un indice di somiglianza variabile su una scala da 0 a 100.

Questa volta, a ogni lanciatore faremo il ritratto. Letteralmente.

Anziché utilizzare gli assi cartesiani, o altri sistemi grafici di riferimento tradizionali, rappresenteremo una dozzina di statistiche modificando opportunamente dei volti stilizzati.

Per capirci, ecco i ritratti di Johan Santana e Carlos Silva, compagni di squadra nei Twins (e nel Venezuela), e autori di due stagioni molto distanti.

Che ci crediate o meno, in quei due sgorbi possiamo leggere quanto segue:

Non male per un disegno che potrebbe fare anche un bambino, vero?

Ci ritorneremo tra breve.


Ho utilizzato dati non ufficiali.

I numeri da cui sono scaturite le facce che vedremo provengono dal sito FanGraphs.

Se non avete già provveduto, aggiungetelo alla vostra cartella dei preferiti; tenetelo aperto in un’altra finestra mentre proseguite questa lettura e, quando nei prossimi giorni avrete tempo, date un occhio ai grafici delle possibilità di vittoria (ci sono tutte le partite degli ultimi 5 anni!).

I ritratti di tutti i lanciatori

Cliccate qui sopra per visualizzare le facce di tutti i 79 lanciatori dello studio; anche questa finestra consiglio di tenerla aperta e a portata di mouse.

Cominciamo a vedere le statistiche con cui confrontiamo i pitchers e come queste contribuiscano a creare i volti.


Basi ball e strikeout. Queste due voci sono di intera responsabilità del lanciatore; se in una battuta valida può intervenire una impercettibile indecisione di un difensore (o la sua mancanza di range), per le BB e i K i valori in gioco sono solo quelli dell’uomo del monte (e del suo avversario nel box, ovviamente).

Ciò fa sì che, indipendentemente dal contesto del gioco, il rapporto basi/strikeout di un pitcher tenda a modificarsi poco nel tempo; quando leggete le statistiche di un minor-leaguer, guardate queste due voci per avere un’idea del suo futuro.

Nelle facce disegnate, BB e K sono raffigurate mediante gli occhi: la larghezza aumenta con gli strikeout ottenuti, l’altezza con le basi concesse.

Tornando al raffronto iniziale: Santana tanti K e poche basi, Silva pochissimi K e pochissime basi.

I profili migliori, simili a quello di Johan, sono quelli “orientali”; vedere Schilling e Sabathia. Si possono evidenziare maestri di controllo (Maddux), con gli occhi piccoli; e power pitcher (Zambrano) con gli occhi enormi.

Se volete vedere gli occhi di un disastro, rivolgetevi a Steve Trachsel, con i suoi 4.32 strikeout e 4.26 basi ogni 9 riprese.


Tipi di palle battute. Ogni volta che il battitore colpisce la palla, in misura variabile, la difesa ha la responsabilità sull’esito dell’azione, almeno finché la palla rimane nei confini del campo.

Il lanciatore ha però un ruolo determinante sulla natura della battuta: Brandon Webb è un sinkerball-pitcher e di conseguenza concede molte groundball; guardate i grafici della sua carriera su Frangraphs – vi avevo detto di tenerlo aperto! – e vedrete che il suo sbilanciatissimo rapporto di palle battute in terra e in aria non è variato nell’arco della sua vita baseballistica.

Nei nostri volti, le groundball indotte sono rappresentate dalla lunghezza del viso, le flyball dalla larghezza.

Derek Lowe e Jake Westbrook hanno profili simili a Webb, l’estremo opposto è rappresentato da Chris Young.  

Una rimbalzante è più soggetta a errori difensivi, ma ha il vantaggio di rimanere di sicuro entro le recinzioni.

All’interno delle facce sono disseminate altre informazioni che completano la questione batted-ball type.

Lo spessore delle labbra indica la proporzione di flyball che non escono dal campo interno (che combinano i vantaggi –per il lanciatore – di groundball e flyball): l’aspetto “negroide” di Matt Cain e Joe Blanton indica diversi pop in diamante.  

La lunghezza del naso raffigura la proporzione di line-drive, per la verità poco variabile tra pitcher e pitcher.

La larghezza, invece, sta per la frazione di flyball che terminano sugli spalti: il naso stretto salva Young dalla sua faccia larga; al contrario, le poche volate battute su Webb producono danni.

Quest’ultima misura è fortemente influenzata dai campi di gioco: non sono casuali i nasi di Young e Webb, considerato che il primo gioca metà delle proprie partite in un pitchers park e il secondo è di casa nel secondo stadio per altitudine sul livello del mare.


Uomini messi e lasciati in base. Ormai ha raggiunto lo status di statistica ufficiale: si tratta dell’acronimo WHIP, ovvero Walks + Hits per Inning Pitched; abbiamo già accennato al fatto che la seconda metà di questa voce (le hits) non sia, a differenza della prima (le walks), di intera responsabilità del lanciatore.

In ogni caso, con la larghezza della bocca, disegnamo quello che è di fatto il rapporto di corridori sulle basi concesse agli avversari in ogni ripresa.

Naturalmente, a tale statistica, associamo la percentuale di corridori che un lanciatore lascia sulle basi; appropriatamente, la voce che trovate alternativamente come LOB% o Strand Rate, sarà visualizzata dalla curva del sorriso.

Santana ha una bocca strettissima perché concede solo un corridore a inning; per di più se la ride alla grande, in quanto il 78% di quei runners non completa il giro delle basi.

Al contrario, Mark Redman e Rodrigo Lopez hanno bocche larghissime, dovute alle numerose valide e basi concesse, e sono “tristi” perché i corridori vanno spesso a punto.

Controllate, sotto questo aspetto, Maddux e Zito.  

Qualche parola sulla LOB%. E’ una abilità? O è solo fortuna?

Teoricamente potrebbe trattarsi dell’una o dell’altra cosa: concedere poche valide, ma sempre in successione, può essere semplicemente malasorte, oppure incapacità di gestire certi battitori schierati uno dopo l’altro (il cuore del line-up?); d’altro canto, lasciare molti uomini in base (perché ce li hai messi se sei così bravo?) può essere segno di capacità di autocontrollo a seguito di momenti difficili.

Per una risposta più precisa alla domanda “abilità o fortuna?” consiglio il seguente esperimento.

Scegliete un lanciatore a caso e visualizzate (sempre su FranGraphs) il suo grafico-carriera della LOB%. E’ stabile, o comunque senza alternarsi di picchi e valli? O somiglia piuttosto alla planimetria delle tappe più affascinanti del Tour de France?

Ripetete l’operazione su diversi lanciatori, anche tutti se ne avete voglia!

Poi prendete le classifiche degli ultimi anni della statistica in questione e annotatevi i migliori 5 e i peggiori 5 di ogni stagione.

Se lasciare dove sono i corridori messi sulle basi rappresenta un’abilità dovreste vedere grafici piuttosto morbidi e classifiche poco variabili; se, viceversa, i grafici hanno forti pendenze e le classifiche si rimescolano di anno in anno, probabilmente c’è un intervento consistente della dea bendata in atto.

L’esperimento è valido per qualsiasi statistica. Vi suggerisco di provarlo sui K e sulla media battuta concessa.


BABIP e FIP. Se non conoscete questi due acronimi potrebbero essere in arrivo sorprese… attenuate se vi siete spinti molto avanti con l’esperimento appena suggerito.

Qualche anno fa, Voros McCracken si accorse che la media battuta concessa da un lanciatore si comporta in modo alquanto strano.

Leggendo le classifiche di questa statistica trovava i migliori lanciatori alternativamente tra i meno colpiti efficacemente (come lecito attendersi) e tra i più legnati; allo stesso modo qualche pitcher che rimaneva a stento in MLB,  si infilava, di tanto in tanto, nella top ten.

Inoltre notò che il tentativo di prevedere la media battuta concessa da un lanciatore aveva risultati disastrosi se basato sul valore dell’anno precedente.

Non vi aspettereste di vedere Jeter tra i peggiori in media battuta l’anno prossimo, vero? E nemmeno che un battitore chiuda a .230 un anno, .370 il successivo e .250 quello dopo ancora.

Beh, per i lanciatori accadeva (e accade) proprio questo: McCracken concluse che la media battuta concessa aveva poco a che fare con abilità dei pitcher; in tanti hanno provato a confutare la scoperta controintuitiva, fallendo tutti miseramente.

BABIP sta per Batting Average on Ball In Play, ovvero la media battuta ricalcolata dopo aver eliminato dal computo le azioni in cui i difensori sono impotenti (strikeout e homerun); se tentate l’esperimento, suggerito precedentemente per la LOB%, sulla BABIP, scoprirete che Lady Luck fa un po’ ciò che vuole con questa statistica.

La BABIP è, nei nostri volti, mostrata dall’acconciatura (di proposito ho scelto un tratto non strettamente somatico e, viceversa, modificabile nel tempo): punte rivolte verso l’alto (Andy Pettitte) sono specchio di una stagione andata storta; verso il basso (Chris Young) significano che tutto ha girato per il verso giusto.  

McCracken proseguì il suo studio creando la DIPS-ERA, una ERA depurata da quanto non direttamente di competenza del lanciatore.

Voros, assiduo giocatore di fantasy baseball, scoprì che la sua ERA “aggiustata” gli consentiva di prevedere le prestazioni future con maggiore accuratezza della ERA tradizionale… con questo “trucco” vinse tre edizioni di fantasy baseball.

La FIP-ERA (leggermente modificata rispetto alla DIPS) è riconoscibile nella forma del viso.

I visi affilati come quello di Roy Halladay indicano una buona ERA “depurata”; man mano che si peggiora si passa a facce rotonde (FIP nella media) e, infine, scavate per gli ultimi della classe (vedi Steve Trachsel).  

Nel sito FanGraphs potete constatare la diversa stabilità dei grafici di FIP e BABIP.

In futuro si potrebbe pensare di disegnare i ritratti di ciascuno in varie stagioni consecutive: la capigliatura varierà secondo la moda, ma la forma del viso non si modificherà… salvo interventi del famoso chirurgo plastico Leo Mazzone!


Lanci effettuati. Indipendentemente dalla messa in piega, avrete senz’altro notato differenze di volume nei capelli.

Le ultime due statistiche considerate per i nostri ritratti hanno a che fare con il numero dei lanci effettuati.

Abbiamo esplorato il fenomeno in due dimensioni.

Brandon Webb si libera di ogni battitore affrontato con poco più di tre lanci e mezzo: la velocità dei turni è riflessa dai capelli che non si allargano oltre il volto (come accade invece per El Duque Hernandez); la caratteristica di Webb è comune ai sinkerballer (Lowe, Westbrook e Wang) che già avevamo visto condividere con lui l’alta percentuale di groundball.  

L’altezza dei capelli – per non farvi confondere dalle punte guardate al centro – indica invece il numero di lanci effettuati nell’arco della partita: in questo senso Webb e Wang si discostano.

Greg Maddux, a 82 lanci a partita e 3.3 a battitore, appare come un Marine!


A questo punto avete in mano gli elementi necessari per osservare i volti, analizzare la stagione 2006, e abbozzare qualche previsione per il 2007.

Prima di lasciarvi soli con gli identikit, vi offro qualche spunto.

Secondo il ritratto che gli abbiamo disegnato, non è il caso di coprirlo d’oro: i suoi punti di forza, quest’anno, sono stati una BABIP contenuta e l’aver lasciato morire sulle basi i numerosi corridori concessi agli avversari; le statistiche che misurano le vere abilità (BB, K, FIP) non sono rassicuranti… mettete un pizzico di sfortuna e, il prossimo anno, i capelli si rizzano e il sorriso sparisce; specie se le numerose flyball saranno concesse in uno stadio favorevole ai battitori.

Per chi è in cerca di un free-agent mancino, è più consigliabile Pettitte (se si pettina meglio)… ci sarebbe anche la questione età: semmai, la prossima volta disegneremo anche le rughe!  

La poco esaltante estate di Big Unit è arrivata nonostante una BABIP non penalizzante; al contrario, per Schilling, le statistiche a lui imputabili in toto sono in ordine (BB, K, FIP).

Gli occhi più larghi, il viso affilato e i capelli “ritti” del primo fanno presupporre una stagione migliore in arrivo per Jeremy. D’altro canto Justin ha ottenuto qualcosa in più di quanto nel suo talento.

In proposito, due doverose parole sul famoso sophomore slump.

Ogni anno, un certo numero di rookie assaggia le Majors; escludendo gli eventuali nuovi Maddux, che non necessariamente vengono fuori tutte le stagioni, rimane un gruppo di talento medio. Tra questi, qualcuno sarà particolarmente sfortunato: la sua avventura nel grande circo durerà poco e ci si dimenticherà presto di lui. Qualche altro sarà baciato dalla dea bendata e considerato il prossimo Santana, salvo tornare sulla terra nella seconda stagione.

La prima spiegazione a tale fenomeno sarà “gli hanno preso le misure”; probabilmente, invece, se avessimo sott’occhio i ritratti del rookie in questione, vedremo due fratelli pettinati diversamente.

Verlander ha le punte moderatamente rivolte verso il basso… nel 2007 potrebbero prendergli le misure…

Fuori dal comune sono:

Talmente singolare da dubitare che sia stato solo fortunato; sono curioso di vedere cosa gli accadrà nel 2007. La BABIP di quest’anno è comunque un punto estremo nel grafico della sua carriera.


Chi dovete pendere per la prossima stagione di fantasy baseball?

Scorrete i 79 ritratti e annotatevi occhi larghi e bassi e viso affilato (non necessariamente stretto); se il soggetto in questione ha i capelli sparati in alto, avete buone possibilità di assicurarvelo con un limitato esborso.

Harang potrebbe costarvi poco e darvi qualche soddisfazione; Verlander sarà senz’altro preferito a Bonderman dai più; se volete un giovane e un vecchio andate su Blanton e Smoltz piuttosto che su Zito e Rogers!

Su Young fate quel che vi pare… e sperate!


E’ tutto, anzi no.

Se volete qualche informazione sulla particolare rappresentazione grafica qui utilizzata, digitate “Chernoff Faces” nel vostro motore di ricerca preferito.

I lanciatori sono quelli che hanno il numero di inning necessario per qualificarsi alla classifica della ERA; sono esclusi i rilievi e chi, nel corso dell’anno, ha cambiato Lega.

Siete invitati a condividere le osservazioni che farete indipendentemente sulle facce che lascio a vostra disposizione: utilizzate lo spazio “Quick Hits”, o rivolgetevi a uno dei seguenti forum (PlayIt USA; Base & Ball), dove provvederò ad aprire appositi Thread.